Stato di Diritto: L’UE di Fronte al Declino Interno
La tenuta dei valori democratici in Europa mostra nuove crepe. Un recente rapporto del World Justice Project assegna all’Ungheria il punteggio più basso dell’Unione Europea in materia di stato di diritto, un allarmante 0,50 su 1,0. A mio avviso, questo dato non è solo un numero, ma il sintomo di una tendenza autoritaria che non possiamo permetterci di ignorare. Contemporaneamente, nei Paesi Bassi, i liberali del VVD, per anni forza dominante, stanno subendo un’emorragia di consensi. Questi segnali, apparentemente distanti, dipingono un quadro preoccupante per il futuro del progetto liberale europeo.
Tariffe e Tribù: I Dazi di Trump Colpiscono i Suoi Stessi Elettori
Oltreoceano, uno studio del CEPR offre una lezione pragmatica sugli effetti del protezionismo. Le tariffe annunciate dal Presidente Trump hanno penalizzato maggiormente le azioni delle aziende situate nelle contee a maggioranza repubblicana. In pratica, i mercati finanziari, che altro non sono se non un barometro delle aspettative future, hanno scommesso contro le prospettive economiche proprio di quelle aree che il Presidente intendeva “proteggere”. Questo dimostra come le barriere commerciali finiscano spesso per danneggiare coloro che pretendono di aiutare, un’evidenza che ritengo fondamentale nel dibattito sul libero scambio.
Burocrazia nel Piatto: La Battaglia sul “Veggie Burger”
Infine, una vicenda che rivela l’istinto iper-regolatorio di Bruxelles. Il Parlamento Europeo ha proposto di vietare termini come “burger” o “schnitzel” per i prodotti a base vegetale. Fortunatamente, voci di buonsenso come quella del ministro dell’Agricoltura tedesco Alois Rainer si oppongono, difendendo la libertà di scelta dei consumatori. Personalmente, trovo surreale che si pensi di dover proteggere i cittadini da un “hamburger di tofu”, un chiaro esempio di come la regolamentazione eccessiva possa ostacolare l’innovazione e trattare gli individui con paternalismo.
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