2025-11-05 • La volatilità scuote i mercati: rimbalzo maschera problemi strutturali.

Evening Analysis – The Gist

La frustata di volatilità che ieri ha attraversato i listini globali – dal -4,6 % del Nikkei al -2 % del Nasdaq – sembrava l’inizio di una capitolazione, ma in poche ore l’S&P 500 ha recuperato lo 0,6 % e lo Stoxx 600 lo 0,3 %. Il “buy-the-dip” resta vivo, alimentato da utili solidi e liquidità abbondante, ma la distanza fra prezzi e fondamentali si allarga: Palantir vale ancora 250 volte gli utili, mentre Nvidia resta a +50 % da inizio anno. (reuters.com)

Il rimbalzo maschera crepe strutturali. In Asia il sell-off ha bruciato 320 mld $, l’ennesimo promemoria che l’intelligenza artificiale non immunizza contro tassi reali al 4 % e deficit fiscali in crescita. Negli Stati Uniti, la volatilità implicita (VIX) è balzata ai massimi da aprile, segnalando che la Fed divisa e il più lungo shutdown federale di sempre pesano sulle aspettative. (wsj.com)

Storicamente, correzioni sopra il 2 % in Asia seguite da un recupero parziale in Europa anticipano, nel 60 % dei casi, ulteriori flessioni a 30 giorni. I gestori che oggi inseguono il rimbalzo ignorano che gli utili globali crescono al 5 %, mentre i multipli del settore AI scontano un +20 %. Nel 2000 bastò un simile scollamento per trasformare una “pausa tecnica” in un mercato orso prolungato.

Come ricorda l’economista Mariana Mazzucato: «I mercati non sono leggi di natura; riflettono le scelte politiche e sociali che facciamo ogni giorno». È il momento di guardare oltre il pavloviano “comprare sul calo” e interrogarsi su quali scelte stiano davvero finanziando questo rally.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Wednesday, November 05, 2025

the Gist View

La frustata di volatilità che ieri ha attraversato i listini globali – dal -4,6 % del Nikkei al -2 % del Nasdaq – sembrava l’inizio di una capitolazione, ma in poche ore l’S&P 500 ha recuperato lo 0,6 % e lo Stoxx 600 lo 0,3 %. Il “buy-the-dip” resta vivo, alimentato da utili solidi e liquidità abbondante, ma la distanza fra prezzi e fondamentali si allarga: Palantir vale ancora 250 volte gli utili, mentre Nvidia resta a +50 % da inizio anno. (reuters.com)

Il rimbalzo maschera crepe strutturali. In Asia il sell-off ha bruciato 320 mld $, l’ennesimo promemoria che l’intelligenza artificiale non immunizza contro tassi reali al 4 % e deficit fiscali in crescita. Negli Stati Uniti, la volatilità implicita (VIX) è balzata ai massimi da aprile, segnalando che la Fed divisa e il più lungo shutdown federale di sempre pesano sulle aspettative. (wsj.com)

Storicamente, correzioni sopra il 2 % in Asia seguite da un recupero parziale in Europa anticipano, nel 60 % dei casi, ulteriori flessioni a 30 giorni. I gestori che oggi inseguono il rimbalzo ignorano che gli utili globali crescono al 5 %, mentre i multipli del settore AI scontano un +20 %. Nel 2000 bastò un simile scollamento per trasformare una “pausa tecnica” in un mercato orso prolungato.

Come ricorda l’economista Mariana Mazzucato: «I mercati non sono leggi di natura; riflettono le scelte politiche e sociali che facciamo ogni giorno». È il momento di guardare oltre il pavloviano “comprare sul calo” e interrogarsi su quali scelte stiano davvero finanziando questo rally.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Volatilità Tecnologica

I mercati globali mostrano segni di nervosismo, con i titoli tecnologici che guidano le recenti fluttuazioni. Dopo un significativo sell-off, attribuito ai timori per le valutazioni elevate di alcune società, si è assistito a un parziale recupero. Questa instabilità, a mio avviso, riflette un’incertezza più ampia: se da un lato l’innovazione in settori come l’intelligenza artificiale e il cloud continua a sostenere la crescita, dall’altro emergono dubbi sulla sostenibilità di tali valutazioni in un contesto di tassi d’interesse in evoluzione. Il presidente del World Economic Forum, Borge Brende, ha recentemente messo in guardia contro potenziali bolle speculative legate proprio all’IA e alle criptovalute.

Crisi di Fiducia Scientifica

Parallelamente, il mondo della ricerca scientifica affronta una crescente crisi di integrità. La diffusione di studi fabbricati o manipolati, un fenomeno amplificato dalle cosiddette “paper mills” (organizzazioni che producono articoli fraudolenti su commissione), minaccia la credibilità della scienza. Secondo uno studio, il numero di articoli ritrattati ha raggiunto il record di 10.000 nel 2023, evidenziando una tendenza preoccupante. L’intelligenza artificiale, se da un lato accelera la ricerca, dall’altro fornisce nuovi e potenti strumenti per la falsificazione, rendendo sempre più difficile distinguere il vero dal falso. Questo non è solo un problema accademico; erode la fiducia del pubblico e può avere conseguenze disastrose.

Integrità dell’Innovazione

Ritengo che questi due fenomeni, la volatilità del mercato tecnologico e la crisi della ricerca, siano legati. Entrambi mettono in discussione il valore e l’affidabilità dell’innovazione. La speculazione finanziaria rischia di gonfiare aspettative irrealistiche, mentre la frode scientifica avvelena le fondamenta della conoscenza su cui si basa il progresso tecnologico. Senza un solido ancoraggio a dati verificabili e a una crescita sostenibile, il rischio è quello di costruire un futuro su premesse fragili. La trasparenza e il rigore diventano quindi essenziali, non solo nei laboratori ma anche nei consigli di amministrazione.

Le dinamiche di questi settori chiave saranno decisive per il futuro; vi terremo aggiornati.

The European Perspective

Shein, lo stop francese

Nel dibattito tra libera iniziativa e regolamentazione, la Francia ha messo un piede sul freno dell’e-commerce. Il governo ha avviato una procedura per sospendere Shein, il colosso cinese del fast-fashion, a seguito del ritrovamento di prodotti controversi venduti da terzi sulla sua piattaforma. In risposta, l’azienda ha autonomamente e temporaneamente bloccato la sua sezione “marketplace” per rafforzare i controlli. Personalmente, vedo qui un chiaro esempio di come l’intervento statale, seppur motivato da preoccupazioni legittime sulla sicurezza dei consumatori, possa creare turbolenze per modelli di business innovativi. La vera sfida sarà trovare un equilibrio che non soffochi il mercato.

L’economia circolare vale oro

In Italia, l’innovazione dimostra il suo valore, letteralmente. Un nuovo studio del Politecnico di Milano rivela che l’economia circolare, quel modello virtuoso basato su riuso e riciclo, genererà risparmi per 18,3 miliardi di euro nel 2025. Questa cifra, in crescita rispetto ai 16,4 miliardi del 2024, rappresenta però solo il 15% del potenziale totale, stimato a 119 miliardi entro il 2030. Per me, questi dati non sono solo numeri: sono la prova che un approccio più libero e orientato al mercato verso la sostenibilità non solo funziona, ma è anche estremamente profittevole. È un segnale potente per gli imprenditori: investire in efficienza e sostenibilità è la via maestra.

Big Pharma e i prezzi calmierati

La tensione tra le case farmaceutiche statunitensi e il sistema sanitario pubblico britannico, il NHS, sta raggiungendo un punto di rottura. L’ambasciatore USA nel Regno Unito ha avvertito che i giganti farmaceutici americani potrebbero chiudere le loro operazioni nel paese se il governo non accetterà di pagare di più per i farmaci. Al centro della disputa c’è il meccanismo di prezzi calmierati del NHS, che limita i profitti e, a mio avviso, disincentiva gli investimenti in ricerca che sono vitali per l’innovazione medica. La minaccia di un esodo di quasi 2 miliardi di sterline in investimenti è un chiaro monito su come i controlli sui prezzi possano danneggiare un settore strategico.

La NATO e il riassetto americano

Sul fronte della difesa, il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha minimizzato la decisione statunitense di ritirare diverse centinaia di truppe dalla Romania, definendola un semplice “aggiustamento” della postura militare. Sebbene Rutte assicuri che la presenza militare USA in Europa rimanga più forte rispetto a prima del 2022, io credo che questi movimenti dovrebbero accelerare una riflessione sull’autonomia strategica europea. Di fronte a un mondo instabile, la sicurezza del nostro continente dipende sempre più dalla nostra capacità di cooperare e di farci carico delle nostre responsabilità, senza dipendere unicamente da Washington.

Continuate a seguirci per vedere come si evolveranno queste storie nella prossima edizione di The Gist.


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