2025-11-12 • Il Congresso USA ha concluso il più lungo shutdown federale, riportando stipendi a 1

Morning Intelligence – The Gist

La notizia-chiave delle ultime 24 ore è l’accordo del Congresso statunitense per porre fine al più lungo shutdown federale di sempre (41 giorni). Dopo il via libera del Senato (60–40) e l’atteso voto odierno alla Camera, 1,25 milioni di dipendenti pubblici riavranno salario arretrato, mentre i mercati globali hanno già festeggiato: MSCI Asia-Pacific +0,4 %, Nasdaq lunedì +2,3 %, Stoxx 600 +1,4 %(apnews.com)

Il costo dell’impasse è stato enorme: 16 miliardi $ in stipendi persi, 7 500 voli cancellati e un taglio stimato di 1,5 punti percentuali alla crescita USA del quarto trimestre. Se verranno davvero posticipati i dati macro, la Fed rischia di navigare “alla cieca”, spingendo gli operatori a scontare un taglio dei tassi già a dicembre(apnews.com)

Ma il compromesso rinvia al 2026 sia il nodo del deficit sia la proroga dei crediti ACA che hanno reso l’assicurazione sanitaria accessibile a 16 milioni di americani. In altre parole, Washington scambia liquidità immediata per instabilità strutturale: esattamente ciò che, dal 2011 a oggi, ha trasformato il tetto del debito e gli shutdown in ordigni a tempo che alimentano la sfiducia globale nel “benchmark” del rischio sovrano occidentale(apnews.com)

“Non c’è peggior spreco di risorse che la politica dell’intermittenza: spegnere lo Stato per riaccenderlo a metà forza significa normalizzare l’eccezione.” (Anne-Marie Slaughter, 2024).

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Wednesday, November 12, 2025

the Gist View

La notizia-chiave delle ultime 24 ore è l’accordo del Congresso statunitense per porre fine al più lungo shutdown federale di sempre (41 giorni). Dopo il via libera del Senato (60–40) e l’atteso voto odierno alla Camera, 1,25 milioni di dipendenti pubblici riavranno salario arretrato, mentre i mercati globali hanno già festeggiato: MSCI Asia-Pacific +0,4 %, Nasdaq lunedì +2,3 %, Stoxx 600 +1,4 %(apnews.com)

Il costo dell’impasse è stato enorme: 16 miliardi $ in stipendi persi, 7 500 voli cancellati e un taglio stimato di 1,5 punti percentuali alla crescita USA del quarto trimestre. Se verranno davvero posticipati i dati macro, la Fed rischia di navigare “alla cieca”, spingendo gli operatori a scontare un taglio dei tassi già a dicembre(apnews.com)

Ma il compromesso rinvia al 2026 sia il nodo del deficit sia la proroga dei crediti ACA che hanno reso l’assicurazione sanitaria accessibile a 16 milioni di americani. In altre parole, Washington scambia liquidità immediata per instabilità strutturale: esattamente ciò che, dal 2011 a oggi, ha trasformato il tetto del debito e gli shutdown in ordigni a tempo che alimentano la sfiducia globale nel “benchmark” del rischio sovrano occidentale(apnews.com)

“Non c’è peggior spreco di risorse che la politica dell’intermittenza: spegnere lo Stato per riaccenderlo a metà forza significa normalizzare l’eccezione.” (Anne-Marie Slaughter, 2024).

The Gist AI Editor

The Global Overview

La Guerra Fredda dei Chip

La corsa globale per il dominio tecnologico si sta surriscaldando, e l’Europa si trova in affanno. Mentre Stati Uniti e Cina trasformano le catene di approvvigionamento dei microchip in vere e proprie armi geopolitiche, l’Unione Europea (UE) fatica a definire una strategia industriale efficace. L’incapacità di Bruxelles di assicurare una solida produzione interna, a mio avviso, non è solo una debolezza economica, ma una vulnerabilità strategica che mette a rischio l’autonomia del continente. L’approccio centralizzato dell’UE, con iniziative come l’European Chips Act, rischia di essere troppo lento e burocratico per competere con l’aggressività di Washington e Pechino.

L’Assalto Coreano a Wall Street

Parallelamente, la tecnologia sta democratizzando la finanza a livello globale. Un esempio lampante arriva dalla Corea del Sud, dove i piccoli investitori, nel cosiddetto “Squid Game market”, stanno guidando l’interesse per i “meme stocks” americani. Il dato è impressionante: i loro possedimenti di azioni a Wall Street sono quasi raddoppiati quest’anno. A mio parere, questo fenomeno dimostra una vibrante ricerca di opportunità da parte di singoli individui, che utilizzano la tecnologia per superare i confini nazionali e partecipare direttamente ai mercati globali. È un’affermazione di libertà economica e un segnale di come i flussi di capitale siano sempre più decentralizzati.

Il quadro globale si complica e si arricchisce. Nuovi attori e nuove tecnologie ridisegnano le mappe del potere, come vedremo nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

L’offensiva (cinese) dell’e-commerce

Una nuova ondata di concorrenza digitale sta per investire l’Europa, e credo che dovremmo osservarla con grande attenzione. Il gigante cinese dell’e-commerce JD.com ha messo gli occhi su Ceconomy, il gruppo tedesco proprietario di MediaMarkt e Saturn, con un’offerta pubblica di acquisto da 2,2 miliardi di euro. Questa non è una semplice acquisizione, ma una mossa strategica per creare una piattaforma europea di nuova generazione per l’elettronica di consumo. L’operazione, che consentirebbe a JD.com di accedere a oltre mille negozi fisici in 11 paesi, segnala l’ambizione di sfidare direttamente il dominio di Amazon nel nostro continente, sfruttando un modello che unisce la capillarità del retail fisico alla potenza della logistica online.

Politica e industria, un confine labile

Nel frattempo, in Germania assistiamo a un interessante cambio di percorso. L’ex Ministro delle Finanze e leader dei liberali dell’FDP, Christian Lindner, passa dall’arena politica a quella industriale, assumendo la carica di vicepresidente del consiglio di amministrazione di Autoland AG, uno dei maggiori rivenditori di auto indipendenti del paese. Lindner ha dichiarato di voler lavorare “dove batte il cuore dell’economia tedesca”. A mio avviso, questa transizione da un ruolo chiave nella definizione delle politiche economiche a una posizione di vertice in un settore tradizionale come l’automotive solleva interrogativi importanti sull’intersezione tra politica e impresa, specialmente in un’era di profonde trasformazioni tecnologiche e di mercato.

Sussidi e proteste: il ritorno del gasolio agricolo

Sul fronte delle politiche economiche, il nuovo governo tedesco guidato da Friedrich Merz ha deciso di fare marcia indietro, ripristinando i sussidi sul gasolio agricolo. La misura, che avrà un costo stimato di 430 milioni di euro all’anno, risponde alle forti proteste del settore agricolo. Questa decisione evidenzia la perenne tensione tra le esigenze di bilancio, le pressioni dei gruppi di interesse e gli obiettivi ambientali, un dilemma che tutte le democrazie liberali si trovano a gestire.

Continuate a seguirci per vedere come si svilupperanno queste ed altre storie cruciali per l’Europa.


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