2025-11-16 • Londra limita l’asilo: stop a vitto e alloggio automatici, residenza

Morning Intelligence – The Gist

Buongiorno,

Lond​​ra alza di nuovo il ponte levatoio: la ministra Shabana Mahmood annuncia la fine del “diritto automatico” a vitto, alloggio e sussidi per i richiedenti asilo e l’estensione a 20 anni dell’attesa per la residenza permanente, copiando il modello danese. Con 111 .084 domande entro giugno 2025 (+14 % su base annua) e oltre 39 mila arrivi in barca, Downing Street scommette che la deterrenza fermerà i flussi e spegnerà la miccia populista di Reform UK. (reuters.com)

Ma i dati danesi raccontano altro: dopo un calo iniziale, Copenaghen spende ora di più per controlli, ricorsi e rimpatri rispetto al regime precedente, mentre l’integrazione langue. Il Regno Unito rischia di replicare un circuito costoso che trasforma la protezione in permesso precario, erodendo coesione sociale senza ridurre davvero l’immigrazione irregolare.

Storicamente, stretta e apertura migratoria si alternano: dall’Algerian War francese agli “Stop the Boats” australiani, ogni giro di vite ha prodotto nuove rotte e maggiore dipendenza da trafficanti. Ignorare questa lezione significa confondere la severità con l’efficacia.

Come ricorda l’economista Branko Milanović, “le società aperte non muoiono per troppa immigrazione, ma per la paura che la accompagna”. La vera sfida britannica non è alzare muri, bensì governare la mobilità globale con strumenti legali e quote di lavoro che riducano l’area grigia dell’illegalità.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Sunday, November 16, 2025

the Gist View

Buongiorno,

Lond​​ra alza di nuovo il ponte levatoio: la ministra Shabana Mahmood annuncia la fine del “diritto automatico” a vitto, alloggio e sussidi per i richiedenti asilo e l’estensione a 20 anni dell’attesa per la residenza permanente, copiando il modello danese. Con 111 .084 domande entro giugno 2025 (+14 % su base annua) e oltre 39 mila arrivi in barca, Downing Street scommette che la deterrenza fermerà i flussi e spegnerà la miccia populista di Reform UK. (reuters.com)

Ma i dati danesi raccontano altro: dopo un calo iniziale, Copenaghen spende ora di più per controlli, ricorsi e rimpatri rispetto al regime precedente, mentre l’integrazione langue. Il Regno Unito rischia di replicare un circuito costoso che trasforma la protezione in permesso precario, erodendo coesione sociale senza ridurre davvero l’immigrazione irregolare.

Storicamente, stretta e apertura migratoria si alternano: dall’Algerian War francese agli “Stop the Boats” australiani, ogni giro di vite ha prodotto nuove rotte e maggiore dipendenza da trafficanti. Ignorare questa lezione significa confondere la severità con l’efficacia.

Come ricorda l’economista Branko Milanović, “le società aperte non muoiono per troppa immigrazione, ma per la paura che la accompagna”. La vera sfida britannica non è alzare muri, bensì governare la mobilità globale con strumenti legali e quote di lavoro che riducano l’area grigia dell’illegalità.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Diamanti di Sangue, Regole Inefficaci

L’industria globale dei diamanti, rappresentata dal World Diamond Council (WDC), sta spingendo per una riforma del Processo di Kimberley (KP), il sistema di certificazione internazionale creato nel 2003 per eliminare i “diamanti insanguinati” dal mercato. La definizione attuale, vecchia di oltre vent’anni, si applica solo alle pietre grezze usate dai gruppi ribelli per finanziare guerre contro governi legittimi. A mio avviso, questa è una dimostrazione di come le normative internazionali possano diventare obsolete. La richiesta del settore di ampliare la definizione per includere violazioni dei diritti umani da parte di qualsiasi attore, statale o meno, dimostra che il mercato stesso, guidato dalla domanda di trasparenza dei consumatori, è un motore di cambiamento più potente degli accordi intergovernativi.

Il Costo Nascosto del Calore Indiano

In India, lo stress da calore sta avendo un impatto sproporzionato sulla salute e sul reddito delle donne, un problema che va oltre le semplici ondate di calore. Uno studio della FAO ha rilevato che le famiglie rurali guidate da donne perdono l’8% in più del loro reddito a causa dello stress da calore rispetto a quelle guidate da uomini. Se le temperature medie aumentassero di solo 1°C, questa perdita salirebbe a un impressionante 34% in più rispetto agli uomini. Questa non è solo una crisi climatica, ma una crisi del capitale umano che frena la produttività. Il problema evidenzia come le barriere strutturali e la mancanza di accesso a soluzioni di mercato, come tecnologie di raffreddamento a prezzi accessibili o infrastrutture adeguate, colpiscano in modo diseguale i segmenti più vulnerabili della forza lavoro.

Il Prezzo dello Schermo sullo Sviluppo

Un nuovo studio del National Bureau of Economic Research (NBER) ha analizzato l’impatto del consumo di video sullo sviluppo del capitale umano nei bambini in età scolare. La ricerca rileva che ogni ora aggiuntiva di visione quotidiana di video ha un impatto negativo sulle competenze non cognitive, riducendole in media di 0,091 deviazioni standard e incidendo su comportamenti come la depressione e le difficoltà sociali. Sebbene lo studio abbia trovato un effetto positivo sulle abilità matematiche, l’impatto complessivo sulle capacità cognitive aggregate è risultato non statisticamente significativo. Pur diffidando di un intervento statale prescrittivo, questi dati rappresentano un chiaro avvertimento sull’erosione a lungo termine del capitale umano, fondamentale per la prosperità futura.

Esploreremo le implicazioni di queste tendenze nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Stato e Individuo: un Equilibrio Precario

Nel Regno Unito, il nuovo governo laburista ha confermato una svolta decisiva nelle politiche di asilo, una mossa che, a mio avviso, solleva interrogativi sul rapporto tra sicurezza nazionale e diritti individuali. La durata dello status di rifugiato verrà ridotta da cinque anni a trenta mesi e saranno necessari vent’anni, anziché gli attuali cinque, per richiedere la residenza permanente. La Ministra degli Interni, Shabana Mahmood, ha dichiarato di voler “mettere fine al biglietto d’oro del Regno Unito per i richiedenti asilo”. Personalmente, ritengo che, pur essendo legittima la ricerca di un sistema più sostenibile, occorra vigilare affinché queste misure non compromettano la capacità di integrazione e la speranza di chi fugge da persecuzioni.

La Regolamentazione Eccessiva e il Mercato

In Italia, si assiste a un nuovo tentativo di arginare il fenomeno del telemarketing “selvaggio”, un settore che genera un giro d’affari di tre miliardi di euro. Da mercoledì 19 novembre entrerà in vigore un blocco per le chiamate commerciali provenienti da falsi numeri di cellulare italiani. Sebbene l’intento di proteggere i cittadini sia lodevole, mi chiedo se un’ulteriore stretta normativa sia la soluzione più efficace o se, al contrario, possa soffocare un’industria significativa senza risolvere il problema alla radice, spesso legato all’impossibilità di far rispettare le regole esistenti.

Energia e Geopolitica: il Nodo Russo

Il dibattito in Germania sul futuro delle forniture energetiche russe rivela una profonda spaccatura strategica in Europa. Le recenti dichiarazioni del Ministro Presidente della Sassonia, Michael Kretschmer, su un possibile ritorno all’energia russa hanno suscitato la dura reazione del collega di partito Roderich Kiesewetter, che le ha definite “assurde” e “un controsenso per la sicurezza politica” mentre la Russia continua la sua aggressione in Ucraina. Questa polemica evidenzia la tensione tra pragmatismo economico e la necessità, a mio parere imprescindibile, di una politica estera coerente e ferma contro l’autoritarismo.

Intervento Statale e Libero Mercato Europeo

La decisione dell’autorità tedesca di bloccare l’acquisizione di una quota del 24,99% di Open Grid Europe da parte dell’italiana Snam, per motivi di sicurezza degli investimenti esteri, è un chiaro esempio di come le logiche nazionali possano ancora prevalere sul principio di un mercato unico europeo. Questo stop, a mio avviso, rappresenta un’occasione mancata per una maggiore integrazione delle reti energetiche continentali e solleva dubbi sulla reale apertura dei mercati strategici, anche tra partner europei.

Le dinamiche in atto sono complesse e in continua evoluzione; vi invito a seguirne gli sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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