2025-11-17 • Zelensky e Macron firmano per 100 caccia Rafale. Parigi mira a raff

Evening Analysis – The Gist

La firma odierna tra Zelensky e Macron per l’acquisto di 100 caccia Rafale – circa 12 mld $ di hardware aeronautico e sistemi antiaerei finanziati in parte con fondi UE e (forse) asset russi congelati – sposta l’ago della bilancia aerea sul fronte orientale, mentre Mosca avanza nel Donbass. (reuters.com)

Ma dietro l’annuncio si intravede molto più di un semplice upgrade tecnologico: Parigi usa l’accordo per consolidare la propria filiera difensiva europea dopo anni di vendite a paesi del Golfo, segnando un ritorno strategico del «made in EU» in una guerra che aveva finora dipeso da F-16 e Patriot statunitensi. L’Europa, sotto pressione fiscale interna, sceglie di socializzare il rischio bellico mentre fatica a investire con la stessa decisione in cultura o lotta all’evasione, pur dichiarandole priorità sociali.

Il paradosso è evidente: si trova consenso politico per mutualizzare debito militare, non per rafforzare il welfare creativo che alimenta la coesione democratica. Se l’UE finanzierà i Rafale con obbligazioni comuni, perché non farlo per sostenere artisti o colmare i 825 mld € annui di tasse evase stimati dalla Commissione?

«Il futuro appartiene a chi ha il coraggio di immaginare sistemi diversi prima che la realtà li imponga», ricorda Mariana Mazzucato.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Monday, November 17, 2025

the Gist View

La firma odierna tra Zelensky e Macron per l’acquisto di 100 caccia Rafale – circa 12 mld $ di hardware aeronautico e sistemi antiaerei finanziati in parte con fondi UE e (forse) asset russi congelati – sposta l’ago della bilancia aerea sul fronte orientale, mentre Mosca avanza nel Donbass. (reuters.com)

Ma dietro l’annuncio si intravede molto più di un semplice upgrade tecnologico: Parigi usa l’accordo per consolidare la propria filiera difensiva europea dopo anni di vendite a paesi del Golfo, segnando un ritorno strategico del «made in EU» in una guerra che aveva finora dipeso da F-16 e Patriot statunitensi. L’Europa, sotto pressione fiscale interna, sceglie di socializzare il rischio bellico mentre fatica a investire con la stessa decisione in cultura o lotta all’evasione, pur dichiarandole priorità sociali.

Il paradosso è evidente: si trova consenso politico per mutualizzare debito militare, non per rafforzare il welfare creativo che alimenta la coesione democratica. Se l’UE finanzierà i Rafale con obbligazioni comuni, perché non farlo per sostenere artisti o colmare i 825 mld € annui di tasse evase stimati dalla Commissione?

«Il futuro appartiene a chi ha il coraggio di immaginare sistemi diversi prima che la realtà li imponga», ricorda Mariana Mazzucato.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Il mercato si consolida

Il dinamismo del mercato globale si manifesta attraverso due importanti operazioni di fusione e acquisizione. Johnson & Johnson ha annunciato l’acquisto della società biotech Halda Therapeutics per 3,05 miliardi di dollari, una mossa che rafforza la sua pipeline nel settore oncologico. Parallelamente, Gibraltar Industries ha rilevato il produttore di coperture OmniMax International per 1,34 miliardi di dollari. A mio avviso, questi accordi non sono solo cifre: rappresentano il capitale che si muove liberamente per premiare l’innovazione e creare efficienza industriale, un segnale di vitalità in un contesto economico complesso.

Rischio geopolitico sul Danubio

La guerra in Ucraina proietta la sua ombra direttamente sui confini della NATO. Un attacco di droni russi ha incendiato una nave cisterna carica di gas sul fiume Danubio, a pochi metri dal territorio rumeno. Le autorità locali hanno evacuato un villaggio, con il sindaco Tudor Cernega che ha avvertito che la nave “potrebbe esplodere da un momento all’altro”. Questo incidente va oltre il bollettino di guerra: è una dimostrazione tangibile di come l’aggressione di uno stato possa minacciare le catene di approvvigionamento energetico e creare un’instabilità che impone un costo reale all’intera economia globale.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Equilibri di Potere: La Via Europea in Cina

La Germania naviga le complesse acque delle relazioni con Pechino. La visita del Ministro delle Finanze Lars Klingbeil (SPD) non è passata inosservata: da un lato, la richiesta di un accesso più equo al mercato cinese per le imprese tedesche e a materie prime critiche; dall’altro, un appello alla Cina affinché svolga un ruolo di mediazione nel conflitto ucraino. Personalmente, ritengo che questa mossa evidenzi il dilemma europeo: la necessità di proteggere i nostri interessi economici e promuovere il libero scambio, senza però cedere sui principi di concorrenza leale e sui diritti umani, un equilibrio sempre più difficile da mantenere.

Legalità e Mercato: La Ricetta Italiana

In Italia, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ribadisce un concetto cardine per ogni liberale: “Quando le tasse vengono pagate da tutti in modo equo… il sistema funziona”. A mio avviso, il suo discorso centra il punto: l’evasione fiscale e i crimini economici non sono solo un furto ai danni della collettività, ma una vera e propria minaccia alla stabilità democratica e una distorsione della libera concorrenza che danneggia le imprese oneste. Un mercato può essere veramente libero e prospero solo se opera all’interno di un solido stato di diritto.

Segnali dai Mercati Finanziari Europei

I mercati inviano segnali contrastanti. Il prezzo del gas, punto di riferimento per i costi energetici in Europa, ha visto i future TTF di Amsterdam salire a 31,54 euro per megawattora. Questo leggero aumento ci ricorda quanto il settore energetico resti un nervo scoperto per la nostra economia. Al contempo, giunge una nota positiva dal mercato obbligazionario: lo spread, ovvero il differenziale di rendimento tra i titoli di stato decennali italiani (BTP) e quelli tedeschi (Bund), si è ridotto a 73,3 punti base. Questo restringimento indica una maggiore fiducia degli investitori nella stabilità finanziaria italiana, un dato incoraggiante per l’intera Eurozona.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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