2025-12-02 • Hamas ha consegnato i resti di un ostaggio alla Croce Rossa. Questa

Evening Analysis – The Gist

La notizia più densa di conseguenze delle ultime 24 ore viene da Gaza: Hamas ha consegnato alla Croce Rossa i resti di uno degli ultimi due ostaggi ancora detenuti, verosimilmente il cittadino thailandese Sudthisak Rinthalak o il poliziotto israeliano Ran Gvili. L’operazione porta a 27 il numero complessivo di salme restituite dall’inizio del cessate-il-fuoco del 10 ottobre, mentre i militari israeliani stimano oltre 70 000 vittime palestinesi dall’attacco del 7 ottobre 2023. (reuters.com)

L’apparente gesto umanitario è, in realtà, arte negoziale: Hamas punta a mantenere aperti i canali con Qatar ed Egitto, mentre il governo Netanyahu, in crisi interna, alterna pressioni militari mirate e simboli di “ritorno a casa” per placare l’opinione pubblica israeliana. Ogni bara restituita è una leva psicologica che vale più di centinaia di razzi.

Il quadro rivela una tendenza sistemica: la “diplomazia dei cadaveri” diventa valuta nelle guerre asimmetriche, spostando l’asse dal diritto internazionale al calcolo di costo-beneficio politico. Finché le parti monetizzeranno i corpi – vivi o morti – la tregua resterà fragile, e gli attori esterni (USA, UE, paesi del Golfo) saranno costretti a finanziare, più che a risolvere, il conflitto.

“L’umanità comincia quando smettiamo di usare i morti per trattare con i vivi”, ricorda la filosofa Rosi Braidotti. Che Gaza non sia l’eccezione permanente.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Tuesday, December 02, 2025

the Gist View

La notizia più densa di conseguenze delle ultime 24 ore viene da Gaza: Hamas ha consegnato alla Croce Rossa i resti di uno degli ultimi due ostaggi ancora detenuti, verosimilmente il cittadino thailandese Sudthisak Rinthalak o il poliziotto israeliano Ran Gvili. L’operazione porta a 27 il numero complessivo di salme restituite dall’inizio del cessate-il-fuoco del 10 ottobre, mentre i militari israeliani stimano oltre 70 000 vittime palestinesi dall’attacco del 7 ottobre 2023. (reuters.com)

L’apparente gesto umanitario è, in realtà, arte negoziale: Hamas punta a mantenere aperti i canali con Qatar ed Egitto, mentre il governo Netanyahu, in crisi interna, alterna pressioni militari mirate e simboli di “ritorno a casa” per placare l’opinione pubblica israeliana. Ogni bara restituita è una leva psicologica che vale più di centinaia di razzi.

Il quadro rivela una tendenza sistemica: la “diplomazia dei cadaveri” diventa valuta nelle guerre asimmetriche, spostando l’asse dal diritto internazionale al calcolo di costo-beneficio politico. Finché le parti monetizzeranno i corpi – vivi o morti – la tregua resterà fragile, e gli attori esterni (USA, UE, paesi del Golfo) saranno costretti a finanziare, più che a risolvere, il conflitto.

“L’umanità comincia quando smettiamo di usare i morti per trattare con i vivi”, ricorda la filosofa Rosi Braidotti. Che Gaza non sia l’eccezione permanente.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Tensioni in Medio Oriente

Una finestra per un accordo con la Siria sembra aprirsi, ma a condizioni precise. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato possibile un’intesa, a seguito di un monito del presidente Trump contro azioni che possano destabilizzare Damasco. La mia analisi è che Gerusalemme stia agendo con pragmatico realismo: sul tavolo, la richiesta di un’ampia zona cuscinetto demilitarizzata che si estenda fino a Damasco. Si tratta di una mossa che riflette la priorità assoluta della sicurezza nazionale, specialmente in un contesto regionale in continua evoluzione e ridefinizione degli equilibri.

Il Petrolio Russo e i Mercati

Le sanzioni e le restrizioni sul greggio russo stanno creando evidenti frizioni logistiche. La quantità di petrolio russo bloccato su navi cisterna in mare è aumentata di oltre il 20% dalla fine di agosto. Questo dato suggerisce che, più che bloccare il flusso, le misure restrittive ne stanno rallentando la consegna, costringendo il mercato a trovare percorsi alternativi. Credo che questo fenomeno evidenzi la naturale resilienza delle catene di approvvigionamento globali, che tendono a riorganizzarsi di fronte a ostacoli di natura politica, per quanto significativi.

Guerra dei Chip: L’Avanzata di Amazon

La competizione nel settore dei semiconduttori per l’intelligenza artificiale si fa sempre più accesa. Amazon ha accelerato lo sviluppo dei suoi chip AI, entrando in diretta competizione con giganti come Nvidia e Google. Questa non è solo una battaglia per la supremazia tecnologica, ma una mossa strategica per ridurre la dipendenza da un singolo fornitore e offrire alternative competitive ai clienti del cloud. Ritengo che una maggiore concorrenza in questo settore critico non possa che stimolare l’innovazione e portare a una riduzione dei costi a vantaggio delle imprese.

Rischio Fiscale Globale

Un segnale di allarme risuona sull’economia globale, legato al crescente debito pubblico. Secondo stime del Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico potrebbe raggiungere il 120% del PIL nelle economie avanzate entro il 2028. In un’era di tassi di interesse strutturalmente più alti e crescita debole, la sostenibilità fiscale diventa un tema non più rinviabile. Questo scenario, a mio avviso, richiede una riflessione seria sulla necessità di limitare la spesa pubblica e favorire politiche che incentivino la crescita economica e l’iniziativa privata.

Approfondiremo le implicazioni di questi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Prospettive Economiche a Due Velocità

Nel mio ultimo briefing, ho analizzato i dati contrastanti che modellano il nostro orizzonte economico. Da un lato, l’agenzia di rating Moody’s ha emesso un outlook, ovvero una previsione, negativo per l’Unione Europea e il Regno Unito fino al 2026, citando frammentazione politica e pressioni fiscali come rischi primari. Questo, in termini pratici, segnala una minore fiducia nella stabilità del debito sovrano, potendo rendere più costoso per i governi finanziarsi sui mercati. D’altro canto, osserviamo un dato incoraggiante dal mercato energetico: il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam, il punto di riferimento europeo, è sceso a 28 euro per megawattora, aggiornando i minimi da marzo 2022. Un sollievo tangibile per le bollette di famiglie e imprese.

Alleanze Atlantiche Sotto Esame

La coesione della NATO, l’alleanza militare che lega Europa e Nord America, è un pilastro della nostra sicurezza. Tuttavia, segnali di scricchiolio emergono. Durante l’ultimo vertice a Bruxelles, incentrato sul sostegno cruciale all’Ucraina, si è notata l’assenza del Segretario di Stato americano, Marco Rubio. Mentre il nuovo Segretario Generale, Marc Rutte, prendeva le redini, questa assenza solleva interrogativi sulla tenuta dell’impegno americano. Personalmente, ritengo che l’Europa debba accelerare sulla via di una maggiore autonomia strategica, poiché l’affidabilità degli alleati non può essere data per scontata.

L’Ombra della Politica sulle Banche Centrali

Dagli Stati Uniti, il Presidente Donald Trump lancia un avvertimento che travalica l’Atlantico: ha annunciato l’intenzione di nominare un nuovo governatore della Federal Reserve, la banca centrale americana, all’inizio del 2026, criticando l’attuale presidente per non aver tagliato i tassi d’interesse. L’indipendenza delle banche centrali dalla politica è un caposaldo della stabilità monetaria. Vederla messa in discussione dalla più grande economia del mondo è un fattore di incertezza globale che, inevitabilmente, si ripercuote anche sulla stabilità dell’Euro.

Fratture Interne in Germania

Uno sguardo attento alla Germania, motore economico dell’UE, rivela tensioni significative. Mentre l’ala giovanile dell’AfD, partito di destra radicale, adotta una strategia di apparente moderazione per celare contenuti estremisti, la CDU, il principale partito di centro-destra, è attraversata da profonde divisioni interne sulla riforma delle pensioni. Questo scenario tedesco è emblematico di una sfida più ampia per le democrazie liberali europee: la difficoltà dei partiti tradizionali nel trovare soluzioni sostenibili a problemi complessi, lasciando spazio a narrazioni populiste.

Vi invito a seguire i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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