Siamo soli nell’universo?
La scienziata spaziale Dame Maggie Aderin-Pocock, che ha contribuito alla realizzazione di strumenti per il telescopio James Webb, si dichiara convinta dell’esistenza di vita oltre la Terra. Nelle sue prossime, prestigiose conferenze alla Royal Institution, esplorerà proprio i grandi interrogativi ancora aperti dalla scienza spaziale. A mio avviso, la sua prospettiva non è solo scientificamente fondata, ma rappresenta un antidoto necessario all’antropocentrismo. L’idea che in un universo così vasto l’unica scintilla di vita sia sulla Terra mi appare statisticamente improbabile e, francamente, un po’ presuntuosa. L’esplorazione spaziale incarna lo spirito di innovazione che ci spinge a superare i nostri limiti.
La scienza del diritto applicata alla politica
In Italia, la Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo “Open Arms”, assolvendo in via definitiva il ministro Matteo Salvini dall’accusa di sequestro di persona. La vicenda risale all’agosto 2019, quando l’allora Ministro dell’Interno vietò lo sbarco a 147 migranti. “Difendere i confini non è reato”, è stato il suo commento. Questa sentenza, al di là delle implicazioni politiche, rappresenta un test per lo stato di diritto: le decisioni di un governo, seppur controverse, devono essere giudicate secondo la legge, non sulla base dell’emotività. È un principio cardine di una democrazia liberale matura.
Più regolamentazione per una maggiore efficienza?
Sempre in Italia, approda alla Camera una proposta di legge per riformare la gestione dei condomini. Tra le novità: l’obbligo di laurea e l’istituzione di un albo professionale per gli amministratori. La proposta nasce da un dato allarmante: il 35% di tutto il contenzioso civile italiano riguarda liti condominiali. Se da un lato la professionalizzazione di una figura così centrale è auspicabile per ridurre le dispute, dall’altro, come liberale, mi chiedo se la creazione di nuovi albi e requisiti stringenti non rischi di creare barriere all’ingresso, limitando la concorrenza e aumentando i costi per i cittadini.
Le cifre della speranza
Mentre ci avviciniamo alle festività, in Spagna la spesa media per la tradizionale lotteria di Natale ha raggiunto i 76 euro a persona. Si tratta di un piccolo ma significativo indicatore economico-sociale: in un mercato libero, la gente è sovrana nello scegliere come allocare le proprie risorse, anche investendo in una probabilità statistica estremamente bassa. Questo rituale collettivo, al di là del gioco d’azzardo, riflette un bisogno umano di speranza e partecipazione che lo Stato, tramite il suo monopolio, ha saputo intercettare e trasformare in un’enorme fonte di entrate.
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