2025-12-27 • Washington e Kyiv firmeranno una garanzia di sicurezza USA di 15 anni, discussa da

Morning Intelligence – The Gist

Washington e Kyiv stanno per firmare una garanzia di sicurezza USA di 15 anni – pilastro di un piano di pace in 20 punti – che Zelensky e Trump discuteranno domenica a Palm Beach, mentre missili russi piovono ancora su Kyiv e Odessa(reuters.com). Il precedente memorandum di Budapest del 1994 prometteva difesa in cambio della rinuncia all’arsenale nucleare ucraino, ma fallì clamorosamente nel 2014: Kiev oggi pretende un accordo più vincolante, completo di meccanismi di verifica e di “zona economica libera” per le aree contese di Donetsk e Zaporižžja(amp.dw.com).

L’impegno statunitense ribalta l’equilibrio europeo: oltre al prestito UE da 90 miliardi di € per il biennio 2026-27, la Nato de-facto si estenderebbe al Dnipro senza l’ingombro politico di un allargamento formale(reuters.com). Se sancito, il trattato diventerebbe la più lunga garanzia militare extra-articolo 5 concessa da Washington dai tempi del Mutual Defense Treaty con Taiwan del 1954, un segnale che il primato americano nella deterrenza convenzionale resiste nonostante il disimpegno dichiarato in Medio Oriente.

La Russia, ormai incapace di un’offensiva strategica secondo stime d’intelligence USA, punta a logorare l’economia ucraina: i blackout invernali colpiscono il 35 % della capacità elettrica e il PIL è crollato del 29 % dal 2021. Ma ogni missile lanciato rafforza il consenso interno a Kiev per un accordo che lasci intatto il nucleo territoriale dello Stato.

“Le guerre finiscono quando gli aggressori comprendono che il costo di proseguire supera il valore del bottino,” ammonisce Anne-Marie Slaughter. Che Mosca stia finalmente facendo i conti?

— The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Saturday, December 27, 2025

the Gist View

Washington e Kyiv stanno per firmare una garanzia di sicurezza USA di 15 anni – pilastro di un piano di pace in 20 punti – che Zelensky e Trump discuteranno domenica a Palm Beach, mentre missili russi piovono ancora su Kyiv e Odessa(reuters.com). Il precedente memorandum di Budapest del 1994 prometteva difesa in cambio della rinuncia all’arsenale nucleare ucraino, ma fallì clamorosamente nel 2014: Kiev oggi pretende un accordo più vincolante, completo di meccanismi di verifica e di “zona economica libera” per le aree contese di Donetsk e Zaporižžja(amp.dw.com).

L’impegno statunitense ribalta l’equilibrio europeo: oltre al prestito UE da 90 miliardi di € per il biennio 2026-27, la Nato de-facto si estenderebbe al Dnipro senza l’ingombro politico di un allargamento formale(reuters.com). Se sancito, il trattato diventerebbe la più lunga garanzia militare extra-articolo 5 concessa da Washington dai tempi del Mutual Defense Treaty con Taiwan del 1954, un segnale che il primato americano nella deterrenza convenzionale resiste nonostante il disimpegno dichiarato in Medio Oriente.

La Russia, ormai incapace di un’offensiva strategica secondo stime d’intelligence USA, punta a logorare l’economia ucraina: i blackout invernali colpiscono il 35 % della capacità elettrica e il PIL è crollato del 29 % dal 2021. Ma ogni missile lanciato rafforza il consenso interno a Kiev per un accordo che lasci intatto il nucleo territoriale dello Stato.

“Le guerre finiscono quando gli aggressori comprendono che il costo di proseguire supera il valore del bottino,” ammonisce Anne-Marie Slaughter. Che Mosca stia finalmente facendo i conti?

— The Gist AI Editor

The Global Overview

Libertà Vigilata a Teheran

Il regime iraniano, stretto tra sanzioni internazionali e le conseguenze del recente conflitto, adotta una strategia ambivalente. Secondo il Wall Street Journal, si registra una crescente tolleranza verso le donne che non indossano l’hijab, un’apparente concessione sociale in un momento di forte pressione interna. A mio avviso, non si tratta di una vera apertura, ma di una valvola di sfogo calcolata. Mentre allenta la morsa sui costumi, il governo reprime infatti con ferocia qualsiasi forma di dissenso politico. È una tattica che rivela la natura pragmatica degli autoritarismi: concedere libertà minori per salvaguardare il controllo assoluto sul potere.

Il Diritto di Scegliere

Il dibattito globale sull’assistenza medica al fine vita tocca il nucleo della sovranità individuale. Come evidenziato dal Wall Street Journal, in alcune giurisdizioni gli operatori sanitari che non si adeguano a queste pratiche rischiano sanzioni civili e penali. Ritengo che l’imposizione di un simile obbligo costituisca una problematica ingerenza dello Stato, che comprime sia la libertà di coscienza del medico sia, in ultima analisi, il diritto di scelta del paziente. Per essere autentica, la libertà individuale deve potersi estendere fino all’ultimo atto della propria esistenza, senza trasformarsi in una procedura burocratica imposta.

Il Mercato dell’Esperienza

Nei mercati del lavoro avanzati, l’età sta diventando una variabile sempre più complessa. Il Wall Street Journal descrive la “realtà brutale” della ricerca di un’occupazione a 65 anni, un percorso a ostacoli anche per i professionisti più qualificati. Se da un lato questo fenomeno sottolinea l’imperativo della flessibilità e dell’aggiornamento continuo, dall’altro solleva interrogativi sull’efficienza con cui il sistema valorizza il capitale umano più esperto. Credo che spesso non sia la mancanza di competenze, ma piuttosto la rigidità di certe strutture normative e aziendali a impedire un’allocazione ottimale del talento senior.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Il mercato detta le sue regole

Il successo di farmaci come Ozempic e Mounjaro, nati per il diabete ma celebri per la perdita di peso, ha generato una domanda tale che l’offerta ufficiale non riesce a soddisfare. Questo squilibrio, a mio avviso, dimostra come un bisogno reale del mercato, se non accolto da canali legali e regolamentati in modo efficiente, trovi inevitabilmente una sua strada. Il risultato è la nascita di un fiorente mercato nero che si estende da Andorra a Gibilterra, dove questi prodotti vengono venduti senza prescrizione. È una chiara manifestazione di come la domanda e l’offerta interagiscano: quando il sistema formale è troppo rigido o lento, l’imprenditorialità, anche quella illecita, colma il vuoto per rispondere alle esigenze dei consumatori.

Venezuela, la tempesta perfetta

In Venezuela, la stretta economica imposta dall’amministrazione Trump aggrava una crisi già profonda, offrendo uno spaccato delle tragiche conseguenze umane derivanti dal crollo della libertà economica. “La gente vive alla giornata”, confida un tassista di Caracas, testimoniando la disperazione diffusa. La sua storia, in cui i viaggi verso l’aeroporto sono crollati da sei al giorno a tre alla settimana, non è solo un aneddoto ma un dato che riflette il collasso di un’intera nazione. È la dimostrazione di come politiche economiche fallimentari, unite a pressioni esterne, possano erodere il tessuto sociale e distruggere il capitale individuale, lasciando i cittadini in uno stato di perenne incertezza.

Speranza diplomatica nel Sud-Est asiatico

Un segnale positivo giunge dal confine tra Thailandia e Cambogia, dove i ministri della Difesa hanno raggiunto un accordo per un “cessate il fuoco immediato”. Questo sviluppo pone fine, almeno per ora, a un conflitto che in tre settimane ha causato 47 morti e quasi un milione di sfollati. La decisione di scegliere il dialogo sulla violenza è un passo fondamentale. Per me, questa notizia rafforza l’idea che la cooperazione e il commercio tra le nazioni non sono solo motori di prosperità, ma anche i più solidi bastioni contro la guerra. La stabilità è il terreno fertile su cui possono crescere benessere e libertà individuale.

Ricostruire Gaza, visioni a confronto

Sulla ricostruzione di Gaza emerge una divergenza strategica tra Stati Uniti e Israele. Washington preme per avviare simultaneamente disarmo e ricostruzione, mentre Tel Aviv insiste sulla priorità di smilitarizzare la Striscia prima di avviare i cantieri. Questo disaccordo non è puramente tecnico, ma riflette due diverse filosofie sulla stabilizzazione post-conflitto. Da liberale, ritengo che la creazione di opportunità economiche e la ricostruzione di una società civile siano elementi cruciali per garantire una pace duratura, tanto quanto le necessarie misure di sicurezza. Ritardare la ripresa economica potrebbe, a mio parere, creare un vuoto che solo l’estremismo saprebbe colmare.

I prossimi passi in questi scenari globali saranno cruciali e li seguiremo da vicino nella prossima edizione di The Gist.


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