2025-08-07 • BoE taglia tasso al 4%; divisioni interne e mercati scettici.

Evening Analysis – The Gist

La Banca d’Inghilterra ha tagliato oggi il tasso base dallo 4,25 al 4 per cento, con un voto risicato (5-4) che rivela fratture interne sulla diagnosi d’inflazione e crescita. È il quinto taglio in un anno, ma il primo effettuato nonostante l’inflazione al 3,6 per cento, quasi il doppio dell’obiettivo. I mercati hanno reagito con un rialzo immediato di sterlina e gilt, segnalando scetticismo sulla possibilità di ulteriori riduzioni rapide. (reuters.com, apnews.com)

In controluce, la scelta di Bailey conferma un pendolo europeo: dopo l’anno di “allentamento preventivo” della BCE, anche Threadneedle Street sacrifica ortodossia anti-inflazionistica per evitare la stagnazione fiscale indotta dall’austerità post-pandemia e dalla guerra tariffaria USA-Cina. Ma il voto spaccato e la previsione d’inflazione al 2 per cento solo nel 2027 avvertono che la fase espansiva sarà più breve di quanto s’immagini. (ft.com)

Storicamente, quando la BoE ha tagliato in contesti di inflazione sopra target (1932, 1976), l’effetto è stato un rimbalzo di prezzi sei-dodici mesi dopo. Se lo schema si ripetesse, Westminster rischia di pagare con nuovo aumento dei rendimenti proprio mentre annuncia maxi-investimenti green da 30 miliardi di sterline.

“Il compito dell’economista,” ricorda Dani Rodrik, “è segnalare quando le linee di tendenza diventano linee di faglia”. Il taglio odierno non è una panacea: è un crepaccio che rivela quanto fragile resti l’equilibrio tra politica monetaria e strategia industriale post-Brexit.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Thursday, August 07, 2025

In Focus

La Banca d’Inghilterra ha tagliato oggi il tasso base dallo 4,25 al 4 per cento, con un voto risicato (5-4) che rivela fratture interne sulla diagnosi d’inflazione e crescita. È il quinto taglio in un anno, ma il primo effettuato nonostante l’inflazione al 3,6 per cento, quasi il doppio dell’obiettivo. I mercati hanno reagito con un rialzo immediato di sterlina e gilt, segnalando scetticismo sulla possibilità di ulteriori riduzioni rapide. (reuters.com, apnews.com)

In controluce, la scelta di Bailey conferma un pendolo europeo: dopo l’anno di “allentamento preventivo” della BCE, anche Threadneedle Street sacrifica ortodossia anti-inflazionistica per evitare la stagnazione fiscale indotta dall’austerità post-pandemia e dalla guerra tariffaria USA-Cina. Ma il voto spaccato e la previsione d’inflazione al 2 per cento solo nel 2027 avvertono che la fase espansiva sarà più breve di quanto s’immagini. (ft.com)

Storicamente, quando la BoE ha tagliato in contesti di inflazione sopra target (1932, 1976), l’effetto è stato un rimbalzo di prezzi sei-dodici mesi dopo. Se lo schema si ripetesse, Westminster rischia di pagare con nuovo aumento dei rendimenti proprio mentre annuncia maxi-investimenti green da 30 miliardi di sterline.

“Il compito dell’economista,” ricorda Dani Rodrik, “è segnalare quando le linee di tendenza diventano linee di faglia”. Il taglio odierno non è una panacea: è un crepaccio che rivela quanto fragile resti l’equilibrio tra politica monetaria e strategia industriale post-Brexit.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Today’s international developments span multiple important areas. Key stories include economic developments, political changes, and technological advances.

Full details are available in the source links below.

The European Perspective

Innovazione UE e il dilemma israeliano

Trovo affascinante osservare come l’Unione Europea gestisca le sue complesse relazioni internazionali attraverso la politica di innovazione. L’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), un ente finanziato dal programma di ricerca Horizon dell’UE, ha recentemente lanciato un nuovo bando da 16,8 milioni di euro che mantiene i legami con il suo hub tecnologico in Israele. Da un lato, questa collaborazione sfrutta l’innegabile dinamismo dell’ecosistema startup israeliano. D’altra parte, emerge un dibattito sulla coerenza di tali finanziamenti, viste le preoccupazioni sul ruolo della tecnologia israeliana in operazioni militari. Per me, questo evidenzia la perenne tensione tra il promuovere l’innovazione senza confini e l’aderire a principi etici e geopolitici.

L’oro svizzero e la logica dei dazi

La recente imposizione da parte del presidente Trump di un dazio del 39% sulle importazioni svizzere offre una lezione magistrale su come le statistiche commerciali possano essere fuorvianti se non analizzate a fondo. La misura non è stata dettata da un’invasione di beni a basso costo, ma dal ruolo preponderante della Svizzera nella raffinazione di oltre due terzi dell’oro mondiale, un’attività che gonfia in modo sproporzionato i dati sull’export. Questo caso dimostra come un’industria altamente specializzata possa distorcere gli indicatori economici, fornendo un pretesto per politiche protezionistiche. A mio avviso, è un chiaro esempio di come decisioni politiche affrettate possano derivare da una lettura superficiale dei dati, ignorando le complesse realtà del commercio globale.

Un respiro sui costi dell’energia

Una buona notizia per consumatori e imprese europee arriva dal mercato dell’energia, con il prezzo del gas naturale che si è assestato in leggero calo a 32,9 euro per Megawattora sulla piazza di Amsterdam. Questo indice, noto come TTF, funge da riferimento per l’intero continente, e il suo andamento influenza direttamente il costo dell’energia che alimenta le nostre case e le nostre industrie. Sebbene la variazione sia modesta, segnala una relativa stabilità in un mercato fondamentale. Credo che questo rifletta i benefici di mercati funzionanti, dove l’interazione tra domanda e offerta può portare a un alleggerimento dei costi per tutti, un piccolo ma importante segnale per la salute economica europea.

Continuate a seguirci su The Gist per analizzare insieme i prossimi sviluppi.


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