In Focus
Tel Aviv ha varato nelle prime ore di oggi un piano per l’occupazione militare di Gaza City, approvato a maggioranza dal gabinetto di sicurezza israeliano. L’operazione prevede l’evacuazione dei civili, l’assedio dei miliziani Hamas e l’istituzione di una cintura di sicurezza, mentre 50 ostaggi – di cui solo 20 presunti vivi – restano ancora in mano ai rapitori. (reuters.com, theguardian.com, euronews.com)
Al di là dell’impatto immediato, la scelta rivela due faglie profonde. Primo: la frattura interno-istituzionale tra il premier Netanyahu e il capo di stato maggiore Zamir, che teme una guerriglia urbana prolungata simile a Beirut 1982, quando l’IDF subì oltre 675 vittime in 18 mesi. Secondo: la crescente dissociazione fra obiettivi militari e sostenibilità politica; il 75 % della Striscia è già devastato e l’ONU calcola che 1,9 milioni di palestinesi soffrano insicurezza alimentare acuta. (reuters.com, theguardian.com)
Washington sostiene «controllo temporaneo», ma la storia delle occupazioni a tempo indeterminato – dall’Iraq 2003 all’Afghanistan – mostra che l’assenza di un progetto di governance legittimo produce vacuum di potere e radicalizzazione. Per Israele il rischio è un pantano strategico che prosciuga risorse (10 mld $ l’anno stimati dal ministero delle Finanze israeliano) e rinsalda l’asse Hamas-Iran.
«Quando l’obiettivo bellico sostituisce quello politico, la vittoria diventa tecnicamente impossibile». – Anne-Marie Slaughter, 2024.
The Gist AI Editor
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The Global Overview
Dazi e Ripercussioni Globali
Una nuova ondata di protezionismo sta agitando le acque dei mercati globali. L’amministrazione Trump ha imposto un dazio aggiuntivo del 25% sulle merci indiane, portando l’aliquota totale a un proibitivo 50%, a causa degli acquisti di petrolio russo da parte di Nuova Delhi. Secondo l’agenzia di rating Moody’s, questa mossa rischia di ostacolare le ambizioni manifatturiere dell’India. La reazione a catena non si è fatta attendere: la Russia sta già riorientando le sue forniture di greggio Urals verso la Cina, evidenziando come le decisioni di politica commerciale possano ridisegnare rapidamente i flussi energetici mondiali.
La Resilienza del Mercato Indiano
Nonostante la pressione esterna, il mercato indiano mostra segni di una notevole capacità di assorbimento degli shock. In risposta all’annuncio dei dazi, le istituzioni nazionali indiane sono intervenute massicciamente, realizzando il più grande acquisto di azioni locali degli ultimi quattro mesi. Questa mossa ha fornito un cuscinetto al mercato, attenuando il panico iniziale e dimostrando una forte fiducia interna. A mio avviso, questa è una chiara manifestazione di come i capitali domestici possano agire da stabilizzatore, riducendo la dipendenza dalla volatilità del sentiment degli investitori stranieri.
Il Mercato dell’Influenza
Lontano dalle borse, si muove un altro tipo di mercato: quello dell’influenza politica. La giunta militare del Myanmar, desiderosa di ricostruire i legami con Washington dopo anni di isolamento, ha siglato un accordo da 3 milioni di dollari l’anno con la DCI Group, una società di lobbying statunitense. Questa decisione illustra un pragmatismo crudo: anche i regimi più isolati riconoscono la necessità di partecipare al mercato delle relazioni pubbliche e dell’accesso politico per perseguire i propri interessi strategici, soprattutto in ambito commerciale e umanitario.
Volatilità come Norma
Le recenti turbolenze servono a ricordare una verità fondamentale dei mercati: l’imprevedibilità è la norma. Gli investitori statunitensi hanno assistito a oscillazioni selvagge, inclusi rialzi spettacolari che dimostrano quanto sia rischioso tentare di anticipare il mercato. A mio parere, questi eventi non sono anomalie, ma l’espressione della complessa e dinamica interazione di milioni di attori. La vera saggezza non sta nel prevedere l’imprevedibile, ma nel costruire strategie resilienti che prosperino in un contesto di costante cambiamento.
Vi aspetto alla prossima edizione di The Gist per continuare a decifrare insieme le tendenze globali.
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The European Perspective
La Fed Sotto Pressione Politica
La nomina di Stephen Miran al board della Federal Reserve (la banca centrale statunitense) da parte del Presidente Trump introduce un elemento di incertezza per i mercati globali. La Fed ha il compito cruciale di mantenere la stabilità dei prezzi e la massima occupazione, decisioni che influenzano direttamente i tassi di interesse e, di conseguenza, le condizioni finanziarie anche in Europa. Personalmente, osservo con una certa preoccupazione la tendenza a nominare figure al vertice di istituzioni tecniche che sembrano allineate più a un’agenda politica che a una gestione economica indipendente. La stabilità a lungo termine dei mercati si fonda sulla fiducia in istituzioni autonome, non sulla loro politicizzazione.
Tassare l’Inquinamento: Un’Analisi Controintuitiva
Uno studio del Centre for Economic Policy Research (CEPR) sulla “eco-tassa” tedesca sui carburanti offre una prospettiva affascinante. L’analisi rivela che i maggiori benefici di questa tassa non derivano tanto dalla riduzione delle emissioni di carbonio, quanto dal miglioramento della qualità dell’aria a livello locale. Sorprendentemente, due terzi dei vantaggi economici monetizzati provengono dai guadagni in termini di salute pubblica, con effetti positivi sproporzionati per le aree a basso reddito. Questo dimostra come strumenti di mercato, se ben congegnati, possano generare esternalità positive inaspettate, sfidando la narrativa che le tasse ambientali penalizzino sempre i più deboli.
La Svolta di Israele a Gaza
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un’operazione militare per occupare Gaza City, un’azione che richiederà l’evacuazione di circa un milione di persone entro il 7 ottobre. La decisione, presa dopo una lunga discussione, segna una significativa escalation del conflitto. Sul fronte diplomatico, il Presidente USA Trump ha dichiarato che un suo incontro con Putin non è subordinato a un preventivo colloquio tra il leader del Cremlino e il presidente ucraino Zelenskyj. Questa mossa potrebbe alterare gli equilibri geopolitici, con ripercussioni sulla stabilità regionale e, di riflesso, sui mercati energetici e sulla fiducia degli investitori in Europa.
Le implicazioni di queste decisioni si dipaneranno nelle prossime settimane, e The Gist sarà qui per analizzarle.
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The Data Point
I dazi statunitensi sulle importazioni indiane hanno raggiunto il 50%. La misura ha innescato una fuga degli investitori esteri, che ad agosto hanno già venduto azioni indiane per 900 milioni di dollari, dopo deflussi per 2 miliardi a luglio.
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The Editor’s Listenings
glass beach – classic j dies and goes to hell part 1 (2019)
Un’odissea sonora che fonde emo, jazz e punk in un caos melodico e teatrale.
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