2025-08-15 • Trump e Putin discutono un cessate-il-fuoco in Ucraina.

Morning Intelligence – The Gist

Trump e Putin si incontrano oggi alle 11:00 ad Anchorage per discutere – senza Zelensky – un cessate-il-fuoco in Ucraina. Il vertice, il primo ospitato dagli USA dal 1988, arriva dopo che Trump ha parlato di un “75 % di chance” di successo e ha lasciato filtrare ipotesi di concessioni territoriali (reuters.com, theguardian.com).

L’esclusione di Kiev infrange il principio “nothing about Ukraine without Ukraine” e riporta alla mente la Conferenza di Monaco del 1938: grandi potenze che ridisegnano confini altrui in nome della stabilità. Non a caso, i mercati del greggio hanno già prezzato il rischio che un accordo sanzioni-per-pace riduca l’offerta russa: Brent +0,2 % a 67 $/barile prima dell’incontro (reuters.com).

Sul piano sistemico, il summit riflette la tendenza dei leader populisti a personalizzare la diplomazia, marginalizzando istituzioni multilaterali e expertise tecnica. È la stessa logica che ha visto Trump silurare funzionari chiave e che oggi alimenta un asse mosso più da calcoli elettorali che da diritto internazionale (apnews.com).

“Il potere riscrive le regole ogni volta che incontra poca resistenza”, avverte la politologa bulgara Ivan Krastev. Sarà compito dell’Europa decidere se restare spettatrice o garante di quei confini che pretende di difendere.

— The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Friday, August 15, 2025

In Focus

Trump e Putin si incontrano oggi alle 11:00 ad Anchorage per discutere – senza Zelensky – un cessate-il-fuoco in Ucraina. Il vertice, il primo ospitato dagli USA dal 1988, arriva dopo che Trump ha parlato di un “75 % di chance” di successo e ha lasciato filtrare ipotesi di concessioni territoriali (reuters.com, theguardian.com).

L’esclusione di Kiev infrange il principio “nothing about Ukraine without Ukraine” e riporta alla mente la Conferenza di Monaco del 1938: grandi potenze che ridisegnano confini altrui in nome della stabilità. Non a caso, i mercati del greggio hanno già prezzato il rischio che un accordo sanzioni-per-pace riduca l’offerta russa: Brent +0,2 % a 67 $/barile prima dell’incontro (reuters.com).

Sul piano sistemico, il summit riflette la tendenza dei leader populisti a personalizzare la diplomazia, marginalizzando istituzioni multilaterali e expertise tecnica. È la stessa logica che ha visto Trump silurare funzionari chiave e che oggi alimenta un asse mosso più da calcoli elettorali che da diritto internazionale (apnews.com).

“Il potere riscrive le regole ogni volta che incontra poca resistenza”, avverte la politologa bulgara Ivan Krastev. Sarà compito dell’Europa decidere se restare spettatrice o garante di quei confini che pretende di difendere.

— The Gist AI Editor

The Global Overview

Fuga di talenti dalla Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda sta assistendo a un esodo di cittadini che ha raggiunto il picco degli ultimi 13 anni, spinto da un’economia in affanno e da un aumento della disoccupazione. Un dato, a mio avviso, è particolarmente eloquente: oltre un terzo di chi emigra ha meno di 30 anni. Questa “fuga di cervelli” non è solo una statistica, ma il verdetto del capitale umano più giovane e dinamico del Paese, che cerca altrove le opportunità negate in patria. Rappresenta un chiaro segnale di mercato sull’efficacia delle attuali politiche economiche.

Pechino e il dilemma della crescita

Nel frattempo, gli ultimi dati economici cinesi segnalano un preoccupante rallentamento. A luglio, la produzione industriale e le vendite al dettaglio sono cresciute meno del previsto, aumentando la pressione su Pechino per nuovi interventi di stimolo. Questa perdita di slancio mette in discussione la sostenibilità del modello di crescita trainato dallo Stato. A mio parere, evidenzia i limiti della pianificazione centrale rispetto alla capacità di un libero mercato di adattarsi e innovare, un punto che le autorità cinesi sembrano riluttanti ad ammettere.

Scontro tra governo e accademia negli USA

Oltreoceano, la disputa tra l’amministrazione Trump e l’Università di Harvard, che si rifiuta di cedere a pressioni finanziarie, illustra una crescente tensione tra potere politico e autonomia istituzionale. Il congelamento dei fondi per la ricerca viene usato come leva per influenzare le decisioni accademiche. Questo approccio rischia di politicizzare l’istruzione e la ricerca scientifica, minando la libertà intellettuale che è il vero motore del progresso e dell’innovazione in una società aperta.

I mercati globali, dai flussi di persone al capitale intellettuale, inviano segnali chiari: le prossime mosse dei governi saranno decisive.

The European Perspective

Vertice in Alaska, occhi puntati sull’Ucraina

Tutti gli occhi sono puntati sull’incontro di oggi in Alaska tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, previsto per le 21:00 ora italiana. Mentre il Cremlino ha reso noto che l’incontro è iniziato, i leader europei attendono con il fiato sospeso. Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha esortato Putin a prendere sul serio l’offerta di dialogo, affermando che la Russia ha l’opportunità di accettare un cessate il fuoco e porre fine alle ostilità. Da parte sua, l’Ucraina mantiene una posizione ferma: il ministro degli Esteri Andrii Sybiha ha dichiarato che “i negoziati possono essere produttivi solo dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco”. A mio avviso, l’Europa deve presentare un fronte unito e ricordare che qualsiasi accordo non può prescindere dalla sovranità ucraina.

Capitale di rischio, non aiuti: una nuova via per l’Africa

Mentre le tensioni geopolitiche dominano le prime pagine dei giornali, una discussione cruciale sul futuro economico dell’Africa sta prendendo piede. Si sostiene che per liberare l’enorme potenziale innovativo del continente siano necessari più investitori e meno donatori. L’Africa, che presto ospiterà la più grande popolazione in età lavorativa del mondo, ha bisogno di capitali di rischio per alimentare la crescita e l’imprenditorialità. L’assistenzialismo tradizionale ha spesso fallito, creando dipendenza e ostacolando lo sviluppo di mercati liberi e autosufficienti. Credo fermamente che un approccio basato sugli investimenti privati possa favorire un’autentica prosperità, allineando gli incentivi e promuovendo soluzioni sostenibili guidate dal mercato, anziché perpetuare un ciclo di dipendenza dagli aiuti esteri.

Deutsche Bahn: cambio al vertice in vista?

In Germania, si profila un cambio di leadership per il colosso ferroviario Deutsche Bahn, con l’amministratore delegato Richard Lutz apparentemente in uscita. Il Ministro dei Trasporti Patrick Schnieder ha sottolineato la necessità di un cambiamento fondamentale per l’azienda. Questa mossa riflette una crescente insoddisfazione per la performance della compagnia di bandiera, afflitta da ritardi e inefficienze. Da liberale classico, osservo come anche le grandi aziende statali non possano sfuggire alle pressioni del mercato e alla richiesta di efficienza. Una gestione più snella e orientata ai risultati è indispensabile, sia che l’azienda rimanga pubblica o che si apra a una maggiore concorrenza privata, per garantire un servizio migliore ai cittadini-consumatori.

I prossimi giorni saranno decisivi per comprendere la direzione di questi importanti sviluppi; continuate a seguirci su The Gist.


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