La diplomazia del personalismo
Il recente vertice in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin ha messo in scena una cultura diplomatica sempre più personalizzata. Secondo alcune fonti, la proposta di pace di Putin implicherebbe la cessione da parte russa di piccole aree occupate in cambio del controllo di vaste terre ucraine che Mosca non è riuscita a conquistare sul campo. In un gesto che sottolinea questo approccio intimo, Trump ha consegnato a Putin una “lettera di pace” scritta dalla First Lady, Melania Trump, un appello personale per la pace in nome dei bambini. A mio avviso, questo stile rischia di subordinare la complessa architettura della sicurezza internazionale a gesti estemporanei, suscitando una comprensibile ansia tra gli alleati europei.
Il ritorno delle barriere commerciali
Sul fronte economico, la cultura del libero scambio subisce un duro colpo. Washington ha cancellato i negoziati commerciali con Nuova Delhi previsti per agosto, spianando la strada a nuove tariffe. A partire dal 27 agosto, le importazioni di alcuni beni indiani negli Stati Uniti saranno soggette a dazi che potrebbero raggiungere il 50%. Questa escalation protezionistica rappresenta, a mio parere, una deviazione dai principi di cooperazione economica che hanno garantito decenni di crescita. Si tratta di una visione a breve termine che finirà per penalizzare consumatori e imprese su entrambi i lati del Pacifico.
Il costo umano delle crisi geopolitiche
La cultura della tutela dei diritti individuali sembra arretrare di fronte alla realpolitik. Gli Stati Uniti hanno sospeso il rilascio di visti d’ingresso per i residenti di Gaza che necessitano di cure mediche, bloccando una via di salvezza per molti, inclusi bambini con patologie gravi. Questa decisione arriva mentre l’enclave affronta una drammatica crisi idrica, con la maggior parte delle infrastrutture per l’acqua potabile danneggiate o distrutte dal conflitto. Credo che quando la burocrazia statale e le logiche di potere prevalgono, si perde di vista il valore fondamentale della vita e della dignità di ogni persona.
La privatizzazione della guerra
Infine, emerge una crescente cultura della privatizzazione della sicurezza. Erik Prince, fondatore della controversa società di mercenari Blackwater, è tornato operativo con una nuova impresa, la Vectus Global. La sua compagnia si sta preparando a inviare centinaia di operatori ad Haiti per supportare il governo nella lotta contro le gang, evidenziando una tendenza a delegare a soggetti privati funzioni un tempo monopolio dello Stato. Questo solleva interrogativi fondamentali sulla responsabilità e sulla governance della violenza legittima nel XXI secolo.
Le dinamiche globali sono in continua evoluzione; le analizzeremo di nuovo nella prossima edizione di The Gist.
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