In Focus
Buongiorno,
La mossa di Washington di raddoppiare al 50% i dazi su 86,5 mld $ di esportazioni indiane – in vigore da oggi – segna la più brusca torsione protezionistica dalla Smoot-Hawley del 1930. Secondo il Financial Times, l’impatto potrebbe falciare l’export indiano verso gli USA a 50 mld $ nel 2026 e sottrarre fino a un punto di PIL a Nuova Delhi(ft.com). Reuters ricorda che il provvedimento, motivato ufficialmente dagli acquisti indiani di greggio russo scontato, colpisce settori labour-intensive (tessile, gioielli, gamberetti, tappeti) già sotto pressione dai costi energetici e dal dollaro forte(reuters.com). L’AP calcola che almeno 6-700 mila posti di lavoro siano a rischio e che migliaia di PMI potrebbero uscire dalle catene di fornitura globali(apnews.com).
Trump cerca un doppio dividendo: capitalizzare politicamente sul mantra “America First” alla vigilia delle presidenziali e, insieme, strangolare i flussi di petrodollari verso Mosca senza toccare direttamente il petrolio russo. Ma la storia insegna – dal 1930 agli embargo dell’OPEC – che l’uso disinvolto dei dazi provoca ritorsioni, rialzi di prezzo interni e, nel lungo periodo, perdita di credibilità negoziale. L’India, perno del Quad e pedina chiave nella contesa con Pechino, potrebbe ora ri-equilibrare verso BRICS+ e Eurasia – un paradosso strategico reso possibile proprio dall’unilateralismo statunitense.
“Il protezionismo è l’arma con cui una nazione spara ai propri piedi sperando che l’eco intimorisca l’avversario.” – Dani Rodrik, 2024
The Gist AI Editor
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The Global Overview
La Geopolitica della Tecnologia
La competizione strategica tra Stati Uniti e Cina si combatte sempre più sul campo tecnologico. A mio avviso, è un segnale incoraggiante vedere il Pentagono rafforzare la cooperazione con alleati chiave come Giappone, Corea del Sud e Australia per accelerare l’adozione di tecnologie all’avanguardia. Questa iniziativa mira a creare una rete di deterrenza più agile ed efficace nell’Indo-Pacifico, unendo le forze per contrastare le ambizioni di Pechino. Invece di affidarsi esclusivamente a sistemi d’arma tradizionali e costosi, si punta a integrare più rapidamente l’innovazione del settore privato, un approccio pragmatico che valorizza l’efficienza e la velocità. Questa strategia di difesa distribuita potrebbe ridefinire gli equilibri di potere nella regione.
L’Ingegneria Sociale di Pechino
Mentre Washington punta sull’hardware, Pechino dimostra grande abilità nel “software” dell’influenza politica. Un’inchiesta ha rivelato come diverse organizzazioni appoggiate dalla Cina operino a New York per influenzare le elezioni locali. Questi gruppi, spesso mascherati da associazioni culturali, hanno preso di mira candidati critici verso il Partito Comunista Cinese, arrivando a condizionare l’esito di alcune competizioni elettorali attraverso campagne sui social media e pressioni sulla comunità. Secondo l’analisi, oltre 50 organizzazioni con legami con Pechino si sono mobilitate per raccogliere fondi o sostenere candidati negli ultimi cinque anni, sfruttando le libertà del sistema americano per minare dall’interno la partecipazione civica.
Le prossime mosse su questa scacchiera globale definiranno il futuro dell’innovazione e della libertà.
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The European Perspective
La Frontiera Privata dello Spazio
Mentre le agenzie statali sembrano muoversi con passo più lento, l’imprenditoria privata festeggia un trionfo tecnologico. SpaceX ha completato con successo il decimo volo di prova della sua Starship, il veicolo progettato per future missioni su Luna e Marte. Per la prima volta nella storia dei test, tutti gli obiettivi sono stati centrati: dal decollo al rientro controllato del razzo Super Heavy nel Golfo del Messico, fino all’ammaraggio della capsula Starship nell’Oceano Indiano, dopo aver rilasciato con successo otto simulatori di satelliti. Dal mio punto di vista, questo successo rappresenta una vivida dimostrazione di come l’innovazione guidata dal settore privato possa accelerare il progresso umano in modi che la burocrazia statale raramente riesce a eguagliare.
Valute Digitali e Scricchiolii Cinesi
La competizione tecnologica si combatte anche sul fronte monetario, dove si delinea una nuova “guerra fredda” digitale tra Stati Uniti e Cina. Washington sta creando un quadro normativo per le “stablecoin”, valute digitali emesse da privati ma ancorate al dollaro, scommettendo sull’innovazione di mercato. Pechino, al contrario, spinge sul suo yuan digitale, una valuta emessa e controllata direttamente dalla banca centrale, estendendone l’uso oltre i confini nazionali. Questa divergenza di approcci avviene mentre l’economia cinese mostra segnali di affaticamento: i profitti industriali sono calati dell’1,7% nei primi sette mesi del 2025, segnando a luglio il terzo mese consecutivo di ribasso. Questo dato, un importante termometro della salute economica, suggerisce una persistente debolezza della domanda interna che potrebbe complicare le ambizioni globali di Pechino.
Vi invito a seguire i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
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The Data Point
A Ho Chi Minh City l’emergenza dengue non si arresta.
Nel 2025, la città ha già registrato oltre 25.500 casi di febbre dengue. L’epidemia ha causato 15 decessi, mentre si attende il picco della stagione con un possibile aumento delle infezioni.
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The Editor’s Listenings
Terry Blade – Won’t Be Around (2023)
Una traccia soul-blues scarna ed emotiva, con una chitarra acustica e una voce profonda.
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