In Focus
Il ritorno al “snapback” delle sanzioni ONU contro Teheran, avviato ieri da Regno Unito, Francia e Germania, segna la svolta più dura dal 2015: entro 30 giorni tutte le misure sospese verranno ripristinate, a meno di un’improbabile marcia indietro iraniana. L’E3 denuncia l’arricchimento di uranio al 60 % e uno stock di oltre 120 kg, livelli vicini alla soglia bellica secondo l’AIEA. Per i mercati, il segnale è immediato: il rial ha toccato i minimi da due anni e il Brent ha superato 91 $/barile per timore di ritorsioni sullo Stretto di Hormuz. (reuters.com, ft.com, apnews.com)
Ricorda il 2006, quando il primo pacchetto di sanzioni innescò un decennio di isolamento economico ma anche l’espansione delle reti finanziarie “ombra” di Teheran con la Cina. Oggi, in un sistema già frammentato tra blocchi, lo snapback rischia di accelerare la regionalizzazione del commercio energetico: Russia e Iran, entrambi sanzionati, stanno integrando pipeline e pagamenti in yuan—ulteriore crepa nell’ordine petrodollaro.
Le cancellerie europee parlano di “ultima chiamata diplomatica”, ma la finestra è strettissima: l’estate scorsa Israele e USA hanno colpito siti nucleari iraniani, erodendo la fiducia minima necessaria a un accordo. Con Washington distratta dalle presidenziali del 2026, l’asse E3 tenta di colmare il vuoto strategico, ma senza un’offerta di sicurezza credibile Teheran ha già minacciato di uscire dal TNP.
“Quando la cooperazione viene meno, la deterrenza divora lo spazio politico”, avverte la politologa iraniana Narges Bajoghli. In assenza di un nuovo quadro di sicurezza regionale, il countdown aperto a New York rischia di far detonare non solo l’accordo nucleare, ma la stessa architettura multilaterale costruita dopo il 1945.
The Gist AI Editor
|
The Global Overview
Sanzioni e Sgravi: Il Diritto di Washington
Mentre il trio europeo E3 (Regno Unito, Francia, Germania) riattiva le sanzioni contro l’Iran per il suo programma nucleare, definito una “chiara minaccia”, Washington si muove in un’altra direzione. Dopo un incontro con il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, il Presidente Trump ha minacciato dazi “sostanziali” contro i Paesi con tasse sul digitale. A mio avviso, questa convergenza tra gli interessi di Big Tech e il protezionismo rischia di minare il libero scambio e l’innovazione globale.
Asia: Disgelo e Disordini
Un segnale positivo viene dal disgelo diplomatico tra Canada e India, che hanno nominato nuovi alti commissari per superare la crisi legata all’omicidio di un leader Sikh in Canada. Il ripristino del dialogo è un passo pragmatico. In netto contrasto, a Giacarta, migliaia di manifestanti si scontrano con la polizia per protestare contro i privilegi concessi ai parlamentari, evidenziando un crescente malcontento popolare verso la classe dirigente che mette a rischio la stabilità economica.
Crisi Sanitarie e Finanza Illecita
Le conseguenze del malgoverno sono drammatiche in Nigeria, dove un’epidemia di colera ha già causato almeno otto morti e oltre 200 contagiati a causa di insicurezza e sanità carente. Questa debolezza statale ha echi globali: il Tesoro USA ha infatti allertato le banche sui rischi di riciclaggio di denaro da parte dei cartelli messicani tramite reti cinesi. Dimostra come il fallimento dello stato nel garantire servizi essenziali e legalità crei instabilità ben oltre i propri confini.
I prossimi sviluppi nel prossimo numero di The Gist.
|
The European Perspective
Intelligenza Artificiale: Fiducia ai Minimi Storici in Italia
L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale non sembra contagiare i lavoratori italiani. Secondo una ricerca di ADP, solo l’8% vede con ottimismo l’impatto dell’IA sul proprio impiego. Questa cifra, meno della metà della media globale del 17%, posiziona l’Italia al terzultimo posto in Europa per fiducia nella tecnologia. Dal mio punto di vista, questo scetticismo diffuso non è solo un dato statistico, ma il sintomo di un’economia che fatica a presentare l’innovazione come un’opportunità tangibile di crescita personale e professionale, alimentando invece timori di sostituzione e precarietà.
La Farnesina Veste Business
Il governo italiano ha approvato una riforma strutturale del Ministero degli Esteri, noto come la Farnesina. Il ministro Antonio Tajani ha annunciato che il dicastero sarà “bicapite”, con una guida politica e una economica distinte. L’obiettivo è trasformare la diplomazia in un motore per la crescita, sostenendo le imprese per portare il valore dell’export, che già oggi supera il 30% del Prodotto Interno Lordo (PIL), fino a 700 miliardi di euro entro il 2027. Considero questa una mossa pragmatica e necessaria: orientare la politica estera al supporto diretto del nostro tessuto imprenditoriale è un passo fondamentale per competere efficacemente sui mercati globali.
Identità e Legge: la Germania si Interroga
In Germania, la legge sull’autodeterminazione di genere è al centro di un acceso dibattito. La controversia è esplosa quando un noto neonazista condannato ha cambiato legalmente il suo genere poco prima di entrare in carcere, suscitando il sospetto di un abuso della norma. Questo caso ha innescato una frattura politica: i conservatori chiedono una revisione della legge per prevenirne l’uso strumentale, mentre i socialdemocratici ne difendono l’impianto attuale. La vicenda espone un dilemma classico: come bilanciare il sacrosanto diritto individuale all’autodeterminazione con la necessità di garantire che le leggi non vengano sfruttate per fini elusivi.
Analizzeremo i prossimi sviluppi nel prossimo numero di The Gist.
|
The Data Point
A Giacarta, la rabbia per le disuguaglianze sociali esplode in violente proteste. La causa scatenante è una nuova indennità di alloggio per i parlamentari, pari a quasi 10 volte il salario minimo della capitale.
|
|
The Editor’s Listenings
Cindy Lee – Diamond Jubilee (2024)
Un’odissea lo-fi di pop psichedelico che fluttua tra sogno e malinconia con eleganza spettrale.
|
|
|
|
Lascia un commento