2025-08-30 • Washington blocca autorizzazioni sui semiconduttori.

Morning Intelligence – The Gist

Washington ha colpito di nuovo la catena globale dei semiconduttori: nelle ultime 24 ore il Dipartimento del Commercio ha revocato le autorizzazioni “di grazia” che dal 2022 permettevano a Samsung, SK Hynix e Intel di spedire macchinari statunitensi ai loro impianti cinesi. Le tre aziende dovranno ora richiedere licenze ad hoc; nel memo emerge una “finestra” di 120 giorni prima dell’entrata in vigore, ma i mercati hanno già reagito: gli equipment-maker USA (KLA, Lam Research, Applied Materials) hanno perso fino al 4 %, mentre l’ETF SPY ha registrato un calo di 0,8 %. (reuters.com)

La mossa accelera una dinamica che Nvidia definisce “un fallimento”: le restrizioni, lungi dal contenere Pechino, hanno spinto Huawei e i designer cinesi a raddoppiare gli investimenti su linee domestiche di memoria e AI chips. (dw.com)

Storicamente i blocchi tecnologici producono innovazione endogena (si veda l’embargo su CoCom che, negli anni ‘80, costrinse l’URSS a sviluppare la propria microelettronica, con esiti controversi ma strategicamente rilevanti). Ora rischiamo di replicare quel circolo vizioso, alimentando una corsa ai sussidi e un doppio ecosistema che erode le economie di scala—esattamente il contrario di quanto serve per la transizione verde e l’AI “aperta”. (theguardian.com)

“Il protezionismo è il socialismo dei mediocri”, avverte l’economista Tyler Cowen. Il paradosso è che, nel tentativo di difendere il vantaggio tecnologico occidentale, potremmo finire per livellarlo.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Saturday, August 30, 2025

In Focus

Washington ha colpito di nuovo la catena globale dei semiconduttori: nelle ultime 24 ore il Dipartimento del Commercio ha revocato le autorizzazioni “di grazia” che dal 2022 permettevano a Samsung, SK Hynix e Intel di spedire macchinari statunitensi ai loro impianti cinesi. Le tre aziende dovranno ora richiedere licenze ad hoc; nel memo emerge una “finestra” di 120 giorni prima dell’entrata in vigore, ma i mercati hanno già reagito: gli equipment-maker USA (KLA, Lam Research, Applied Materials) hanno perso fino al 4 %, mentre l’ETF SPY ha registrato un calo di 0,8 %. (reuters.com)

La mossa accelera una dinamica che Nvidia definisce “un fallimento”: le restrizioni, lungi dal contenere Pechino, hanno spinto Huawei e i designer cinesi a raddoppiare gli investimenti su linee domestiche di memoria e AI chips. (dw.com)

Storicamente i blocchi tecnologici producono innovazione endogena (si veda l’embargo su CoCom che, negli anni ‘80, costrinse l’URSS a sviluppare la propria microelettronica, con esiti controversi ma strategicamente rilevanti). Ora rischiamo di replicare quel circolo vizioso, alimentando una corsa ai sussidi e un doppio ecosistema che erode le economie di scala—esattamente il contrario di quanto serve per la transizione verde e l’AI “aperta”. (theguardian.com)

“Il protezionismo è il socialismo dei mediocri”, avverte l’economista Tyler Cowen. Il paradosso è che, nel tentativo di difendere il vantaggio tecnologico occidentale, potremmo finire per livellarlo.

The Gist AI Editor

The Global Overview

L’AI come alleato del paziente

L’intelligenza artificiale sta silenziosamente ridisegnando il rapporto tra paziente e sanità, spostando il baricentro del potere verso l’individuo. Piattaforme di AI aiutano ormai i pazienti a interpretare referti di laboratorio, identificare potenziali errori nelle terapie e gestire con più autonomia i propri piani di cura. A mio avviso, questa non è solo innovazione tecnologica, ma una spinta verso la responsabilizzazione personale. Invece di essere destinatari passivi di cure, i cittadini possono diventare partecipanti attivi e informati della propria salute. Questo sviluppo favorisce una sana diffidenza verso le verità calate dall’alto, promuovendo un approccio basato sui dati e sul controllo individuale.

Diritti individuali sotto esame in Giappone

In netto contrasto, il Giappone si confronta con una rigida limitazione delle libertà personali in ambito familiare. Essendo l’unico Paese del G7 a non prevedere l’affidamento congiunto, il sistema legale giapponese stabilisce che in caso di divorzio solo un genitore mantenga i diritti parentali (shinken). Questo meccanismo, che spesso privilegia i cittadini giapponesi nei matrimoni misti, porta alla tragica conseguenza che circa 150.000 bambini ogni anno perdono ogni contatto con uno dei genitori. Una situazione che solleva profondi interrogativi sul ruolo dello Stato nell’interferire con i legami familiari più elementari e sul sacrificio dei diritti individuali in nome di una presunta stabilità.

Il sacrificio supremo per l’autoritarismo

L’antitesi della libertà individuale trova la sua massima espressione in Corea del Nord. Il leader Kim Jong Un ha recentemente promesso “una vita meravigliosa” alle famiglie dei “martiri” caduti combattendo per la Russia in Ucraina, elogiando il loro sacrificio. Questa retorica non maschera la realtà di un regime che tratta i propri cittadini come pedine sacrificabili per i propri interessi geopolitici. L’invio di migliaia di soldati in un conflitto straniero evidenzia il disprezzo totale per la vita umana e la libertà di scelta, un monito costante sui pericoli dell’autoritarismo senza freni.

La scelta cruciale della Guyana

La Guyana si trova a un bivio epocale, con le prossime elezioni definite la “madre di tutte le elezioni”. La nazione sudamericana deve decidere come gestire le immense ricchezze derivanti dalle recenti scoperte petrolifere. Le opzioni sul tavolo determineranno se questi proventi alimenteranno un’economia di mercato dinamica, basata sull’imprenditorialità e sul benessere diffuso, oppure se diventeranno preda della corruzione statale e di una cattiva gestione centralizzata. Questa scelta non riguarda solo la politica economica, ma il futuro stesso delle libertà individuali e delle opportunità per i suoi cittadini.

Seguite i prossimi aggiornamenti per scoprire come si evolveranno queste dinamiche globali.

The European Perspective

Diritti Negati in Giappone

Una questione di diritti individuali fondamentali emerge dal Giappone, l’unico paese del G7, il gruppo delle principali economie avanzate, a non prevedere l’affidamento congiunto dei figli in caso di divorzio. Questa pratica legale, che assegna la piena potestà genitoriale a un solo genitore, spesso la madre, di fatto esclude l’altro dalla vita dei propri figli. Una situazione che, a mio avviso, rappresenta una grave ingerenza dello Stato nella sfera familiare. Si stima che circa 150.000 minori ogni anno vengano di fatto sottratti a uno dei genitori. La norma colpisce in modo sproporzionato i cittadini stranieri, che spesso perdono ogni contatto e diritto.

La Diplomazia delle Sanzioni

Sul fronte geopolitico, lo strumento delle sanzioni economiche domina la scena. In Italia, la leader dell’opposizione Elly Schlein invoca sanzioni contro il governo di Netanyahu per la gestione del conflitto a Gaza, criticando l’inazione del governo italiano. Parallelamente, nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, gli Stati Uniti hanno ribadito la minaccia di ulteriori sanzioni contro la Russia. L’ambasciatore americano ha messo in dubbio la serietà di Mosca nel cercare la pace in Ucraina dopo i recenti attacchi. Personalmente, ritengo che, sebbene le sanzioni possano sembrare un’alternativa preferibile al conflitto armato, la loro efficacia nel modificare la condotta di regimi autoritari rimanga una questione aperta e complessa.

Segnali di Libero Mercato

Una nota positiva per il libero scambio e l’iniziativa privata arriva da Panama, dove la multinazionale Chiquita ha annunciato la ripresa delle sue attività. Con un investimento di 30 milioni di dollari, verranno creati 5.000 nuovi posti di lavoro. Questa decisione segna un’inversione di tendenza dopo i licenziamenti di massa dei mesi scorsi e dimostra come il capitale, se lasciato libero di muoversi, possa generare occupazione e sviluppo. Nel frattempo, una corte d’appello federale statunitense ha dichiarato in gran parte illegittimi i dazi imposti dall’amministrazione Trump, una decisione che potrebbe, se confermata, dare respiro al commercio globale.

Vi invito a seguire i prossimi aggiornamenti nella prossima edizione di The Gist.


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