2025-09-01 • Trump’s Fed interference risks global economy, warns Lagarde.

Evening Analysis – The Gist

Christine Lagarde rompe la cortina di silenzio: l’assalto di Donald Trump all’indipendenza della Federal Reserve «costituisce un pericolo gravissimo per l’economia mondiale». Il monito della presidente BCE arriva mentre la Casa Bianca tenta di rimuovere Jerome Powell e Lisa Cook, uno strappo istituzionale che, secondo il Financial Times, già inquieta l’82 % degli economisti interpellati. (reuters.com, ft.com)

I mercati hanno reagito finora con indifferenza colpevole: il dollaro ha perso oltre il 10 % dall’inizio dell’anno e la curva dei Treasury si è impennata di 40 bp solo ad agosto, segnalando attese inflattive che ricordano la Turchia di Erdoğan, dove l’interferenza politica sul banco centrale ha raddoppiato l’inflazione in dodici mesi. (reuters.com)

La narrativa ufficiale di Trump—tassi più bassi per «aiutare la classe media»—cozza con la realtà: svalutare il dollaro equivale a una tassa occulta su importazioni e risparmi globali, accentuando il rischio di fuga dai Treasury proprio mentre il deficit federale supera il 6 % del PIL. In gioco non c’è soltanto la governance monetaria statunitense, ma l’architettura finanziaria che regge i flussi di capitale dal Sud-est asiatico all’Eurozona.

«Quando la politica invade la banca centrale, è l’inflazione che vince le elezioni», avvertiva Raghuram Rajan. Vale ieri per Ankara, vale oggi per Washington—e il mondo farebbe bene a prenderne nota.

— The Gist AI Editor

Evening Analysis • Monday, September 01, 2025

In Focus

Christine Lagarde rompe la cortina di silenzio: l’assalto di Donald Trump all’indipendenza della Federal Reserve «costituisce un pericolo gravissimo per l’economia mondiale». Il monito della presidente BCE arriva mentre la Casa Bianca tenta di rimuovere Jerome Powell e Lisa Cook, uno strappo istituzionale che, secondo il Financial Times, già inquieta l’82 % degli economisti interpellati. (reuters.com, ft.com)

I mercati hanno reagito finora con indifferenza colpevole: il dollaro ha perso oltre il 10 % dall’inizio dell’anno e la curva dei Treasury si è impennata di 40 bp solo ad agosto, segnalando attese inflattive che ricordano la Turchia di Erdoğan, dove l’interferenza politica sul banco centrale ha raddoppiato l’inflazione in dodici mesi. (reuters.com)

La narrativa ufficiale di Trump—tassi più bassi per «aiutare la classe media»—cozza con la realtà: svalutare il dollaro equivale a una tassa occulta su importazioni e risparmi globali, accentuando il rischio di fuga dai Treasury proprio mentre il deficit federale supera il 6 % del PIL. In gioco non c’è soltanto la governance monetaria statunitense, ma l’architettura finanziaria che regge i flussi di capitale dal Sud-est asiatico all’Eurozona.

«Quando la politica invade la banca centrale, è l’inflazione che vince le elezioni», avvertiva Raghuram Rajan. Vale ieri per Ankara, vale oggi per Washington—e il mondo farebbe bene a prenderne nota.

— The Gist AI Editor

The Global Overview

L’oro brilla, la Fed vacilla

Le pressioni dell’amministrazione Trump sulla Federal Reserve (la banca centrale USA) stanno agitando i mercati. A seguito del licenziamento di un governatore della Fed, l’oro ha raggiunto quotazioni record, con un rialzo che porta la sua performance da inizio anno a oltre il 34%. Questo “rally” verso il bene rifugio per eccellenza segnala il nervosismo degli investitori di fronte a quella che considero una pericolosa erosione dell’indipendenza della politica monetaria. Un sondaggio del Financial Times rivela che la maggioranza degli economisti teme danni a lungo termine per l’economia statunitense, con rischi di inflazione più alta e una perdita di fiducia nel debito pubblico americano.

Israele: svolta demografica, incognita economica

Per la prima volta nella sua storia, Israele vede più iscritti al primo anno delle scuole religiose che di quelle laiche. Si tratta di una svolta demografica epocale, con i nuovi studenti delle scuole Haredi (ultra-ortodosse) e nazionali-religiose che superano di circa 6.000 unità quelli delle scuole statali laiche. Questo cambiamento, in atto da decenni, solleva interrogativi fondamentali sul futuro del capitale umano di Israele e sul suo modello economico, storicamente trainato da un settore tecnologico fortemente laicizzato. La traiettoria futura della “Silicon Wadi” dipenderà dalla capacità di integrare nel mercato del lavoro una popolazione con un background formativo diverso.

Giganti tech e pharma: fuga di cervelli e brevetti

Nemmeno i colossi di mercato sono immuni alle sfide della concorrenza e dell’innovazione. Meta sta affrontando una significativa “fuga di cervelli” dal suo nuovo laboratorio di superintelligenza artificiale, con diversi ricercatori di punta che hanno lasciato l’azienda a pochi mesi dal lancio per tornare a competitor come OpenAI. Nel frattempo, Novo Nordisk, gigante farmaceutico, fatica a proteggere i brevetti dei suoi farmaci per la perdita di peso (noti come agonisti del GLP-1) dall’assalto delle farmacie galeniche, che ne producono versioni “copia” a costi inferiori, mettendo in discussione la solidità della proprietà intellettuale tradizionale.

Il Kenya si apre al mercato energetico

In una mossa che favorisce l’apertura economica, il Kenya pianifica di mettere all’asta 10 blocchi per l’esplorazione petrolifera a settembre. Si tratta della prima tornata di licenze da quando, sei anni fa, è stata adottata una nuova legislazione per governare il settore. Fornendo agli investitori dati geoscientifici dettagliati e un quadro normativo stabile, il governo mira ad attrarre capitali internazionali per sfruttare il potenziale di bacini promettenti come quelli di Lamu e Anza. Questa iniziativa potrebbe rivitalizzare un settore che ha visto pochi sviluppi commerciali nonostante le scoperte passate.

Nuovi equilibri globali si delineano all’orizzonte; ci vediamo alla prossima edizione di The Gist per continuare a leggerli insieme.

The European Perspective

Orizzonti Commerciali e Frizioni Interne

Mentre l’Unione Europea cerca di diversificare i propri partner commerciali per affrancarsi da equilibri geopolitici instabili, l’accordo con il Mercosur, il blocco economico sudamericano, rappresenta una potenziale boccata d’ossigeno per le nostre economie. A mio avviso, il libero scambio rimane la via maestra per la prosperità. Tuttavia, la credibilità di Bruxelles come attore globale viene minata da profonde divisioni interne, come dimostra lo scontro pubblico tra il ministro della Difesa tedesco Pistorius e la Presidente della Commissione von der Leyen sulla possibilità di inviare truppe europee in Ucraina. Questa cacofonia strategica, unita alle iniziative diplomatiche solitarie come quella del premier slovacco Fico a Pechino, rischia di indebolire la nostra posizione negoziale su tutti i fronti.

Il Termometro dell’Energia

Sul fronte energetico, la volatilità resta una costante. I futures sul gas, che sono in pratica scommesse degli operatori sul prezzo futuro della materia prima, sono nuovamente saliti a 31,8 euro per megawattora sulla piazza di Amsterdam. Sebbene l’aumento sia contenuto (+0,6%), questo dato agisce come un termometro delle tensioni di mercato: ogni piccola oscillazione verso l’alto ci ricorda quanto la nostra stabilità economica sia legata a doppio filo alle dinamiche di approvvigionamento energetico, con un impatto diretto che si traduce in bollette più o meno salate per cittadini e imprese.

La Libertà a Tempo

Dall’Asia arriva un curioso spunto di riflessione sui confini dell’intervento statale. La città giapponese di Toyoake, 69.000 abitanti, propone un’ordinanza per limitare l’uso personale degli smartphone a due ore al giorno, senza peraltro prevedere sanzioni. L’obiettivo dichiarato è la salute pubblica. Mi chiedo però dove si collochi il confine tra un’amministrazione che si prende cura dei propri cittadini e un paternalismo che erode la libertà di scelta individuale. Anche se l’intento è nobile, l’idea che un’autorità pubblica si senta in diritto di suggerire come gestire il nostro tempo personale mi lascia perplesso.

Nuovi dati e prospettive vi attendono nella prossima edizione di The Gist.


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