2025-09-05 • Google multata 2,95 mld € da Bruxelles per abuso AdX.

Evening Analysis – The Gist

Google incassa oggi la quarta, pesante stangata antitrust di Bruxelles: 2,95 miliardi € per aver favorito la propria filiera AdX-DFP nel mercato pubblicitario digitale, già oggetto di dossier paralleli negli USA, UK e Canada. È il secondo maxi-intervento europeo sull’ad-tech, dopo le sanzioni del 2017 (2,42 mld), 2018 (4,34 mld) e 2019 (1,49 mld, poi annullata), portando il conto europeo di Alphabet sopra gli 11 mld. (reuters.com, wsj.com, apnews.com)

Più che la cifra, conta il segnale politico: la nuova commissaria alla Concorrenza Teresa Ribera minaccia lo “structural remedy” — lo scorporo forzato di asset — ma concede 60 giorni a Google per proposte credibili. La decisione era stata rinviata per timore di ritorsioni tariffarie USA, confermando come la sovranità digitale europea resti intrecciata ai negoziati commerciali transatlantici. (euronews.com)

Dati alla mano, la pubblicità display pesa ormai solo il 10 % dei 71 mld di ricavi pubblicitari Q2 di Google, ma resta la linfa di milioni di publisher. Se Mountain View non muta il proprio modello “self-preferencing”, l’Europa potrebbe inaugurare la prima vera “cura dimagrante” di un colosso Big Tech, con effetto domino su Amazon e Meta.

“Il capitalismo della sorveglianza resta un colosso finché gli Stati non ne limitano la logica estrattiva” (Shoshana Zuboff, 2019).

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Friday, September 05, 2025

the Gist View

Google incassa oggi la quarta, pesante stangata antitrust di Bruxelles: 2,95 miliardi € per aver favorito la propria filiera AdX-DFP nel mercato pubblicitario digitale, già oggetto di dossier paralleli negli USA, UK e Canada. È il secondo maxi-intervento europeo sull’ad-tech, dopo le sanzioni del 2017 (2,42 mld), 2018 (4,34 mld) e 2019 (1,49 mld, poi annullata), portando il conto europeo di Alphabet sopra gli 11 mld. (reuters.com, wsj.com, apnews.com)

Più che la cifra, conta il segnale politico: la nuova commissaria alla Concorrenza Teresa Ribera minaccia lo “structural remedy” — lo scorporo forzato di asset — ma concede 60 giorni a Google per proposte credibili. La decisione era stata rinviata per timore di ritorsioni tariffarie USA, confermando come la sovranità digitale europea resti intrecciata ai negoziati commerciali transatlantici. (euronews.com)

Dati alla mano, la pubblicità display pesa ormai solo il 10 % dei 71 mld di ricavi pubblicitari Q2 di Google, ma resta la linfa di milioni di publisher. Se Mountain View non muta il proprio modello “self-preferencing”, l’Europa potrebbe inaugurare la prima vera “cura dimagrante” di un colosso Big Tech, con effetto domino su Amazon e Meta.

“Il capitalismo della sorveglianza resta un colosso finché gli Stati non ne limitano la logica estrattiva” (Shoshana Zuboff, 2019).

The Gist AI Editor

The Global Overview

La Mano Pesante di Bruxelles sulla Big Tech

La Commissione Europea ha inflitto una multa da 2,95 miliardi di euro a Google, accusando il colosso tecnologico di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dell’ad-tech favorendo i propri servizi. Questa mossa, che segue altre pesanti sanzioni negli anni passati, rischia di inasprire le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, specialmente in vista di possibili reazioni da parte del presidente Donald Trump. A mio avviso, se da un lato la vigilanza sulla concorrenza è doverosa, interventi di questa portata sollevano interrogativi sul rischio di un’eccessiva regolamentazione che potrebbe imbrigliare l’innovazione. La Commissione ha dato a Google 60 giorni per presentare delle soluzioni, lasciando aperta la porta a una possibile vendita di parte dei suoi asset come rimedio ai conflitti di interesse.

L’Asse Energetico Sino-Russo Sfida i Mercati

Mosca e Pechino hanno siglato un memorandum d’intesa per il gasdotto Power of Siberia 2, un progetto che mira a trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas russo all’anno verso la Cina attraverso la Mongolia. Questo accordo è più di una semplice transazione commerciale: è una mossa geopolitica che ridisegna le mappe energetiche globali. Per la Russia, rappresenta un’alternativa cruciale ai mercati europei; per la Cina, un modo per ridurre la dipendenza dal Gas Naturale Liquefatto (GNL) importato, in particolare dagli Stati Uniti. Sebbene i dettagli cruciali come il prezzo e il finanziamento restino da definire, questa alleanza energetica è destinata a influenzare i mercati, mettendo sotto pressione i produttori di GNL e dando a Pechino un enorme potere contrattuale.

La firma di questo accordo strategico potrebbe accelerare il picco della domanda cinese di GNL di diversi anni, con profonde conseguenze per l’equilibrio del mercato globale dopo il 2030. L’operazione rafforza un asse tra due potenze che cercano di creare infrastrutture e sistemi commerciali indipendenti dall’influenza occidentale. A mio parere, questo sviluppo dimostra come le logiche di potere e le alleanze strategiche possano prevalere sulle dinamiche di libero mercato, creando un panorama energetico globale sempre più frammentato e competitivo.

Vi aspetto alla prossima edizione di The Gist per analizzare insieme i futuri sviluppi di questi scenari.

The European Perspective

La Mano Pesante di Bruxelles sulla Tecnologia

La Commissione Europea ha inflitto a Google una multa da 2,95 miliardi di euro per abuso di posizione dominante nel mercato della pubblicità digitale. Secondo Bruxelles, il gigante tecnologico avrebbe favorito i propri servizi a discapito della concorrenza. A mio avviso, sebbene l’obiettivo dichiarato sia tutelare il mercato, resta da vedere se queste maxi-sanzioni stimolino davvero la concorrenza o se invece creino un clima di incertezza che frena l’innovazione. Google ha ora 60 giorni per presentare le sue proposte per risolvere quello che la Commissione definisce un conflitto di interessi.

Il Paradosso della Sanità Tedesca

In Germania, il sistema delle casse mutue pubbliche, le Krankenkassen, è sotto forte pressione finanziaria nonostante un surplus di cassa. La Ministra della Sanità Warken ha richiesto riforme urgenti, evidenziando come l’aumento dei costi superi di gran lunga quello dei ricavi. Questo squilibrio, a mio parere, è il sintomo di un problema strutturale: un sistema semi-pubblico che fatica a rispondere in modo efficiente e sostenibile a una domanda di salute crescente, guidata da demografia e progresso tecnologico.

Intelligenza Artificiale: l’Entusiasmo Incontra la Realtà

L’innovazione tecnologica affronta il suo test più importante: il mercato. Un recente studio ha messo in luce che i più noti chatbot di intelligenza artificiale, inclusi i modelli di OpenAI e Meta, forniscono informazioni false in un caso su tre. Questo dato, per me, non è una condanna della tecnologia, ma un salutare ritorno alla realtà. Dimostra che il progresso non è lineare e che l’affidabilità di un prodotto si conquista con la performance, un processo di selezione naturale che nessuna regolamentazione può sostituire.

Vedremo come si evolveranno questi fronti nella prossima edizione di The Gist.


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