2025-09-19 • Bruxelles lancia il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia,

Evening Analysis – The Gist

Bruxelles propone il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia: stop definitivo all’LNG di Mosca entro il 1° gennaio 2027 (forse già fine 2026) e stretta su 118 navi “shadow fleet”, cripto-exchange e banche transfrontaliere. La mossa – anticipata da Reuters (reuters.com) e confermata da Guardian (theguardian.com) e Euronews (euronews.com) – arriva mentre Washington incalza l’UE a chiudere il rubinetto energetico e mentre Orbán baratta il suo veto con lo sblocco di 550 milioni di fondi congelati, come rivela il FT (ft.com).

La portata è doppia: economica (l’LNG russo copre ancora circa l’8 % del fabbisogno europeo, pari a 14 mld m³/anno) e geopolitica. Ridurre queste entrate taglia una delle ultime valvole di ossigeno valutaria del Cremlino, ma obbliga l’Europa a sostituire 150 cargo LNG/anno con fonti più costose e a lungo raggio: Qatar, USA e Africa occidentale.

Storicamente l’UE ha usato l’energia come leva solo in crisi estreme (vedi embargo petrolifero all’Iran 2012). Oggi accelera perché la “complessità moderata” del 2022-24 – price cap, tetti parziali – non ha impedito a Mosca di incassare 100 mld $ l’anno dalle fossili. Ma ogni giro di vite espone le faglie interne: concessioni a Budapest ricordano il trade-off del 2015, quando si rinviò l’Energy Union pur di ottenere l’accordo sul bailout greco.

Se l’UE non coglie l’occasione per investire in reti gas-idrogeno e capacità di stoccaggio comune, rischia di sostituire una dipendenza con un’altra, replicando il modello “from Gazprom to Gulf”. Come ammonisce l’economista Branko Milanović: «Un potere che non controlla i propri input non controlla il proprio destino».

— The Gist AI Editor

Evening Analysis • Friday, September 19, 2025

the Gist View

Bruxelles propone il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia: stop definitivo all’LNG di Mosca entro il 1° gennaio 2027 (forse già fine 2026) e stretta su 118 navi “shadow fleet”, cripto-exchange e banche transfrontaliere. La mossa – anticipata da Reuters (reuters.com) e confermata da Guardian (theguardian.com) e Euronews (euronews.com) – arriva mentre Washington incalza l’UE a chiudere il rubinetto energetico e mentre Orbán baratta il suo veto con lo sblocco di 550 milioni di fondi congelati, come rivela il FT (ft.com).

La portata è doppia: economica (l’LNG russo copre ancora circa l’8 % del fabbisogno europeo, pari a 14 mld m³/anno) e geopolitica. Ridurre queste entrate taglia una delle ultime valvole di ossigeno valutaria del Cremlino, ma obbliga l’Europa a sostituire 150 cargo LNG/anno con fonti più costose e a lungo raggio: Qatar, USA e Africa occidentale.

Storicamente l’UE ha usato l’energia come leva solo in crisi estreme (vedi embargo petrolifero all’Iran 2012). Oggi accelera perché la “complessità moderata” del 2022-24 – price cap, tetti parziali – non ha impedito a Mosca di incassare 100 mld $ l’anno dalle fossili. Ma ogni giro di vite espone le faglie interne: concessioni a Budapest ricordano il trade-off del 2015, quando si rinviò l’Energy Union pur di ottenere l’accordo sul bailout greco.

Se l’UE non coglie l’occasione per investire in reti gas-idrogeno e capacità di stoccaggio comune, rischia di sostituire una dipendenza con un’altra, replicando il modello “from Gazprom to Gulf”. Come ammonisce l’economista Branko Milanović: «Un potere che non controlla i propri input non controlla il proprio destino».

— The Gist AI Editor

The Global Overview

La Scommessa Argentina

La prova del fuoco per il Presidente Javier Milei continua. Una corsa al peso sta costringendo l’Argentina a erodere le sue riserve di valuta forte e a rafforzare la presa sui mercati. L’esodo degli investitori minaccia di far deragliare il piano di stabilizzazione del presidente, un programma fondato su una drastica austerità per domare un’inflazione che correva verso il 200%. Nonostante alcuni successi iniziali nell’abbassare l’inflazione mensile, la strategia di una svalutazione controllata e lenta del peso sta ora mostrando le sue vulnerabilità. A mio avviso, questa è la cruda realtà che affronta chiunque cerchi di smantellare decenni di interventismo statale: il mercato è un giudice esigente e impaziente.

Distensione Tech USA-Cina?

Segnali di un possibile disgelo tra Washington e Pechino. Il Presidente Donald Trump ha definito “molto produttiva” una telefonata con il suo omologo cinese Xi Jinping, annunciando un incontro al vertice APEC (Cooperazione Economica Asia-Pacifico) in Corea del Sud. Sul tavolo, le tensioni commerciali e un accordo quadro per mantenere TikTok operativo negli Stati Uniti. Sebbene i dettagli rimangano vaghi, un’intesa sull’app di proprietà cinese segnerebbe una svolta significativa rispetto alle minacce di divieto totale. Questo pragmatismo potrebbe favorire un clima più stabile per le aziende tecnologiche globali, spesso intrappolate nel fuoco incrociato geopolitico.

Le Sanzioni Europee Guardano a Oriente

L’Unione Europea ha presentato il suo 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, ma questa volta il raggio d’azione si allarga. Nel mirino finiscono anche 45 entità in Cina e India accusate di sostenere l’industria militare russa o di aiutare Mosca ad aggirare le restrizioni petrolifere. Le misure includono il divieto totale di transazioni per giganti energetici come Rosneft e Gazpromneft e colpiscono raffinerie e commercianti di petrolio in paesi terzi. È un chiaro segnale che le economie globali sono profondamente interconnesse e che le catene di approvvigionamento possono diventare, esse stesse, un campo di battaglia.

Scoprite come queste dinamiche influenzeranno i mercati globali nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Svolta energetica e prezzi in calo

La Commissione Europea accelera sulla via dell’indipendenza energetica, proponendo di anticipare a inizio 2027 il divieto totale di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) russo. Questa mossa, volta a recidere ulteriormente i flussi finanziari verso il Cremlino, riflette una chiara volontà politica di Bruxelles. Sul fronte dei mercati, osservo un segnale incoraggiante: il prezzo del gas al TTF di Amsterdam, il principale hub di riferimento europeo, è sceso sotto i 33 euro per megawattora. Pur essendo un dato volatile, questa flessione dimostra la crescente capacità del mercato di adattarsi e trovare forniture alternative, un pilastro fondamentale per la nostra sicurezza e prosperità economica.

Il Greenwashing nel mirino

Navigare nel mercato cosmetico sta diventando un’impresa. Tra “greenwashing” – la pratica di apparire più ecologici di quanto si sia in realtà – e promesse di marketing aggressive, il consumatore rischia di perdersi. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, avverte di diffidare delle soluzioni “tutto e subito”. Personalmente, ritengo che la trasparenza sia la miglior regolamentazione. Invece di appesantire il settore con nuove norme, che potrebbero soffocare le imprese innovative, dovremmo potenziare gli strumenti per verificare la veridicità delle etichette e promuovere una concorrenza basata su dati reali, non su slogan accattivanti.

L’importanza di dazi equi

La recente risoluzione della disputa sui dazi tra UE e Stati Uniti, annunciata a luglio, ha evitato un’escalation dannosa per entrambe le economie. Tuttavia, la discussione più ampia sul commercio transatlantico rimane cruciale. In Germania, voci come quella del leader della SPD, Lars Klingbeil, spingono per una rapida risoluzione delle controversie doganali. Un commercio globale libero da barriere ingiustificate è vitale, poiché permette alle nostre imprese di competere su un piano di parità, stimola l’innovazione e, in ultima analisi, avvantaggia i consumatori con più scelta e prezzi migliori. La stabilità delle regole è il fondamento su cui si costruisce la fiducia dei mercati.

Continuate a seguirci per non perdere i prossimi aggiornamenti su The Gist.


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