Inflazione: il nemico silenzioso del potere d’acquisto
In Germania, la locomotiva economica d’Europa, l’inflazione ha raggiunto un nuovo picco annuale a settembre, attestandosi al 2,4%, superando le aspettative. Questo continuo aumento del livello generale dei prezzi significa, in termini pratici, una progressiva erosione del valore del nostro denaro: ogni euro compra meno beni e servizi. Per i cittadini e le imprese, questo si traduce in una perdita secca di potere d’acquisto e in una maggiore incertezza per il futuro. Particolarmente allarmante è il dato sui prezzi dei generi alimentari, che ormai superano di quasi il 30% i livelli pre-pandemia. Credo che questa sia la vera tassa occulta che colpisce indiscriminatamente, rendendo più difficile per chiunque pianificare e investire.
Il debito pubblico e l’illusione generazionale
Mentre i prezzi salgono, in Francia il dibattito si concentra sul debito pubblico, con il nuovo premier Sébastien Lecornu che punta a ridurre il deficit. Troppo spesso, a mio avviso, la discussione viene incorniciata attorno a una presunta “frattura generazionale”, un cliché che distoglie l’attenzione dal vero nocciolo del problema. Come sottolinea il politologo Benjamin Lemoine, il debito è soprattutto uno strumento che organizza i rapporti di forza sociali. La vera frattura non è tra giovani e anziani, ma tra chi beneficia di un sistema di spesa pubblica inefficiente e chi, attraverso il proprio lavoro e i propri risparmi, ne paga il conto. È una questione di libertà economica individuale contro la rendita di posizione.
Autonomia strategica: la svolta tedesca
In questo scenario complesso, assistiamo a un cambiamento epocale nella postura di difesa europea. La Germania, con un budget per la difesa che quest’anno si attesta a circa 86 miliardi di euro, si avvia a diventare la principale potenza militare del continente. Questa mossa, che la pone in una posizione di preminenza anche rispetto alla Francia, è un passo cruciale verso la cosiddetta “autonomia strategica” europea. In un mondo sempre più instabile, come dimostrano le tensioni nel Mar Rosso con la “Global Sumud Flotilla” diretta a Gaza e i tentativi di pacificazione come il piano di Trump, ritengo fondamentale che l’Europa sviluppi la capacità di difendere i propri interessi in modo indipendente.
Equilibri geopolitici in movimento
La rinnovata assertività tedesca in campo militare e le complesse dinamiche diplomatiche in Medio Oriente, dove il ministro degli Esteri tedesco Wadephul definisce il piano di Trump una “opportunità storica irripetibile”, segnalano un profondo riallineamento degli equilibri globali. Questi eventi ci ricordano che la stabilità e la prosperità in Europa non possono essere date per scontate. Personalmente, sono convinto che la libertà individuale e la libera impresa prosperino solo in un contesto di sicurezza e ordine internazionale, un ordine che l’Europa deve ora dimostrare di saper contribuire a plasmare attivamente.
Le carte in tavola stanno cambiando rapidamente, e il prossimo capitolo di questa storia è ancora tutto da scrivere.
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