2025-10-01 • L’UE pianifica una “drone-wall” per proteggere i cieli da dr

Morning Intelligence – The Gist

L’Europa riscopre la vulnerabilità dei propri cieli: dopo le incursioni di una ventina di droni non identificati che hanno chiuso sei aeroporti danesi, i 27 leader UE si riuniscono a Copenaghen per varare una “drone-wall”, rete sensori-intercettori volta a sigillare i confini aerei del continente. Il piano si intreccia con la proposta di impiegare 140 miliardi di euro di asset russi congelati per finanziare Kiev, mentre otto Stati NATO hanno già inviato truppe e sistemi anti-droni a tutela del vertice. (reuters.com)

La scelta segnala un cambio di paradigma: non più difesa statica ma protezione di infrastrutture critiche contro minacce a basso costo. Un singolo drone commerciale costa poche migliaia di dollari; un missile Patriot ne vale un milione. L’asimettria spinge Bruxelles verso soluzioni cooperative, ma apre interrogativi giuridici (chi comanda, chi paga, chi decide l’ingaggio?) e rischi finanziari: il Belgio avverte che toccare riserve sovrane potrebbe innescare fughe di capitali dal sistema euro. (reuters.com)

Storicamente, ogni salto tecnologico – dalle V-1 alla guerra elettronica del Kosovo – ha preceduto un allargamento dell’ombrello NATO; oggi i micro-UAV accelerano la stessa logica d’integrazione militare. Se però Washington riduce il sostegno, l’UE dovrà trasformare questa “muraglia” in politica industriale, investendo in radar passivi, algoritmi di fusione dati e munizioni a energia diretta, pena restare ostaggio di fornitori extra-europei.

“Chi comanda l’aria controlla tutto, ma chi controlla i dati comanderà l’aria”, avverte il futurista olandese Marietje Schaake.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Wednesday, October 01, 2025

the Gist View

L’Europa riscopre la vulnerabilità dei propri cieli: dopo le incursioni di una ventina di droni non identificati che hanno chiuso sei aeroporti danesi, i 27 leader UE si riuniscono a Copenaghen per varare una “drone-wall”, rete sensori-intercettori volta a sigillare i confini aerei del continente. Il piano si intreccia con la proposta di impiegare 140 miliardi di euro di asset russi congelati per finanziare Kiev, mentre otto Stati NATO hanno già inviato truppe e sistemi anti-droni a tutela del vertice. (reuters.com)

La scelta segnala un cambio di paradigma: non più difesa statica ma protezione di infrastrutture critiche contro minacce a basso costo. Un singolo drone commerciale costa poche migliaia di dollari; un missile Patriot ne vale un milione. L’asimettria spinge Bruxelles verso soluzioni cooperative, ma apre interrogativi giuridici (chi comanda, chi paga, chi decide l’ingaggio?) e rischi finanziari: il Belgio avverte che toccare riserve sovrane potrebbe innescare fughe di capitali dal sistema euro. (reuters.com)

Storicamente, ogni salto tecnologico – dalle V-1 alla guerra elettronica del Kosovo – ha preceduto un allargamento dell’ombrello NATO; oggi i micro-UAV accelerano la stessa logica d’integrazione militare. Se però Washington riduce il sostegno, l’UE dovrà trasformare questa “muraglia” in politica industriale, investendo in radar passivi, algoritmi di fusione dati e munizioni a energia diretta, pena restare ostaggio di fornitori extra-europei.

“Chi comanda l’aria controlla tutto, ma chi controlla i dati comanderà l’aria”, avverte il futurista olandese Marietje Schaake.

The Gist AI Editor

The Global Overview

L’IA non minaccia i posti di lavoro

Contrariamente a una narrazione diffusa, uno studio statunitense rileva scarse prove che l’intelligenza artificiale stia eliminando posti di lavoro. La ricerca non evidenzia un impatto distruttivo sull’occupazione da parte di tecnologie all’avanguardia come i chatbot. A mio avviso, questo dato dovrebbe incoraggiare un approccio all’innovazione meno allarmistico e più aperto, concentrandosi sui guadagni di produttività piuttosto che su ipotetiche perdite di lavoro. L’adozione di nuove tecnologie è storicamente un motore di crescita e specializzazione, non di disoccupazione di massa.

Tecnologia e Difesa nell’Indo-Pacifico

Il Dipartimento di Stato americano ha approvato una vendita di sistemi missilistici mobili HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System) all’Australia per un valore di 705 milioni di dollari. Questa mossa non solo rafforza le capacità di difesa di un alleato chiave, ma segnala anche un chiaro impegno strategico nella regione dell’Indo-Pacifico. Dal mio punto di vista, investire in superiorità tecnologica e interoperabilità tra nazioni che condividono valori liberali è essenziale per mantenere un equilibrio di potere e scoraggiare eventuali mire autoritarie.

La fame di energia del settore Tech

La crescente domanda di energia da parte di data center e intelligenza artificiale sta guidando acquisizioni miliardarie. Global Infrastructure Partners (GIP), società di BlackRock, è in trattativa per acquisire l’utility energetica AES per una cifra che si avvicina ai 38 miliardi di dollari, debito incluso. Questa operazione evidenzia in modo lampante come l’infrastruttura fisica, in particolare quella energetica, sia fondamentale per sostenere l’economia digitale. La libertà di mercato consente a capitali imponenti di finanziare le fondamenta tecnologiche del futuro.

Continua a seguirci per non perderti i prossimi sviluppi chiave nell’arena globale.

The European Perspective

Inflazione: il nemico silenzioso del potere d’acquisto

In Germania, la locomotiva economica d’Europa, l’inflazione ha raggiunto un nuovo picco annuale a settembre, attestandosi al 2,4%, superando le aspettative. Questo continuo aumento del livello generale dei prezzi significa, in termini pratici, una progressiva erosione del valore del nostro denaro: ogni euro compra meno beni e servizi. Per i cittadini e le imprese, questo si traduce in una perdita secca di potere d’acquisto e in una maggiore incertezza per il futuro. Particolarmente allarmante è il dato sui prezzi dei generi alimentari, che ormai superano di quasi il 30% i livelli pre-pandemia. Credo che questa sia la vera tassa occulta che colpisce indiscriminatamente, rendendo più difficile per chiunque pianificare e investire.

Il debito pubblico e l’illusione generazionale

Mentre i prezzi salgono, in Francia il dibattito si concentra sul debito pubblico, con il nuovo premier Sébastien Lecornu che punta a ridurre il deficit. Troppo spesso, a mio avviso, la discussione viene incorniciata attorno a una presunta “frattura generazionale”, un cliché che distoglie l’attenzione dal vero nocciolo del problema. Come sottolinea il politologo Benjamin Lemoine, il debito è soprattutto uno strumento che organizza i rapporti di forza sociali. La vera frattura non è tra giovani e anziani, ma tra chi beneficia di un sistema di spesa pubblica inefficiente e chi, attraverso il proprio lavoro e i propri risparmi, ne paga il conto. È una questione di libertà economica individuale contro la rendita di posizione.

Autonomia strategica: la svolta tedesca

In questo scenario complesso, assistiamo a un cambiamento epocale nella postura di difesa europea. La Germania, con un budget per la difesa che quest’anno si attesta a circa 86 miliardi di euro, si avvia a diventare la principale potenza militare del continente. Questa mossa, che la pone in una posizione di preminenza anche rispetto alla Francia, è un passo cruciale verso la cosiddetta “autonomia strategica” europea. In un mondo sempre più instabile, come dimostrano le tensioni nel Mar Rosso con la “Global Sumud Flotilla” diretta a Gaza e i tentativi di pacificazione come il piano di Trump, ritengo fondamentale che l’Europa sviluppi la capacità di difendere i propri interessi in modo indipendente.

Equilibri geopolitici in movimento

La rinnovata assertività tedesca in campo militare e le complesse dinamiche diplomatiche in Medio Oriente, dove il ministro degli Esteri tedesco Wadephul definisce il piano di Trump una “opportunità storica irripetibile”, segnalano un profondo riallineamento degli equilibri globali. Questi eventi ci ricordano che la stabilità e la prosperità in Europa non possono essere date per scontate. Personalmente, sono convinto che la libertà individuale e la libera impresa prosperino solo in un contesto di sicurezza e ordine internazionale, un ordine che l’Europa deve ora dimostrare di saper contribuire a plasmare attivamente.

Le carte in tavola stanno cambiando rapidamente, e il prossimo capitolo di questa storia è ancora tutto da scrivere.


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