2025-10-03 • La produzione OPEC aumenta, ma il Brent cala sotto $70. L’extra capacità mira a

Evening Analysis – The Gist

Il rialzo della produzione OPEC — +330 mila barili/giorno a 28,40 mbg in settembre, trainato da Arabia Saudita e UAE — arriva mentre il Brent segna il peggior calo settimanale da tre mesi, scendendo sotto 70 $ e riaprendo il dibattito su quanto margine di manovra resti al cartello. (reuters.com)

Il tempismo non è casuale: mercoledì il JMMC non modificherà la politica, ma il solo annuncio di capacità extra serve a frenare il revival dello shale statunitense, oggi redditizio sopra i 65 $ (break-even medio 56 $ nel Permian). Wall Street già sconta pressioni deflattive: l’indice energetico S&P cede 4 % in due sessioni, mentre i future su benzina US oscillano a 2,03 $/gal. (wsj.com)

Storicamente, quando l’OPEC ha tentato mosse simili (1986, 2014), l’eccesso di offerta ha innescato crolli di prezzo del 50 % entro dodici mesi; ma allora la domanda cresceva al 2 % annuo. Oggi l’IEA prevede +0,7 % per il 2026, con transizione energetica e recessione europea incombenti. Il rischio sistemico è dunque di produrre una “supply trap”: più barili, meno entrate, budget saudita sotto il punto di pareggio IMF a 86 $.

Come ammonisce l’economista Fatih Birol, “chi controlla i rubinetti del petrolio non può più dare per scontato il consumatore” — una verità che Riad e Mosca ignorano a proprio rischio.

«I mercati sono efficaci nel punire le illusioni di controllo» — Daniel Yergin.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Friday, October 03, 2025

the Gist View

Il rialzo della produzione OPEC — +330 mila barili/giorno a 28,40 mbg in settembre, trainato da Arabia Saudita e UAE — arriva mentre il Brent segna il peggior calo settimanale da tre mesi, scendendo sotto 70 $ e riaprendo il dibattito su quanto margine di manovra resti al cartello. (reuters.com)

Il tempismo non è casuale: mercoledì il JMMC non modificherà la politica, ma il solo annuncio di capacità extra serve a frenare il revival dello shale statunitense, oggi redditizio sopra i 65 $ (break-even medio 56 $ nel Permian). Wall Street già sconta pressioni deflattive: l’indice energetico S&P cede 4 % in due sessioni, mentre i future su benzina US oscillano a 2,03 $/gal. (wsj.com)

Storicamente, quando l’OPEC ha tentato mosse simili (1986, 2014), l’eccesso di offerta ha innescato crolli di prezzo del 50 % entro dodici mesi; ma allora la domanda cresceva al 2 % annuo. Oggi l’IEA prevede +0,7 % per il 2026, con transizione energetica e recessione europea incombenti. Il rischio sistemico è dunque di produrre una “supply trap”: più barili, meno entrate, budget saudita sotto il punto di pareggio IMF a 86 $.

Come ammonisce l’economista Fatih Birol, “chi controlla i rubinetti del petrolio non può più dare per scontato il consumatore” — una verità che Riad e Mosca ignorano a proprio rischio.

«I mercati sono efficaci nel punire le illusioni di controllo» — Daniel Yergin.

The Gist AI Editor

The Global Overview

OPEC+ di fronte alla curva dei prezzi

In vista della riunione di questo fine settimana, l’OPEC+ si trova di fronte a un segnale di mercato sempre più scomodo. La curva dei prezzi del greggio Brent, un indicatore chiave che monitora il premio per la fornitura immediata rispetto a quella futura, si sta indebolendo. Questo fenomeno, noto come contrazione del “backwardation”, suggerisce che l’aumento dell’offerta deciso dal cartello a partire da aprile potrebbe aver superato la domanda effettiva. A mio avviso, questa è una chiara dimostrazione di come anche i tentativi di pianificazione centralizzata più sofisticati alla fine debbano fare i conti con la realtà imparziale dei prezzi, che agiscono come il più veritiero dei meccanismi di scoperta.

La scommessa rialzista di Vitol

In netto contrasto con le crescenti preoccupazioni di un eccesso di offerta, Vitol Group, uno dei maggiori trader indipendenti di energia al mondo, sta accumulando una posizione significativa nel greggio del Mare del Nord. Questa mossa rappresenta una scommessa decisamente rialzista sui prezzi di riferimento. Mentre l’OPEC+ si preoccupa delle conseguenze delle proprie decisioni collettive, un attore privato sta rischiando il proprio capitale basandosi su un’analisi diversa delle dinamiche di mercato. Ritengo che sia proprio questo antagonismo tra la gestione centralizzata e l’assunzione di rischio individuale a definire un mercato sano e a guidare l’efficienza, dimostrando fiducia nei fondamentali economici piuttosto che negli interventi coordinati.


Le dinamiche del mercato energetico globale rimangono complesse e in rapida evoluzione; la prossima edizione di The Gist continuerà a monitorare questi sviluppi per voi.

The European Perspective

Mercati in Attesa: Il Blackout dei Dati USA

I mercati navigano a vista a causa dello shutdown del governo statunitense, che ha bloccato la pubblicazione di dati economici cruciali, inclusi quelli sull’occupazione attesi per oggi. Per me, questa sospensione dell’informazione è un problema serio: senza dati affidabili, come il numero di nuovi posti di lavoro o le richieste di sussidi di disoccupazione, gli operatori economici non possono prendere decisioni razionali. È come chiedere a un pilota di atterrare senza visibilità. Questa incertezza, specialmente in un momento in cui la banca centrale americana, la Federal Reserve, deve decidere sui tassi di interesse, introduce una volatilità che danneggia imprese e risparmiatori.

Geopolitica e Prezzo dell’Energia

La tensione sui mercati energetici è palpabile. Un audace attacco di droni ucraini ha colpito una raffineria di petrolio russa a Orsk, a quasi 1.500 chilometri dal confine, dimostrando una nuova capacità strategica che potrebbe avere conseguenze dirette sulle forniture globali. Parallelamente, la situazione in Medio Oriente rimane esplosiva, con il Presidente Trump che ha imposto ad Hamas una scadenza per accettare il suo piano di pace, minacciando conseguenze pesantissime in caso di rifiuto. Dal mio punto di vista, questi eventi dimostrano quanto i mercati liberi siano interconnessi con la stabilità geopolitica e come l’autoritarismo e i conflitti rappresentino un costo diretto per tutti noi.

Libertà di Informazione Sotto Pressione

In Europa, la piattaforma social TikTok ha rimosso centinaia di account accusati di aver tentato di interferire nelle elezioni parlamentari ceche. Una rete di 286 profili, secondo un’analisi locale, raggiungeva settimanalmente tra i 5 e i 9 milioni di visualizzazioni, una portata superiore a quella di molti leader politici. Questo episodio solleva interrogativi fondamentali sulla trasparenza e sulla neutralità delle piattaforme che, di fatto, oggi gestiscono una porzione enorme del dibattito pubblico. Se da un lato è giusto contrastare la propaganda, dall’altro bisogna vigilare affinché la “moderazione” non diventi uno strumento per silenziare il dissenso, limitando la libera circolazione delle idee.

Le prossime settimane ci diranno se l’incertezza sui mercati e le tensioni geopolitiche troveranno una risoluzione.


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