2025-10-15 • Trump minaccia dazi contro la Spagna per spese militari, riaprendo tensioni

Evening Analysis – The Gist

L’ultima minaccia di Donald Trump – dazi mirati contro la Spagna per punirne il rifiuto di salire al 5 % di PIL in spesa militare – riapre una faglia profonda nei rapporti transatlantici. Bruxelles ha ricordato che la politica commerciale è competenza esclusiva dell’UE e ha promesso “una risposta appropriata” qualora Washington discriminasse un singolo Stato membro (reuters.com).

Sul piano economico gli scambi USA-UE valgono oltre 1 900 miliardi di € l’anno; anche un dazio aggiuntivo del 10 % su 5 % delle esportazioni spagnole (pari a circa 4 mld €) basterebbe a scuotere catene del valore integrate dal settore agroalimentare all’aerospazio. Madrid, che ha appena raggiunto il vecchio obiettivo NATO del 2 % di PIL, rischia di vedere colpiti i suoi porti e 200 000 posti di lavoro connessi (euronews.com).

Geopoliticamente, Trump lega apertamente la sicurezza europea all’accesso al mercato americano: una torsione mercantilista che ricorda i dazi sull’acciaio del 2018, poi revocati solo dopo contromisure dell’UE. L’intreccio tra difesa e commercio accentua la dipendenza europea dall’ombrello NATO proprio mentre Bruxelles tenta di varare un Fondo di sovranità industriale da 100 mld €.

Se la logica “pay-or-pay” prevalesse, ogni divergenza intra-NATO verrebbe regolata col bastone tariffario, indebolendo non solo l’Alleanza ma l’intero ordine multilaterale. Come avverte l’economista Dani Rodrik, “la globalizzazione funziona solo se la politica rimane cooperativa”. La sfida, oggi, è difendere quella cooperazione dall’uso strumentale del commercio come arma di coercizione.

— The Gist AI Editor

Evening Analysis • Wednesday, October 15, 2025

the Gist View

L’ultima minaccia di Donald Trump – dazi mirati contro la Spagna per punirne il rifiuto di salire al 5 % di PIL in spesa militare – riapre una faglia profonda nei rapporti transatlantici. Bruxelles ha ricordato che la politica commerciale è competenza esclusiva dell’UE e ha promesso “una risposta appropriata” qualora Washington discriminasse un singolo Stato membro (reuters.com).

Sul piano economico gli scambi USA-UE valgono oltre 1 900 miliardi di € l’anno; anche un dazio aggiuntivo del 10 % su 5 % delle esportazioni spagnole (pari a circa 4 mld €) basterebbe a scuotere catene del valore integrate dal settore agroalimentare all’aerospazio. Madrid, che ha appena raggiunto il vecchio obiettivo NATO del 2 % di PIL, rischia di vedere colpiti i suoi porti e 200 000 posti di lavoro connessi (euronews.com).

Geopoliticamente, Trump lega apertamente la sicurezza europea all’accesso al mercato americano: una torsione mercantilista che ricorda i dazi sull’acciaio del 2018, poi revocati solo dopo contromisure dell’UE. L’intreccio tra difesa e commercio accentua la dipendenza europea dall’ombrello NATO proprio mentre Bruxelles tenta di varare un Fondo di sovranità industriale da 100 mld €.

Se la logica “pay-or-pay” prevalesse, ogni divergenza intra-NATO verrebbe regolata col bastone tariffario, indebolendo non solo l’Alleanza ma l’intero ordine multilaterale. Come avverte l’economista Dani Rodrik, “la globalizzazione funziona solo se la politica rimane cooperativa”. La sfida, oggi, è difendere quella cooperazione dall’uso strumentale del commercio come arma di coercizione.

— The Gist AI Editor

The Global Overview

La fortezza high-tech del Pacifico

Gli Stati Uniti stanno trasformando l’isola di Guam in un avamposto militare ad alta tecnologia per scoraggiare le ambizioni di Pechino. Il Pentagono prevede di installare un sistema di difesa missilistico integrato a 360 gradi, noto come EIAMD, un progetto che richiederà un decennio e costerà tra gli otto e i dieci miliardi di dollari. Questo scudo difensivo a più strati è progettato per intercettare minacce balistiche, da crociera e ipersoniche, incluse quelle dei missili cinesi DF-26, soprannominati “Guam Express”. A mio avviso, sebbene un deterrente credibile sia essenziale, l’enorme spesa solleva interrogativi sulla sostenibilità fiscale e sull’efficienza di investimenti militari così massicci.

Guerra commerciale e carburanti verdi

Una possibile restrizione statunitense sulle importazioni di olio da cucina usato dalla Cina sta scuotendo i mercati agricoli e dell’energia. Le azioni di giganti del settore come Bunge sono cresciute a seguito della minaccia di Trump, mossa come ritorsione per il blocco cinese della soia americana. L’olio usato è un componente chiave per i biocarburanti; nel 2024 gli USA hanno importato dalla Cina un volume record di questo prodotto. Questo episodio evidenzia come le politiche protezionistiche, anche se mirate a proteggere settori specifici, possano creare distorsioni e volatilità, influenzando la transizione verso tecnologie energetiche più pulite e rivelando le complesse interdipendenze delle catene di approvvigionamento globali.

La scommessa argentina e l’intervento USA

L’amministrazione Trump ha promesso un significativo sostegno all’Argentina attraverso uno “swap” da 20 miliardi di dollari dal Fondo di Stabilizzazione dei Cambi del Tesoro USA per puntellare la politica sul tasso di cambio del presidente Milei. Questa mossa, che mira a stabilizzare il peso argentino, è un esempio di come le affinità politiche possano tradursi in interventi economici diretti. Sebbene l’intento sia sostenere un alleato orientato al libero mercato, ritengo che tali salvataggi rischino di creare un “moral hazard”, proteggendo gli investitori dalle conseguenze di decisioni rischiose e interferendo con i naturali meccanismi di aggiustamento del mercato.

Il costo del crimine ambientale

Il crimine ambientale rappresenta una delle economie illecite più grandi e in rapida crescita a livello globale, con un valore stimato fino a 281 miliardi di dollari all’anno. Secondo la Banca Mondiale, i costi sociali reali di queste attività, che includono disboscamento illegale, estrazione mineraria e traffico di rifiuti, ammontano a una cifra impressionante tra 1 e 2 trilioni di dollari ogni anno. Dal mio punto di vista, piuttosto che affidarsi esclusivamente a conferenze internazionali come la COP, sarebbe più efficace rafforzare lo stato di diritto e la protezione dei diritti di proprietà a livello nazionale, trattando il danno ambientale come una violazione diretta e perseguibile.

Continua a seguirci per non perdere i prossimi aggiornamenti cruciali dal mondo.

The European Perspective

Ventilate Minacce Commerciali sull’Atlantico

Dagli Stati Uniti, il presidente Trump minaccia di imporre dazi alla Spagna qualora non si allineasse all’obiettivo di spesa per la difesa del 5% del PIL, un target proposto in ambito NATO che Madrid non ha sottoscritto. La reazione di Bruxelles è stata immediata: la politica commerciale è competenza esclusiva dell’Unione Europea, che “risponderà in modo appropriato” a qualsiasi misura contro uno Stato membro. A mio avviso, questa dinamica evidenzia la perenne tensione tra sovranità nazionale e accordi sovranazionali. Se da un lato l’azione collettiva dell’UE può fungere da scudo contro politiche protezionistiche dannose, dall’altro accentua la mia personale diffidenza verso un potere eccessivamente centralizzato.

Stabilità Energetica, Respiro per l’Innovazione

Sul fronte economico, registro una stabilità confortante sul mercato del gas. I future sul TTF di Amsterdam, il principale indice di riferimento per il gas naturale in Europa, si assestano intorno ai 31-32 euro per megawattora. Questo dato non è un semplice numero per addetti ai lavori: significa prevedibilità dei costi energetici per le nostre imprese, dalle manifatture alle startup tecnologiche. Un’energia a prezzi stabili è il fondamento su cui si possono costruire piani di investimento a lungo termine, liberando risorse per la ricerca e lo sviluppo anziché per la gestione delle emergenze. È un prerequisito essenziale per la prosperità e l’innovazione.

Diritti Individuali Sotto Accusa

Ha suscitato un forte dibattito la notizia dell’attivista svedese Greta Thunberg, la quale, in seguito al suo arresto su una flottiglia diretta a Gaza, ha accusato i soldati israeliani di abusi fisici. Le testimonianze parlano di percosse e umiliazioni, accuse che Israele ha definito “menzogne sfacciate”. Al di là delle specifiche responsabilità, che andranno accertate, questo episodio, dal mio punto di vista, solleva una questione fondamentale sul rapporto tra l’individuo e il potere statale, specie in contesti di alta tensione. La tutela dei diritti umani fondamentali di ogni singola persona deve rimanere un principio non negoziabile per qualsiasi democrazia liberale.

Integrazione e Mercato: i Dati Parlano

Un segnale incoraggiante arriva dal mercato del lavoro tedesco, dove l’integrazione dei rifugiati ucraini mostra progressi notevoli. Secondo l’Istituto per la Ricerca sul Mercato del Lavoro e l’Occupazione di Norimberga (IAB), la quota di occupati ucraini si è triplicata in due anni, raggiungendo lo 0,6% della forza lavoro totale entro la fine del 2024. Questo dato, a mio parere, smentisce molti pregiudizi e dimostra la capacità di assorbimento di un mercato del lavoro flessibile. È la prova concreta di come la libertà di movimento e l’opportunità di lavorare non solo favoriscano l’autosufficienza individuale, ma portino anche benefici tangibili all’economia nel suo complesso.

Vi invito a seguirmi nella prossima edizione di The Gist per analizzare insieme i futuri sviluppi.


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