2025-10-21 • Record di 410 proposte per il Fondo europeo di difesa 2025, +38%

Morning Intelligence – The Gist

La notizia più dirompente delle ultime 24 ore è la valanga di 410 proposte – +38 % sull’anno scorso – arrivate ieri alla call 2025 del European Defence Fund (EDF) per spartirsi 1,065 mld €. È il record assoluto da quando il fondo è nato nel 2021 (defence-industry-space.ec.europa.eu). In parallelo, Bruxelles spinge nuovi “flagship projects” anti-drone e scudo spaziale (reuters.com), mentre il Consiglio UE ha appena aperto il bilancio pluriennale a incentivi fiscali per investimenti militari (ReArm Europe) (consilium.europa.eu).

Il segnale è chiaro: l’Europa sta trasformando la difesa in asset class di mercato. L’EDF ora destina 336 mln alle PMI attraverso l’Innovation Scheme, e gli analisti paragonano questa finanza militare in embrione alla CESCE degli anni ’50 che integrò carbone e acciaio; stavolta il collante è il dual-use tech. Però resta un nano: Washington ha stanziato 18 mld $ in R&D militare solo nell’ultimo CHIPS Act.

Il rischio? Creare un mercato sussidiato che incentiva i “pet projects” nazionali più che l’interoperabilità, aggravando la frammentazione di 27 eserciti. Ma l’alternativa – restare dipendenti dal ciclo politico USA – è ancora meno sostenibile.

“Chi non investe oggi nella propria sicurezza, domani pagherà un prezzo ben più alto.” – Ursula von der Leyen, discorso su Readiness 2030, 4 marzo 2025.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Tuesday, October 21, 2025

the Gist View

La notizia più dirompente delle ultime 24 ore è la valanga di 410 proposte – +38 % sull’anno scorso – arrivate ieri alla call 2025 del European Defence Fund (EDF) per spartirsi 1,065 mld €. È il record assoluto da quando il fondo è nato nel 2021 (defence-industry-space.ec.europa.eu). In parallelo, Bruxelles spinge nuovi “flagship projects” anti-drone e scudo spaziale (reuters.com), mentre il Consiglio UE ha appena aperto il bilancio pluriennale a incentivi fiscali per investimenti militari (ReArm Europe) (consilium.europa.eu).

Il segnale è chiaro: l’Europa sta trasformando la difesa in asset class di mercato. L’EDF ora destina 336 mln alle PMI attraverso l’Innovation Scheme, e gli analisti paragonano questa finanza militare in embrione alla CESCE degli anni ’50 che integrò carbone e acciaio; stavolta il collante è il dual-use tech. Però resta un nano: Washington ha stanziato 18 mld $ in R&D militare solo nell’ultimo CHIPS Act.

Il rischio? Creare un mercato sussidiato che incentiva i “pet projects” nazionali più che l’interoperabilità, aggravando la frammentazione di 27 eserciti. Ma l’alternativa – restare dipendenti dal ciclo politico USA – è ancora meno sostenibile.

“Chi non investe oggi nella propria sicurezza, domani pagherà un prezzo ben più alto.” – Ursula von der Leyen, discorso su Readiness 2030, 4 marzo 2025.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Partenariati Pubblico-Privato per la Difesa USA

In una mossa che riflette un approccio pragmatico alla sicurezza nazionale, l’esercito americano sta esplorando attivamente il coinvolgimento di società di private equity per finanziare un imponente piano di ammodernamento da 150 miliardi di dollari. L’obiettivo è rinnovare caserme e altre infrastrutture critiche senza gravare ulteriormente sul bilancio federale. Questo orientamento verso il capitale privato, sebbene non inedito (il 99% degli alloggi militari è già privatizzato, con risultati contrastanti), segnala una crescente accettazione di soluzioni di mercato per sostenere le capacità difensive dello Stato. A mio avviso, tale strategia potrebbe iniettare efficienza e rapidità, ma richiederà una supervisione rigorosa per allineare gli incentivi degli investitori con l’interesse pubblico a lungo termine.

L’Asse dei Minerali Rari tra USA e Australia

Washington e Canberra hanno siglato un accordo strategico per rafforzare le catene di approvvigionamento di minerali critici e terre rare, fondamentali per la tecnologia e la difesa. L’intesa, che prevede un “gasdotto” di progetti per un valore potenziale di 8,5 miliardi di dollari, mira a ridurre la dipendenza dalla Cina, che ha recentemente inasprito i controlli sulle proprie esportazioni. Il patto accelererà i permessi e stabilirà standard commerciali per proteggersi da pratiche sleali. Questa alleanza basata sul commercio e sulla cooperazione è un esempio lampante di come le democrazie di mercato possano collaborare per garantire la propria sicurezza economica e strategica di fronte a pressioni autoritarie.

Il Paradosso Argentino: Lezioni da una Crisi

Il persistente declino economico dell’Argentina offre un severo monito sulle conseguenze di decenni di instabilità politica e politiche stataliste. All’inizio del XX secolo, il paese era tra le dieci nazioni più ricche pro capite al mondo, superando persino Canada e Australia. Tuttavia, a partire dagli anni ’30, una successione di governi ha perseguito strategie populiste di sostituzione delle importazioni, nazionalizzazioni e un massiccio intervento statale, innescando cicli di iperinflazione e crisi del debito. Questo percorso, che ha eroso la fiducia delle istituzioni e soffocato il potenziale del settore privato, evidenzia come la prosperità richieda non solo risorse, ma anche un solido stato di diritto e mercati aperti.

Le dinamiche del potere globale sono in continua evoluzione; restate con noi per analizzarne i prossimi sviluppi.

The European Perspective

Tensioni sull’asse Washington-Kyiv

Le relazioni tra il presidente statunitense Trump e l’ucraino Zelenskyj sembrano aver raggiunto un punto critico. Secondo il corrispondente della ZDF Elmar Theveßen, l’ultimo incontro tra i due leader sarebbe stato teatro di accesi scontri verbali, con un Trump che “avrebbe spesso imprecato”. Questo deterioramento del dialogo personale solleva, a mio avviso, seri interrogativi sulla stabilità e la coesione del sostegno occidentale all’Ucraina. Quando la diplomazia cede il passo all’animosità, il rischio è di indebolire un fronte unito che è stato fondamentale per la sicurezza europea.

Svolta strategica nell’Indo-Pacifico

In un’inversione di rotta che ha sorpreso molti, il Presidente Trump ha affermato il suo sostegno al patto di sicurezza AUKUS. Per mesi, alleati chiave come Australia e Regno Unito hanno temuto un ritiro americano da questo accordo trilaterale, cruciale per la fornitura di sottomarini a propulsione nucleare a Canberra. Questa mossa, a mio parere, segnala una rinnovata attenzione strategica degli Stati Uniti verso l’Indo-Pacifico, un’arena sempre più centrale per gli equilibri globali che l’Europa non può permettersi di ignorare. La stabilità del patto è un segnale di prevedibilità in un’area vitale per il commercio mondiale.

Il dilemma della CDU in Germania

In Germania, la principale forza di centro-destra, la CDU (Unione Cristiano-Democratica), è alle prese con un complesso riposizionamento strategico. Il leader Friedrich Merz ha presentato una nuova linea contro l’ascesa del partito di destra AfD (Alternative für Deutschland), ma le prospettive rimangono incerte. Il vero nodo politico, specialmente negli stati della Germania orientale, è il dilemma che attanaglia la CDU, stretta tra l’AfD e il partito della Sinistra (Die Linke). Questa situazione prefigura scenari complessi per il 2026, dove ogni scelta di alleanza potrebbe compromettere l’identità del partito e la stabilità politica del motore economico d’Europa.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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