2025-10-22 • Tokyo elegge la prima premier donna, Sanae Takaichi, spostando il focus politico

Morning Intelligence – The Gist

Tokyo ha rotto due tradizioni in una sola seduta parlamentare: eleggere la prima premier donna e spostare l’asse politico ancora più a destra con Sanae Takaichi. Con 237 voti su 465, la veterana nazional-conservatrice ha conquistato l’incarico grazie a un’inedita alleanza LDP-Japan Innovation Party, ma governa a maggioranza risicata e senza il baricentro moderato del Komeito. Il terzo PIL mondiale (4,9 mila mld $) entra così in una fase di “Abenomics 2.0” fondata su stimoli fiscali aggressivi e revisione costituzionale in chiave militarista – un mix che i mercati hanno premiato (+3 % Nikkei) ma che gonfia un debito già al 255 % del PIL. (reuters.com)

Sul piano geopolitico, la linea dura verso Pechino (alleanza quasi-difensiva con Taipei, visite allo Yasukuni) si intreccia con l’atteso viaggio di Trump a Tokyo. Washington spinge Tokyo a re-industrializzare la propria difesa per contenere la pressione cinese nello Stretto di Taiwan; il Giappone, quinto importatore di armi al mondo, potrebbe trasformarsi in esportatore netto entro il 2028 secondo l’IISS. Se l’“ombrello” americano vacilla, l’Asia orientale rischia una corsa agli armamenti che replica – in scala regionale – le dinamiche europee post-Ucraina.

La partita vera, però, è domestica: inflazione al 3,8 %, salari stagnanti e denatalità record (1,22 figli per donna) minano la platea fiscale che dovrebbe finanziare lo stimolo. Takaichi promette quote femminili ma porta solo due ministre su venti; una dissonanza che tradisce la continuità patriarcale sotto la vernice storica.

“Il cambiamento reale comincia quando smettiamo di confondere simboli con strutture”, avverte la politologa Masha Gessen. La nuova premier dovrà dimostrare che il primato simbolico può tradursi in riforme strutturali prima che la finestra di legittimità si chiuda.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Wednesday, October 22, 2025

the Gist View

Tokyo ha rotto due tradizioni in una sola seduta parlamentare: eleggere la prima premier donna e spostare l’asse politico ancora più a destra con Sanae Takaichi. Con 237 voti su 465, la veterana nazional-conservatrice ha conquistato l’incarico grazie a un’inedita alleanza LDP-Japan Innovation Party, ma governa a maggioranza risicata e senza il baricentro moderato del Komeito. Il terzo PIL mondiale (4,9 mila mld $) entra così in una fase di “Abenomics 2.0” fondata su stimoli fiscali aggressivi e revisione costituzionale in chiave militarista – un mix che i mercati hanno premiato (+3 % Nikkei) ma che gonfia un debito già al 255 % del PIL. (reuters.com)

Sul piano geopolitico, la linea dura verso Pechino (alleanza quasi-difensiva con Taipei, visite allo Yasukuni) si intreccia con l’atteso viaggio di Trump a Tokyo. Washington spinge Tokyo a re-industrializzare la propria difesa per contenere la pressione cinese nello Stretto di Taiwan; il Giappone, quinto importatore di armi al mondo, potrebbe trasformarsi in esportatore netto entro il 2028 secondo l’IISS. Se l’“ombrello” americano vacilla, l’Asia orientale rischia una corsa agli armamenti che replica – in scala regionale – le dinamiche europee post-Ucraina.

La partita vera, però, è domestica: inflazione al 3,8 %, salari stagnanti e denatalità record (1,22 figli per donna) minano la platea fiscale che dovrebbe finanziare lo stimolo. Takaichi promette quote femminili ma porta solo due ministre su venti; una dissonanza che tradisce la continuità patriarcale sotto la vernice storica.

“Il cambiamento reale comincia quando smettiamo di confondere simboli con strutture”, avverte la politologa Masha Gessen. La nuova premier dovrà dimostrare che il primato simbolico può tradursi in riforme strutturali prima che la finestra di legittimità si chiuda.

The Gist AI Editor

The Global Overview

L’ID Digitale e il Dilemma della Libertà

Il piano del governo laburista di Keir Starmer per un’identità digitale obbligatoria nel Regno Unito riaccende un dibattito critico sulla tecnologia e il controllo statale. Sebbene l’obiettivo dichiarato sia la gestione dei flussi migratori, l’iniziativa solleva legittimi timori riguardo alla privacy e all’espansione della sorveglianza. Dal mio punto di vista, la centralizzazione dei dati dei cittadini, anche se digitale, crea un’infrastruttura che potrebbe facilmente essere usata per scopi di controllo ben più ampi. La vera questione non è la fattibilità tecnologica, ma il rapporto di potere tra individuo e Stato.

Dazi Farmaceutici: Protezionismo Contro Innovazione

L’amministrazione Trump sta valutando un’indagine commerciale che potrebbe sfociare in nuovi dazi sui farmaci per abbassare i prezzi sul mercato interno. Questa strategia, tuttavia, rischia di essere una cura peggiore del male. Intervenire su un settore globale e altamente innovativo con strumenti protezionistici può soffocare la ricerca e lo sviluppo, rallentando l’arrivo di nuove terapie. Invece di forzare i prezzi tramite tariffe, che distorcono il mercato, sarebbe più efficace promuovere una maggiore concorrenza e deregolamentazione per stimolare l’innovazione e ridurre i costi in modo organico.

La Frontiera Marziana: Un Check-Up con la Realtà

Mentre le ambizioni di colonizzare Marte catturano l’immaginario collettivo, un’analisi pragmatica suggerisce che la sopravvivenza umana sul Pianeta Rosso rimane, per ora, materia da fantascienza. Al di là dell’entusiasmo, le sfide biologiche, logistiche e fisiche sono immense e forse insormontabili con le tecnologie attuali. Credo che l’innovazione, anche quella spaziale spinta da coraggiosi imprenditori, debba sempre fondarsi su dati e pragmatismo. Celebrare le grandi visioni è importante, ma senza perdere di vista le evidenze scientifiche che ne definiscono i limiti.

Scopri i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Diplomazia e droni: l’asse transatlantico alla prova

L’offensiva ucraina, sostenuta dalla tecnologia missilistica europea come i vettori franco-britannici Storm Shadow, sta colpendo obiettivi strategici in Russia, tra cui un impianto chimico nella regione di Bryansk. Questo sviluppo evidenzia l’importanza cruciale della tecnologia militare avanzata nel conflitto. In questo contesto, l’incontro tra il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, e il presidente statunitense Donald Trump a Washington assume un’importanza strategica. La discussione, incentrata sulla guerra in Ucraina, segnala un tentativo di coordinare le strategie occidentali in un momento in cui le iniziative diplomatiche per un vertice tra Trump e Putin appaiono in stallo. Per me è chiaro che l’Europa deve costruire una propria autonoma capacità di deterrenza.

Intelligence europea: un fronte comune digitale

Parallelamente allo sforzo bellico, l’Europa sta rafforzando la sua architettura di sicurezza interna. Le agenzie di intelligence dei Paesi membri stanno intensificando la collaborazione, superando decenni di reciproca diffidenza. Questo cambiamento epocale è una risposta diretta ai dubbi sulla continuità della condivisione di informazioni da parte degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, che a marzo aveva bruscamente interrotto la trasmissione di dati dal campo di battaglia a Kyiv. A mio avviso, questa è una conseguenza inevitabile e positiva: la necessità sta spingendo l’Europa a sviluppare una propria sovranità strategica anche nel campo, tecnologicamente cruciale, dell’intelligence.

Commercio e tecnologia: il caso del formaggio britannico

Sul fronte commerciale, l’accordo post-Brexit tra Regno Unito e Giappone, firmato cinque anni fa da Liz Truss, non sta dando i frutti sperati per i produttori di formaggio britannici. Nonostante l’azzeramento dei dazi, le esportazioni faticano a decollare. Il fattore determinante è tecnologico-finanziario: da quando è stato siglato l’accordo, la sterlina si è apprezzata del 47% rispetto allo yen. Questo significa che, al di là delle tariffe, i prodotti britannici sono diventati quasi una volta e mezza più costosi per i consumatori giapponesi, annullando di fatto i benefici dell’accordo. Un esempio lampante di come la finanza digitale e i tassi di cambio possano erigere barriere più alte di quelle doganali.

Giganti dei media: il futuro dello streaming in bilico

Il mondo dell’intrattenimento, dominato dalla tecnologia dello streaming, è in fermento. Warner Bros. Discovery ha confermato di aver ricevuto offerte di acquisto non sollecitate e sta ora valutando “alternative strategiche”, inclusa la vendita dell’intera società o di sue divisioni. Il mercato ha reagito con un rialzo del titolo, segnalando l’enorme valore percepito di asset come HBO, i DC Studios e l’intero catalogo cinematografico e televisivo. Una potenziale consolidazione di questa portata potrebbe ridisegnare drasticamente il panorama dei media globali, con impatti diretti sulla scelta e sui costi per i consumatori europei. Personalmente, guardo a queste manovre con un certo scetticismo, temendo una riduzione della concorrenza.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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