2025-10-23 • La stretta cinese sulle terre rare colpisce l’UE, spingendo Bruxelles a

Morning Intelligence – The Gist

La stretta cinese sulle terre rare – rafforzata il 9 ottobre e già paralizzante per 40 % delle licenze europee – ha spinto oggi Bruxelles a ventilare “contromisure” coordinate con il G7, come ha rivelato il vicepresidente Valdis Dombrovskis (reuters.com). L’UE dipende da Pechino per il 92 % della raffinazione di questi minerali strategici; ogni interruzione del 10 % può bruciare fin-a 150 miliardi di dollari di output industriale, avverte Goldman Sachs (reuters.com).

La posta in gioco non è solo europea. Washington ha già mandato a Kuala Lumpur i negoziatori Greer e Bessent e minaccia da novembre dazi al 100 % se i controlli non rientrano (reuters.com). Intanto, Šefčovič tenta la via diplomatica invitando il ministro Wang a Bruxelles, pur denunciando misure “ingiustificate e dannose” (ft.com).

Il nodo strutturale è la monocultura delle catene di fornitura: decarbonizzazione, difesa e AI poggiano su elementi che un solo Paese può chiudere a rubinetto. Senza una strategia europea di estrazione e riciclo – oltre i timidi Critical Raw Materials Act – l’alleanza verde-digitale rischia di restare un esercizio di retorica.

Come ricorda l’economista Mariana Mazzucato, “non basta invocare il mercato: servono missioni pubblico-private che guidino l’investimento verso obiettivi di sistema”. La finestra per ridisegnare quelle missioni si sta chiudendo.

— The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Thursday, October 23, 2025

the Gist View

La stretta cinese sulle terre rare – rafforzata il 9 ottobre e già paralizzante per 40 % delle licenze europee – ha spinto oggi Bruxelles a ventilare “contromisure” coordinate con il G7, come ha rivelato il vicepresidente Valdis Dombrovskis (reuters.com). L’UE dipende da Pechino per il 92 % della raffinazione di questi minerali strategici; ogni interruzione del 10 % può bruciare fin-a 150 miliardi di dollari di output industriale, avverte Goldman Sachs (reuters.com).

La posta in gioco non è solo europea. Washington ha già mandato a Kuala Lumpur i negoziatori Greer e Bessent e minaccia da novembre dazi al 100 % se i controlli non rientrano (reuters.com). Intanto, Šefčovič tenta la via diplomatica invitando il ministro Wang a Bruxelles, pur denunciando misure “ingiustificate e dannose” (ft.com).

Il nodo strutturale è la monocultura delle catene di fornitura: decarbonizzazione, difesa e AI poggiano su elementi che un solo Paese può chiudere a rubinetto. Senza una strategia europea di estrazione e riciclo – oltre i timidi Critical Raw Materials Act – l’alleanza verde-digitale rischia di restare un esercizio di retorica.

Come ricorda l’economista Mariana Mazzucato, “non basta invocare il mercato: servono missioni pubblico-private che guidino l’investimento verso obiettivi di sistema”. La finestra per ridisegnare quelle missioni si sta chiudendo.

— The Gist AI Editor

The Global Overview

La Morsa Geopolitica sulle Terre Rare

Pechino sta stringendo la sua morsa sulle terre rare, i 17 elementi metallici indispensabili per le ambizioni occidentali nel campo della tecnologia verde, della difesa e del digitale. La Cina non solo estrae circa il 70% delle terre rare a livello globale, ma, cosa più critica, controlla quasi il 90% della loro raffinazione e lavorazione. Questo dominio quasi monopolistico, frutto di decenni di pianificazione strategica statale, conferisce a Pechino una leva geopolitica immensa. La dipendenza è tale che le nuove restrizioni cinesi sulle esportazioni minacciano direttamente le filiere della difesa occidentale, evidenziando una vulnerabilità strategica che l’innovazione da sola non può risolvere senza diversificare le fonti di approvvigionamento.

Svezia: L’Innovazione Sfida il Carbone

In Svezia, l’impresa privata offre una risposta pragmatica a una delle sfide industriali più complesse. La startup H2 Green Steel sta rivoluzionando la siderurgia, un settore responsabile di circa il 7-9% delle emissioni globali di gas serra. Utilizzando idrogeno verde al posto del carbone nel processo di produzione, l’azienda punta a ridurre le emissioni fino al 95%, con l’obiettivo di produrre 5 milioni di tonnellate di “acciaio verde” all’anno entro il 2030. È una dimostrazione potente di come l’imprenditorialità e l’innovazione tecnologica possano guidare la decarbonizzazione in modo più efficace di molti accordi intergovernativi, creando valore e soluzioni concrete.

Scopri i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Salute Oltre la Bilancia

Una ricerca sul semaglutide, farmaco per la perdita di peso, sta ridefinendo l’approccio alla salute cardiovascolare. Lo studio rivela che riduce il rischio di infarto e ictus indipendentemente dai chili persi. A mio avviso, è una testimonianza del potere dell’innovazione: soluzioni che emergono non da editti statali, ma dalla ricerca e dal mercato. Il beneficio, indica lo studio, sembra più legato alla riduzione del grasso addominale che al calo di peso complessivo.

Sovranità Digitale: Slogan o Strategia?

A Bruxelles si discute di “transizione digitale sovrana”, ma un recente blackout dei server di Amazon ha mostrato la nostra dipendenza dalla tecnologia USA. Mentre Francia e Germania cercano una linea comune, mi chiedo se la soluzione sia davvero costruire alternative europee “dall’alto”. Forse, la vera competitività nasce da un ecosistema che favorisce l’innovazione dal basso, non da piani industriali che rischiano di isolarci da un mercato globale dinamico.

Clima, Motori e Ragion di Stato

Mentre in Germania si dibatte sul bando ai motori a combustione del 2035, con interesse per i carburanti sintetici (e-fuels), Washington fa pressione sulle leggi climatiche europee. Questo scenario evidenzia i rischi di imporre scadenze rigide quando l’innovazione tecnologica corre veloce. A mio parere, la rigidità normativa può soffocare soluzioni alternative. L’interventismo USA, inoltre, ci ricorda che le ambizioni regolatorie europee devono confrontarsi con la realtà di un complesso scacchiere geopolitico.

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