2025-07-27 • UK: i ritardi di pagamento finiscono in bilancio

Morning Intelligence – The Gist

Buongiorno,

Londra alza finalmente il velo sui ritardi di pagamento: con il draft “Companies (Directors’ Report) (Payment Reporting) Regulations 2025” i gruppi oltre 250 addetti dovranno inserire nel bilancio il numero medio di giorni impiegati a saldare le fatture e la quota pagata oltre 60 giorni. La misura – depositata in Parlamento il 17 luglio e in vigore dal 1 gennaio 2026 – colpisce il cuore dell’economia britannica, dove il 53 % delle 2,8 milioni di PMI lamenta pagamenti in ritardo, causa principale di crisi di liquidità (ft.com, statutoryinstruments.parliament.uk, gov.uk).

L’obbligo di “naming-and-shaming” mutua la logica delle disclosure ESG: la trasparenza diventa leva regolatoria laddove le sanzioni ex-ante non hanno funzionato. Studi internazionali mostrano che solo l’11 % degli esportatori è pagato entro 30 giorni, con punte di 75 % di ritardi nel Regno Unito (allianz-trade.com).

Storicamente il problema non è legislativo ma culturale: nel 2017 la “Prompt Payment Code” prometteva la svolta, poi aggirata da escamotage contabili; ora l’informazione finirà nel documento più letto dagli investitori, aumentando il costo reputazionale dell’inadempienza.

Come ricorda l’economista Mariana Mazzucato, “la trasparenza è la precondizione per un vero mercato concorrenziale”. Se i bilanci diventeranno specchio dei comportamenti di cassa, il capitale potrà finalmente premiare le imprese che pagano – non solo quelle che incassano.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Sunday, July 27, 2025

In Focus

Buongiorno,

Londra alza finalmente il velo sui ritardi di pagamento: con il draft “Companies (Directors’ Report) (Payment Reporting) Regulations 2025” i gruppi oltre 250 addetti dovranno inserire nel bilancio il numero medio di giorni impiegati a saldare le fatture e la quota pagata oltre 60 giorni. La misura – depositata in Parlamento il 17 luglio e in vigore dal 1 gennaio 2026 – colpisce il cuore dell’economia britannica, dove il 53 % delle 2,8 milioni di PMI lamenta pagamenti in ritardo, causa principale di crisi di liquidità (ft.com, statutoryinstruments.parliament.uk, gov.uk).

L’obbligo di “naming-and-shaming” mutua la logica delle disclosure ESG: la trasparenza diventa leva regolatoria laddove le sanzioni ex-ante non hanno funzionato. Studi internazionali mostrano che solo l’11 % degli esportatori è pagato entro 30 giorni, con punte di 75 % di ritardi nel Regno Unito (allianz-trade.com).

Storicamente il problema non è legislativo ma culturale: nel 2017 la “Prompt Payment Code” prometteva la svolta, poi aggirata da escamotage contabili; ora l’informazione finirà nel documento più letto dagli investitori, aumentando il costo reputazionale dell’inadempienza.

Come ricorda l’economista Mariana Mazzucato, “la trasparenza è la precondizione per un vero mercato concorrenziale”. Se i bilanci diventeranno specchio dei comportamenti di cassa, il capitale potrà finalmente premiare le imprese che pagano – non solo quelle che incassano.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Cultura della scarsità idrica

Secondo il nuovo studio multi-databanca pubblicato su Nature e sintetizzato da ProPublica (27/7), il 56 % degli acquiferi mondiali è in declino costante; ciò mette a rischio l’accesso all’acqua per circa 2,3 mld di persone. Gli autori parlano di “minaccia critica emergente”. A mio avviso, l’assenza di regole di proprietà chiare incentiva un tragico over-drilling: quando il bene è comune, la corsa allo sfruttamento prevale.

Soft-power dei metalli rari

Il Wall Street Journal ricorda che Pechino, già nel 2010, tagliò all’improvviso del 37 % l’export di terre rare verso il Giappone; oggi controlla il 70 % della raffinazione globale. Washington studia dazi e sussidi, ma la lezione è liberale: diversificare le catene è meno costoso della “weaponized trade” che innesca sovvenzioni infinite e conflitti tariffari.

Reality show à la Kim

In risposta al calo del pubblico per la propaganda classica (share interno sceso sotto il 45 %, dati NK Watch), Pyongyang lancia uno show che mostra vita quotidiana e blackout. Il WSJ cita un funzionario: “Dobbiamo essere più convincenti”. È la prova che persino le dittature competono nel mercato delle idee.

Tote bag e capitale culturale

Marginal Revolution nota l’ascesa delle borse Daunt Books: 4 avvistamenti in 20 minuti a Victoria Park, Londra, senza un negozio vicino. Il logo diventa segnale di lettura e cosmopolitismo, non di utilità. Una micro-dinamica che conferma la legge di Thorstein Veblen: consumiamo per distinguere il nostro status più che per necessità.

Scopriremo come questi trend evolvono nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Brexit, il ripensamento britannico

Secondo l’ultimo sondaggio YouGov, il 57 % dei britannici definisce Brexit “un errore”; solo il 22 % la considera ancora un successo. Il viaggio scozzese di Donald Trump – lo stesso che nel 2016 aveva salutato l’uscita dall’UE come “l’inizio di una rivoluzione” – suona oggi come eco lontana. Per noi europei conta perché la sterlina debole del 9 % rispetto al 2015 continua a ridurre il potere d’acquisto dei cittadini UK e, di riflesso, a frenare importazioni di beni continentali: meno domanda per le nostre PMI significa meno investimenti innovativi.

Il prezzo della guerra russa

Un paper CEPR stima in 2,4 mila miliardi di dollari la perdita di PIL cumulato causata dall’invasione russa del 2022. Pil (prodotto interno lordo) misura il valore dei beni e servizi prodotti: quando cala, le famiglie si scoprono più povere. L’inflazione prevista per Ucraina e Russia supera il 30 % annuo, un mix stagflazionistico che si riverbera sull’Est Europa con un -1,8 % di crescita potenziale. Per l’eurozona, la lezione è semplice: diversificare energia e accelerare l’integrazione del mercato dei capitali limita i contraccolpi.

Fronte Cambogia-Thailandia, un test per il libero scambio

La tenzone sui templi di Preah Vihear è riesplosa con artiglieria all’alba; Phnom Penh accoglie la proposta di tregua di Trump, negoziata dal segretario di Stato Marco Rubio. L’ASEAN rappresenta il 7 % del commercio UE: se l’escalation chiudesse i valichi, riso e microchip salirebbero di prezzo anche sui nostri scaffali. Ancora una prova di quanto la pace sia infrastruttura economica invisibile.

Umanitario sopra Gaza

Sette pallet di farina, zucchero e conserve – lo ha comunicato l’IDF – sono stati paracadutati nella Striscia con il coordinamento di COGAT, l’agenzia militare civile israeliana. È un gesto simbolico, ma ricorda che 80 % dei 2,2 milioni di gazawi dipende da aiuti. Bruxelles ha già stanziato 125 milioni di euro per il 2025: meno dell’1 ‰ del bilancio UE, eppure bussola morale sulla quale si misura la nostra cultura politica.

Restate con “The Gist”: domani altri numeri, altre storie.


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