2025-08-02 • Washington riaccende il protezionismo con dazi elevati.

Morning Intelligence – The Gist

Washington riaccende la miccia protezionista: dopo l’annuncio-flash di dazi fino al 25 % su 40 miliardi di esportazioni indiane e tariffe punitive su Canada, Brasile, Taiwan e Svizzera, Nuova Delhi corre a riaprire i negoziati per evitare il colpo (reuters.com). L’FT descrive una strategia mercantile “a roulette”, dove scambi di favori politici contano più dei fondamentali economici (ft.com). Wall Street reagisce: il Dow cede l’1,2 %, peggior settimana da aprile, mentre il VIX balza ai massimi trimestrali (wsj.com).

Il contraccolpo va oltre i numeri: l’India, cardine dell’Indo-Pacifico e contrappeso a Pechino, vede minata la fiducia nel “near-shoring” statunitense; gli esportatori di tessili e farmaci già lavoravano su margini risicati. Se Delhi dovesse dirottare quote di commercio verso la RCEP asiatica o rafforzare il corridoio con Mosca via BRICS, l’effetto boomerang sul saldo commerciale USA sarebbe rapido.

Storicamente i dazi Smoot-Hawley del 1930 scatenarono ritorsioni che contrassisero il commercio mondiale del 25 % in due anni; oggi, con catene del valore iper-interconnesse, la trasmissione è istantanea: un indice PMI manifatturiero globale sotto 50 significherebbe recessione sincronizzata. Trump punta al breve consenso interno, ma sacrifica la prevedibilità che gli investimenti esteri richiedono per rilocalizzare produzioni strategiche.

Come avverte l’economista Dani Rodrik, “il protezionismo è nazionalismo economico travestito da politica industriale”. Senza un quadro multilaterale coerente, questa corsa ai muri doganali rischia di logorare l’ordine commerciale liberale da cui lo stesso American Power ha tratto forza.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Saturday, August 02, 2025

In Focus

Washington riaccende la miccia protezionista: dopo l’annuncio-flash di dazi fino al 25 % su 40 miliardi di esportazioni indiane e tariffe punitive su Canada, Brasile, Taiwan e Svizzera, Nuova Delhi corre a riaprire i negoziati per evitare il colpo (reuters.com). L’FT descrive una strategia mercantile “a roulette”, dove scambi di favori politici contano più dei fondamentali economici (ft.com). Wall Street reagisce: il Dow cede l’1,2 %, peggior settimana da aprile, mentre il VIX balza ai massimi trimestrali (wsj.com).

Il contraccolpo va oltre i numeri: l’India, cardine dell’Indo-Pacifico e contrappeso a Pechino, vede minata la fiducia nel “near-shoring” statunitense; gli esportatori di tessili e farmaci già lavoravano su margini risicati. Se Delhi dovesse dirottare quote di commercio verso la RCEP asiatica o rafforzare il corridoio con Mosca via BRICS, l’effetto boomerang sul saldo commerciale USA sarebbe rapido.

Storicamente i dazi Smoot-Hawley del 1930 scatenarono ritorsioni che contrassisero il commercio mondiale del 25 % in due anni; oggi, con catene del valore iper-interconnesse, la trasmissione è istantanea: un indice PMI manifatturiero globale sotto 50 significherebbe recessione sincronizzata. Trump punta al breve consenso interno, ma sacrifica la prevedibilità che gli investimenti esteri richiedono per rilocalizzare produzioni strategiche.

Come avverte l’economista Dani Rodrik, “il protezionismo è nazionalismo economico travestito da politica industriale”. Senza un quadro multilaterale coerente, questa corsa ai muri doganali rischia di logorare l’ordine commerciale liberale da cui lo stesso American Power ha tratto forza.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Nuova Zelanda: Meno Burocrazia per il Business

Il governo di centro-destra neozelandese, guidato dal Primo Ministro Christopher Luxon, ha annunciato l’intenzione di facilitare l’avvio di attività commerciali nelle aree protette. La mossa, volta a stimolare un’economia stagnante, rappresenta a mio avviso un pragmatico passo avanti verso la liberalizzazione. Anziché imporre divieti generalizzati, si opta per un modello che cerca di bilanciare la tutela ambientale con la crescita economica, sfruttando il potenziale turistico. L’introduzione di tariffe d’ingresso per i visitatori stranieri, mantenendo l’accesso gratuito per i locali, è una soluzione di mercato intelligente per finanziare la conservazione senza gravare sui cittadini.

Perù: Lo Stato Contro i Minatori Informali

In Perù, il dialogo tra i minatori informali e il governo si è interrotto bruscamente, con la minaccia di nuove proteste. Il punto di rottura è il rifiuto del governo di posticipare una scadenza fissata per il 17 agosto, che impone ai minatori di adeguarsi a rigide norme sullo stoccaggio di esplosivi. Questa rigidità burocratica, come confermato dal leader sindacale Maximo Franco Bequer, illustra come un approccio statale intransigente possa soffocare la negoziazione e spingere un intero settore economico verso lo scontro anziché verso la formalizzazione.

India: Lo Spettro dei Dazi Americani

Sgomento e preoccupazione hanno attraversato l’India dopo le dichiarazioni del Presidente Donald Trump e la proposta di introdurre dazi del 25% su alcune importazioni. La notizia ha scosso profondamente imprenditori e policymaker, evidenziando la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali a decisioni politiche unilaterali. Questo episodio serve da monito su come il protezionismo minacci i principi del libero scambio, generando incertezza e rischiando di frenare la crescita in una delle economie più dinamiche del mondo.

Le prossime edizioni di The Gist seguiranno gli sviluppi.

The European Perspective

La Sfida Demografica delle Pensioni

In Germania si riaccende il dibattito sull’età pensionabile, con l’economista Martin Werding che propone un innalzamento a 69 anni entro il 2070. Questa proposta si allinea a una tendenza europea più ampia, volta a garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici di fronte all’invecchiamento della popolazione. L’età media di pensionamento effettiva in Germania è attualmente di 64 anni, mentre in Italia si attesta a 64,2 anni, nonostante un’età legale di 67, a causa di vari meccanismi di uscita anticipata. A mio parere, un approccio puramente numerico all’età pensionabile rischia di ignorare le diverse realtà lavorative e la necessità di flessibilità. Piuttosto che imporre un’età uguale per tutti, dovremmo considerare sistemi che incentivino il prolungamento della vita lavorativa su base volontaria, magari attraverso meccanismi fiscali o contributivi premianti.

Escalation nel Mar Nero e Tensioni Nucleari

La guerra in Ucraina continua a evolversi con attacchi sempre più audaci in territorio russo. Recenti raid con droni ucraini hanno preso di mira infrastrutture critiche, tra cui una raffineria nella regione di Samara e impianti industriali legati alla difesa. Questi attacchi, definiti da Kiev “sanzioni con i droni”, mirano a colpire l’economia di guerra russa. In risposta alle crescenti tensioni e a uno scambio di accuse con l’ex presidente russo Medvedev, il presidente Trump ha ordinato il dispiegamento di due sottomarini nucleari in “zone appropriate”. Sebbene da un lato sia comprensibile la volontà ucraina di portare il conflitto anche sul suolo nemico per minarne la capacità bellica, dall’altro l’escalation retorica e militare tra Washington e Mosca solleva serie preoccupazioni per la stabilità globale.

Indipendenza della Fed sotto Pressione

Negli Stati Uniti, il presidente Trump ha intensificato le sue critiche nei confronti del presidente della Federal Reserve (la banca centrale americana), Jerome Powell, esortando il consiglio direttivo a prendere il controllo della politica monetaria. Trump preme per un drastico taglio dei tassi di interesse, sostenendo che l’inflazione sia sovrastimata e che tassi più bassi stimolerebbero la crescita. Attualmente, l’inflazione negli USA si attesta al 2,6%, leggermente al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed, e la banca centrale ha mantenuto i tassi stabili per valutare l’impatto delle politiche tariffarie. Ritengo che l’indipendenza delle banche centrali sia un pilastro fondamentale per la stabilità economica a lungo termine. Le pressioni politiche per decisioni di breve respiro rischiano di minare la credibilità delle istituzioni e di generare incertezza sui mercati, con possibili ripercussioni negative anche per l’economia europea.

Il Conflitto Cambogiano-Tailandese

In Asia sud-orientale si sono riaccese le tensioni tra Cambogia e Tailandia, con violenti scontri alla fine di luglio che hanno portato a un cessate il fuoco precario. L’origine di questo conflitto risale a oltre un secolo fa, legata a disaccordi sul tracciato del confine stabilito nel 1907, quando la Cambogia era parte dell’Indocina francese. Questo episodio ci ricorda come dispute territoriali storiche possano rimanere latenti per decenni e riemergere improvvisamente, spesso alimentate da contesti politici interni. La stabilità in questa regione è cruciale per le rotte commerciali globali e, di conseguenza, anche per l’economia europea.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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