Ucraina: un fronte congelato dalla politica
A tre anni e mezzo dall’invasione russa, la linea del fronte in Ucraina assomiglia sempre più a una scacchiera politica che militare. Dopo una fase di successi per Kiev nel primo anno di guerra, dal 2023 la Russia ha ripreso a guadagnare terreno. L’esito del conflitto, a mio avviso, sembra ora dipendere meno dalle strategie sul campo e più dalle decisioni prese a Washington, dove l’amministrazione Trump ricalibra il proprio sostegno. Questo stallo evidenzia la fragilità di un’Europa che ancora fatica a trovare una propria autonomia strategica, rimanendo pesantemente influenzata dalle dinamiche politiche transatlantiche.
Medio Oriente: una crisi umanitaria e di leadership
Mentre la pressione internazionale sul primo ministro israeliano Netanyahu continua a crescere, le proteste interne per la fine della guerra a Gaza si intensificano in tutto il paese. La situazione umanitaria, nel frattempo, ha raggiunto un punto di rottura, simboleggiato dal collasso del sistema sanitario come testimoniato dalle scene drammatiche all’ospedale Nasser. Personalmente, trovo che la crescente divergenza tra le decisioni di un governo e la volontà di una parte significativa della sua popolazione sia un segnale preoccupante per la stabilità di qualsiasi democrazia liberale.
USA: la Fed sotto attacco
Negli Stati Uniti, la governatrice della Federal Reserve, Lisa Cook, ha intentato una causa contro il presidente Trump per un tentativo di licenziamento definito “illegale”. La Federal Reserve, o Fed, è la banca centrale americana; la sua indipendenza dal potere politico è un pilastro fondamentale per la stabilità economica, poiché garantisce che le decisioni sulla moneta non siano dettate da calcoli elettorali. Considero questo scontro istituzionale un pericoloso precedente che mina la fiducia nei mercati e l’autonomia di organi tecnici essenziali.
Energia: tregua apparente per il gas europeo
Sulla piazza di Amsterdam, il punto di riferimento per il gas in Europa, i prezzi dei contratti futuri hanno chiuso in leggero calo, pur rimanendo sopra la soglia dei 33 euro per megawattora. Questo dato, apparentemente tecnico, segnala una relativa stabilità nel breve termine. Tuttavia, non possiamo permetterci di abbassare la guardia: la volatilità dei mesi scorsi ci ha insegnato quanto l’indipendenza energetica sia cruciale. Dipendere meno da fornitori esterni non è solo una scelta economica, ma una mossa strategica per la nostra libertà.
Le carte della geopolitica vengono rimescolate continuamente; scopriremo le prossime mosse nella prossima edizione di The Gist.
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