2025-08-26 • Raid su Gaza: 20 morti, 5 reporter uccisi, crimine di guerra

Evening Analysis – The Gist

Israele ha ammesso che il doppio raid su Nasser Hospital a Khan Younis mirava a una “telecamera di Hamas”; il risultato sono venti morti – fra cui cinque reporter di Reuters, AP e Al Jazeera – e decine di feriti, in quello che l’ONU bolla come possibile crimine di guerra. (reuters.com, apnews.com, theguardian.com)

Con questi ultimi caduti, il bilancio dei giornalisti uccisi dal 2023 in Gaza sale a 247, rendendo il conflitto di gran lunga più letale per la stampa di Iraq 2003 (14 vittime) o Siria 2012-16 (139). Uno studio di Action on Armed Violence rivela che l’88 % delle inchieste IDF su attacchi simili viene archiviato senza risultato, alimentando l’impunità. (theguardian.com)

Il pattern è chiaro: indebolire il testimone oculare per controllare il racconto. Mentre Israele limita l’accesso dei media stranieri, l’ecosistema dell’informazione globale è già stressato da deep-fake, censura selettiva e tagli alle redazioni; colpire gli ultimi reporter sul campo significa accettare una zona d’ombra permanente in cui prosperano propaganda e radicalizzazione.

“La verità muore in silenzio solo quando chi può raccontarla viene ridotto al silenzio”, avvertiva Timothy Snyder. Ignorare l’allarme di Khan Younis oggi significa normalizzare la guerra al giornalismo domani.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Tuesday, August 26, 2025

In Focus

Israele ha ammesso che il doppio raid su Nasser Hospital a Khan Younis mirava a una “telecamera di Hamas”; il risultato sono venti morti – fra cui cinque reporter di Reuters, AP e Al Jazeera – e decine di feriti, in quello che l’ONU bolla come possibile crimine di guerra. (reuters.com, apnews.com, theguardian.com)

Con questi ultimi caduti, il bilancio dei giornalisti uccisi dal 2023 in Gaza sale a 247, rendendo il conflitto di gran lunga più letale per la stampa di Iraq 2003 (14 vittime) o Siria 2012-16 (139). Uno studio di Action on Armed Violence rivela che l’88 % delle inchieste IDF su attacchi simili viene archiviato senza risultato, alimentando l’impunità. (theguardian.com)

Il pattern è chiaro: indebolire il testimone oculare per controllare il racconto. Mentre Israele limita l’accesso dei media stranieri, l’ecosistema dell’informazione globale è già stressato da deep-fake, censura selettiva e tagli alle redazioni; colpire gli ultimi reporter sul campo significa accettare una zona d’ombra permanente in cui prosperano propaganda e radicalizzazione.

“La verità muore in silenzio solo quando chi può raccontarla viene ridotto al silenzio”, avvertiva Timothy Snyder. Ignorare l’allarme di Khan Younis oggi significa normalizzare la guerra al giornalismo domani.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Trump contro la Fed: Mercati in Tensione

La mossa del Presidente Donald Trump di licenziare la Governatrice della Federal Reserve Lisa Cook sta scuotendo le fondamenta dell’indipendenza della banca centrale, un principio cardine per la stabilità monetaria. Questo scontro senza precedenti ha innescato una reazione immediata sui mercati, con un’impennata dei rendimenti del debito statunitense a lungo termine. Il divario tra i costi di indebitamento a breve e a lungo termine ha raggiunto il massimo da tre anni, segnalando un nervosismo diffuso tra gli investitori riguardo alla futura prevedibilità della politica monetaria americana. A mio avviso, l’erosione dell’autonomia della Fed rischia di introdurre un’incertezza politica nel cuore della politica economica, con conseguenze difficilmente prevedibili.

Scudo Digitale Europeo e Minacce Transatlantiche

Bruxelles risponde con fermezza alle minacce di dazi da parte di Trump, affermando il proprio “diritto sovrano” di regolamentare i giganti tecnologici che operano nel suo mercato. Il pomo della discordia è il robusto arsenale normativo europeo, come il Digital Markets Act (DMA), che mira a limitare il potere di mercato delle grandi aziende tech, prevalentemente americane. L’amministrazione USA percepisce queste regole come un tentativo di “danneggiare” le proprie imprese. Questa divergenza di vedute tra un approccio orientato alla regolamentazione e uno pro-mercato preannuncia nuove frizioni commerciali, mettendo a rischio la cooperazione digitale transatlantica.

Commercio: Spiragli di Luce dal Sud America

In un contesto di crescenti tensioni, una nota positiva emerge dalle Americhe. Il Cile e gli Stati Uniti sono entrati nella “fase finale” dei negoziati per un nuovo accordo commerciale, secondo quanto dichiarato dalla sottosegretaria cilena agli affari economici internazionali, Claudia Sanhueza. Sebbene il Cile, il più grande produttore di rame al mondo, goda già di tariffe agevolate per le sue esportazioni di catodi di rame, l’intesa mira a consolidare ulteriormente i legami economici bilaterali. Questo sviluppo suggerisce che, nonostante la retorica protezionista, il pragmatismo e i vantaggi reciproci del libero scambio possono ancora prevalere.

Vedremo come queste dinamiche si evolveranno nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Ucraina: un fronte congelato dalla politica

A tre anni e mezzo dall’invasione russa, la linea del fronte in Ucraina assomiglia sempre più a una scacchiera politica che militare. Dopo una fase di successi per Kiev nel primo anno di guerra, dal 2023 la Russia ha ripreso a guadagnare terreno. L’esito del conflitto, a mio avviso, sembra ora dipendere meno dalle strategie sul campo e più dalle decisioni prese a Washington, dove l’amministrazione Trump ricalibra il proprio sostegno. Questo stallo evidenzia la fragilità di un’Europa che ancora fatica a trovare una propria autonomia strategica, rimanendo pesantemente influenzata dalle dinamiche politiche transatlantiche.

Medio Oriente: una crisi umanitaria e di leadership

Mentre la pressione internazionale sul primo ministro israeliano Netanyahu continua a crescere, le proteste interne per la fine della guerra a Gaza si intensificano in tutto il paese. La situazione umanitaria, nel frattempo, ha raggiunto un punto di rottura, simboleggiato dal collasso del sistema sanitario come testimoniato dalle scene drammatiche all’ospedale Nasser. Personalmente, trovo che la crescente divergenza tra le decisioni di un governo e la volontà di una parte significativa della sua popolazione sia un segnale preoccupante per la stabilità di qualsiasi democrazia liberale.

USA: la Fed sotto attacco

Negli Stati Uniti, la governatrice della Federal Reserve, Lisa Cook, ha intentato una causa contro il presidente Trump per un tentativo di licenziamento definito “illegale”. La Federal Reserve, o Fed, è la banca centrale americana; la sua indipendenza dal potere politico è un pilastro fondamentale per la stabilità economica, poiché garantisce che le decisioni sulla moneta non siano dettate da calcoli elettorali. Considero questo scontro istituzionale un pericoloso precedente che mina la fiducia nei mercati e l’autonomia di organi tecnici essenziali.

Energia: tregua apparente per il gas europeo

Sulla piazza di Amsterdam, il punto di riferimento per il gas in Europa, i prezzi dei contratti futuri hanno chiuso in leggero calo, pur rimanendo sopra la soglia dei 33 euro per megawattora. Questo dato, apparentemente tecnico, segnala una relativa stabilità nel breve termine. Tuttavia, non possiamo permetterci di abbassare la guardia: la volatilità dei mesi scorsi ci ha insegnato quanto l’indipendenza energetica sia cruciale. Dipendere meno da fornitori esterni non è solo una scelta economica, ma una mossa strategica per la nostra libertà.

Le carte della geopolitica vengono rimescolate continuamente; scopriremo le prossime mosse nella prossima edizione di The Gist.


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