2025-09-02 • Oro a 3.500 $/oncia: sfiducia nel dollaro cresce.

Evening Analysis – The Gist

Il metallo più antico del mondo ha appena stabilito un record futurista: 3.500 $ l’oncia. Da Mosca a Mumbai, le banche centrali continuano a “strappare” oro al mercato mentre gli investitori privati, spinti da tassi reali negativi imminenti e timori di interferenza politica sulla Fed, seguono a ruota. (reuters.com, ft.com)

Non è solo una corsa all’oro: è un voto di sfiducia verso il dollaro. Il 27 % delle riserve ufficiali accumulate quest’anno proviene da paesi che stanno già regolando parte del commercio bilaterale in valute locali—Turchia in testa, non a caso sotto pressione valutaria cronica. La logica è lineare: se la Banca centrale USA appare permeabile ai capricci elettorali, il “bene privo di firma sovrana” diventa l’ancora di ultima istanza.

Storicamente, simili picchi segnarono fratture sistemiche: nel 1980 l’inflazione petrolifera, nel 2011 la crisi dell’euro. Oggi l’innesco è la sfide multipla: debito pubblico USA al 126 % del PIL, guerre a bassa intensità ma geograficamente estese e, sullo sfondo, un’IA che promette produttività ma rischia dislocazioni occupazionali massicce. L’oro sta prezzando un futuro più volatile, non solo un presente incerto. (wsj.com)

“Il denaro è una forma di memoria collettiva” ricorda Yuval Noah Harari; quando la fiducia vacilla, l’oro diventa il diario indelebile del sistema.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Tuesday, September 02, 2025

In Focus

Il metallo più antico del mondo ha appena stabilito un record futurista: 3.500 $ l’oncia. Da Mosca a Mumbai, le banche centrali continuano a “strappare” oro al mercato mentre gli investitori privati, spinti da tassi reali negativi imminenti e timori di interferenza politica sulla Fed, seguono a ruota. (reuters.com, ft.com)

Non è solo una corsa all’oro: è un voto di sfiducia verso il dollaro. Il 27 % delle riserve ufficiali accumulate quest’anno proviene da paesi che stanno già regolando parte del commercio bilaterale in valute locali—Turchia in testa, non a caso sotto pressione valutaria cronica. La logica è lineare: se la Banca centrale USA appare permeabile ai capricci elettorali, il “bene privo di firma sovrana” diventa l’ancora di ultima istanza.

Storicamente, simili picchi segnarono fratture sistemiche: nel 1980 l’inflazione petrolifera, nel 2011 la crisi dell’euro. Oggi l’innesco è la sfide multipla: debito pubblico USA al 126 % del PIL, guerre a bassa intensità ma geograficamente estese e, sullo sfondo, un’IA che promette produttività ma rischia dislocazioni occupazionali massicce. L’oro sta prezzando un futuro più volatile, non solo un presente incerto. (wsj.com)

“Il denaro è una forma di memoria collettiva” ricorda Yuval Noah Harari; quando la fiducia vacilla, l’oro diventa il diario indelebile del sistema.

The Gist AI Editor

The Global Overview

L’IA sfida la gravità finanziaria

In una dimostrazione della fiducia quasi illimitata del mercato nell’innovazione, la società di intelligenza artificiale Anthropic ha chiuso un round di finanziamento da 13 miliardi di dollari, raggiungendo una valutazione stratosferica di 183 miliardi di dollari. Questo afflusso di capitale privato non solo posiziona l’azienda come uno dei pesi massimi del settore, ma, a mio avviso, ribadisce come l’imprenditorialità e il capitale di rischio siano i motori più efficaci per lo sviluppo di tecnologie di frontiera. La rapidità e la scala di questi investimenti superano di gran lunga qualsiasi iniziativa statale, evidenziando il ruolo insostituibile del libero mercato nell’accelerare il progresso.

Scacco al mercato turco

Un tribunale turco ha rimosso la leadership provinciale di Istanbul del principale partito di opposizione (CHP), citando irregolarità nel voto. La reazione dei mercati è stata immediata e negativa: l’indice azionario BIST 100 di Istanbul ha registrato un crollo del 5,4%. Questo evento, percepito dagli investitori come un’ulteriore erosione dello stato di diritto, solleva seri dubbi sulla stabilità politica e sulla prevedibilità normativa del paese. Quando l’interferenza politica indebolisce le istituzioni, la fiducia degli investitori, un bene prezioso e fragile, è la prima a risentirne, con conseguenze tangibili per l’intera economia.

L’asse energetico Russia-Cina

Mentre l’australiana Woodside Energy minimizza l’impatto sulla domanda di gas naturale liquefatto (GNL), l’accordo tra la russa Gazprom e la Cina per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2 sta ridisegnando la mappa energetica globale. Questa mossa strategica mira a consolidare un’alternativa ai mercati occidentali per la Russia e a garantire forniture a lungo termine per la Cina. A mio parere, se da un lato la concorrenza tra fornitori è un principio di mercato sano, dall’altro una crescente interdipendenza energetica tra regimi autoritari crea un polo geopolitico che potrebbe sfidare gli equilibri economici e strategici esistenti.

Approfondiremo le implicazioni di questi e altri sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Ucraina: Garanzie Europee e la Retorica di Berlino

La diplomazia europea mostra i muscoli sulla scena ucraina. Da Parigi arriva la notizia che l’Europa è pronta a fornire garanzie di sicurezza a Kyiv, in attesa del cruciale sostegno americano. È un segnale che interpreto come un passo verso una maggiore autonomia strategica, sebbene ancora dipendente da Washington. A rafforzare questa postura, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito Vladimir Putin “forse il più grave criminale di guerra del nostro tempo”. Questa escalation verbale da parte del leader della principale economia europea non è solo retorica; segnala un consolidamento del fronte contro l’aggressione russa e un allineamento sempre più netto.

Energia: Una Boccata d’Aria dal Mercato del Gas

Sul fronte economico, una notizia positiva arriva dal mercato energetico. Il prezzo del gas naturale ha chiuso sotto i 32 euro per megawattora sulla piazza di Amsterdam (TTF), il punto di riferimento per l’Europa. Questo calo, in termini pratici, alleggerisce la pressione inflazionistica e si traduce in un potenziale risparmio sulle bollette per famiglie e imprese, riducendo i costi di produzione. A mio avviso, sebbene ciò dimostri una certa resilienza del mercato, evidenzia anche quanto il nostro tessuto industriale resti esposto alla volatilità di questi indicatori, rendendo imperativa una diversificazione strategica delle fonti.

Germania: il Welfare State Sotto Esame

Intanto, in Germania, si accende un dibattito fondamentale per il futuro del modello sociale europeo. Il Cancelliere Merz ha messo in discussione la sostenibilità finanziaria dell’attuale stato sociale, scatenando reazioni immediate, inclusa l’accusa di dire “Bullshit” da parte di un ministro del governo. Questa discussione, a mio parere, è cruciale e non più rimandabile. Tocca il cuore della sfida continentale: come conciliare le tutele sociali con la disciplina di bilancio e il dinamismo economico, senza gravare eccessivamente sui contribuenti e sulle generazioni future. La questione tedesca è, in piccolo, la questione europea.

Per analisi più approfondite e per non perdere i prossimi sviluppi, l’appuntamento è alla prossima edizione di The Gist.


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