2025-09-06 • Occupazione USA rallenta, rischi per Fed e mercati.

Evening Analysis – The Gist

Il rallentamento inatteso dell’occupazione statunitense – appena 22 mila nuovi posti ad agosto secondo il Bureau of Labor Statistics, con disoccupazione salita al 3,8 % e salari orari fermi a +0,2 % – squarcia la narrativa “soft-landing” che aveva alimentato i listini globali. (reuters.com, ft.com, wsj.com, apnews.com)

La fragilità del mercato del lavoro costringe la Federal Reserve a un esercizio d’equilibrismo: tagliare i tassi ora per sostenere l’occupazione rischia di riaccendere l’inflazione-core, ma attendere potrebbe innescare una spirale recessiva che contagerebbe Europa e mercati emergenti già provati dal dollaro forte e dal rallentamento cinese.

Storicamente, ogni inversione ciclica dell’occupazione americana precede di sei-nove mesi un picco nei default sul debito societario; nel 2001 e nel 2008 lo spread high-yield saliva di 250 pb nelle settimane successive ai primi cali di payrolls. Gli operatori scontano lo stesso copione: futures Fed Funds prezzano ora 75 pb di tagli entro marzo, mentre il Treasury a 10 anni scivola sotto il 3,9 %.

“Gli errori economici più pericolosi nascono dall’illusione di poter governare la complessità con una sola leva.” — Dani Rodrik.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Saturday, September 06, 2025

the Gist View

Il rallentamento inatteso dell’occupazione statunitense – appena 22 mila nuovi posti ad agosto secondo il Bureau of Labor Statistics, con disoccupazione salita al 3,8 % e salari orari fermi a +0,2 % – squarcia la narrativa “soft-landing” che aveva alimentato i listini globali. (reuters.com, ft.com, wsj.com, apnews.com)

La fragilità del mercato del lavoro costringe la Federal Reserve a un esercizio d’equilibrismo: tagliare i tassi ora per sostenere l’occupazione rischia di riaccendere l’inflazione-core, ma attendere potrebbe innescare una spirale recessiva che contagerebbe Europa e mercati emergenti già provati dal dollaro forte e dal rallentamento cinese.

Storicamente, ogni inversione ciclica dell’occupazione americana precede di sei-nove mesi un picco nei default sul debito societario; nel 2001 e nel 2008 lo spread high-yield saliva di 250 pb nelle settimane successive ai primi cali di payrolls. Gli operatori scontano lo stesso copione: futures Fed Funds prezzano ora 75 pb di tagli entro marzo, mentre il Treasury a 10 anni scivola sotto il 3,9 %.

“Gli errori economici più pericolosi nascono dall’illusione di poter governare la complessità con una sola leva.” — Dani Rodrik.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Mercato del lavoro USA sotto pressione

L’economia del Presidente Trump, motore cruciale per la stabilità globale, mostra segni di affaticamento. La crescita dei posti di lavoro negli Stati Uniti si è quasi arrestata, un dato che mette in discussione la promessa di prosperità dell’amministrazione. Secondo i recenti rapporti, l’economia, fortemente dipendente dalla spesa dei consumatori, risente sia degli elevati tassi di interesse sia delle ampie tariffe doganali. Questo rallentamento sta intensificando le pressioni sulla Federal Reserve (la banca centrale USA) per tagli più decisi ai tassi di interesse. A mio avviso, è un chiaro promemoria di come il protezionismo e la politica monetaria possano generare conseguenze impreviste.

Escalation americana nei Caraibi

La politica estera di Washington verso l’America Latina si sta indurendo visibilmente, sotto l’influenza del Segretario di Stato Marco Rubio. Un attacco militare statunitense ha distrutto un’imbarcazione al largo del Venezuela, sospettata di essere legata al narcotraffico, causando la morte di 11 persone. Questo incidente segna una drammatica escalation nell’approccio dell’amministrazione Trump. Ritengo che episodi simili sollevino seri interrogativi sull’uso della forza militare e sull’efficacia a lungo termine di strategie aggressive, che spesso rischiano di aggravare l’instabilità regionale anziché risolverla.

L’asse sino-russo ignora le sanzioni

In barba alle pressioni di Washington, Pechino continua a rafforzare i suoi legami energetici ed economici con Mosca. Una seconda nave cisterna carica di Gas Naturale Liquefatto (GNL), proveniente da un impianto russo colpito da sanzioni statunitensi, è attraccata in Cina. Questo flusso commerciale non solo consolida una partnership strategica in chiave anti-americana, ma dimostra anche l’inefficacia delle sanzioni unilaterali in un mercato globale interconnesso. Evidenzia come le nazioni trovino partner alternativi, aggirando le restrizioni per perseguire i propri interessi economici.

Per ulteriori analisi e approfondimenti, vi aspettiamo alla prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

L’Arte Sotto Attacco

Il Bauhaus, la celebre scuola di architettura e arte, celebra i 100 anni dalla sua fondazione a Dessau, ma l’anniversario è velato da un’ombra inquietante. Allora perseguitata e chiusa dai nazisti, oggi si trova nel mirino dell’AfD, il partito di destra tedesco. La direttrice della fondazione, Barbara Steiner, la definisce un “attore della modernità” nato nel fermento della Repubblica di Weimar. Trovo preoccupante quando la politica cerca di dettare i confini della cultura, un copione che l’Europa ha già visto e che non dovrebbe ripetere, dove la libertà creativa finisce per essere la prima vittima.

La Libertà in Piazza

A Londra, più di mille persone hanno sfidato un divieto governativo per manifestare a sostegno di Palestine Action, consapevoli di rischiare l’arresto. Questo raduno, il più grande di sempre per il gruppo, ha visto i partecipanti fronteggiare le forze dell’ordine al grido di “vergogna”. Al di là delle singole cause, la vera questione per me è il limite del diritto di manifestare. Quando lo Stato decide che una voce è troppo scomoda da ascoltare, la nostra libertà collettiva si restringe pericolosamente.

Parigi e la Diplomazia Digitale

La Francia ha lanciato una nuova offensiva diplomatica, non tramite ambasciatori ma con un account online dedicato a contrastare la disinformazione. Il primo bersaglio è stato il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, le cui accuse sul ruolo francese nei negoziati di Gaza sono state respinte punto per punto. È un segnale di un’Europa che cerca una propria autonomia strategica, non solo economica ma anche narrativa. Personalmente, apprezzo la trasparenza, ma spero non diventi un pretesto per una propaganda di Stato speculare a quella che si vorrebbe combattere.

I prossimi sviluppi di queste storie troveranno spazio nella prossima edizione di The Gist.


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