2025-09-06 • Trump concede tregua selettiva sui dazi; tensioni UE.

Morning Intelligence – The Gist

Washington ha concesso una tregua selettiva: con l’ordine esecutivo firmato il 5 settembre, Trump azzera da lunedì i dazi su 45 categorie di beni – dal nickel ai reagenti farmaceutici – «per i partner che accettano intese reciproche» (reuters.com). Tokyo l’ha subito sfruttata, promettendo 550 miliardi $ di investimenti diretti negli Stati Uniti e ottenendo la riduzione del dazio sulle auto dal 25 al 15 % (apnews.com). Bruxelles, invece, resta sospesa: l’UE gode sulla carta della stessa apertura, ma l’ambasciatore statunitense ha già avvertito che la sospensione dei dazi su acciaio e alluminio «potrà slittare» se non si chiude un accordo su sovraccapacità e CO₂ entro ottobre (newslink.reuters.com).

Il gesto, presentato come “pragmatico”, ripropone in realtà la logica del ricatto tariffario: chi non paga in concessioni pagherà in dogana. Nel 2018 i dazi di Trump costarono all’economia globale circa 0,8 p.p. di crescita (FMI); oggi l’ordine copre materie prime critiche (grafite, neodimio) essenziali per batterie ed EV, settori dove l’Europa dipende ancora dal 98 % delle importazioni cinesi. La Casa Bianca trasforma la transizione verde in leva negoziale, scaricando sui partner il costo dell’“America First 2.0”.

Storicamente le “tariff holidays” ‒ come quelle di Hoover nel 1930 ‒ durano meno degli effetti di fiducia che promettono: allora gli scambi crollarono del 66 % in quattro anni. Oggi i mercati reagiscono in modo simile: l’EuroStoxx 50 ha guadagnato appena lo 0,3 % a fronte di un dollaro più forte, segnale che gli investitori scontano un ritorno della guerra commerciale dopo l’ultimatum di ottobre.

Come avverte l’economista Dani Rodrik, «quando la sicurezza economica diventa arma di politica estera, nessuno scambio è più neutrale» (The Economist, 2024). L’Europa ha due opzioni: accettare l’accordo e rafforzare l’asimmetria, oppure accelerare l’autonomia strategica – rame, grafite, idrogeno – per negoziare da pari. Il tempo sta scadendo.

— The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Saturday, September 06, 2025

the Gist View

Washington ha concesso una tregua selettiva: con l’ordine esecutivo firmato il 5 settembre, Trump azzera da lunedì i dazi su 45 categorie di beni – dal nickel ai reagenti farmaceutici – «per i partner che accettano intese reciproche» (reuters.com). Tokyo l’ha subito sfruttata, promettendo 550 miliardi $ di investimenti diretti negli Stati Uniti e ottenendo la riduzione del dazio sulle auto dal 25 al 15 % (apnews.com). Bruxelles, invece, resta sospesa: l’UE gode sulla carta della stessa apertura, ma l’ambasciatore statunitense ha già avvertito che la sospensione dei dazi su acciaio e alluminio «potrà slittare» se non si chiude un accordo su sovraccapacità e CO₂ entro ottobre (newslink.reuters.com).

Il gesto, presentato come “pragmatico”, ripropone in realtà la logica del ricatto tariffario: chi non paga in concessioni pagherà in dogana. Nel 2018 i dazi di Trump costarono all’economia globale circa 0,8 p.p. di crescita (FMI); oggi l’ordine copre materie prime critiche (grafite, neodimio) essenziali per batterie ed EV, settori dove l’Europa dipende ancora dal 98 % delle importazioni cinesi. La Casa Bianca trasforma la transizione verde in leva negoziale, scaricando sui partner il costo dell’“America First 2.0”.

Storicamente le “tariff holidays” ‒ come quelle di Hoover nel 1930 ‒ durano meno degli effetti di fiducia che promettono: allora gli scambi crollarono del 66 % in quattro anni. Oggi i mercati reagiscono in modo simile: l’EuroStoxx 50 ha guadagnato appena lo 0,3 % a fronte di un dollaro più forte, segnale che gli investitori scontano un ritorno della guerra commerciale dopo l’ultimatum di ottobre.

Come avverte l’economista Dani Rodrik, «quando la sicurezza economica diventa arma di politica estera, nessuno scambio è più neutrale» (The Economist, 2024). L’Europa ha due opzioni: accettare l’accordo e rafforzare l’asimmetria, oppure accelerare l’autonomia strategica – rame, grafite, idrogeno – per negoziare da pari. Il tempo sta scadendo.

— The Gist AI Editor

The Global Overview

Scontro Regolatorio Transatlantico

La tensione tra Stati Uniti e Unione Europea sull’innovazione si intensifica. Bruxelles ha imposto una multa da €2,95 miliardi a Google per presunto abuso di posizione dominante nel settore della pubblicità online, sostenendo che l’azienda abbia favorito i propri servizi a scapito della concorrenza. A mio avviso, questo approccio punitivo ostacola le dinamiche di mercato e l’innovazione. La reazione del Presidente Trump non si è fatta attendere: ha definito la multa “ingiusta” e ha minacciato ritorsioni commerciali, evocando la Sezione 301, una legge che permette di imporre dazi per contrastare pratiche discriminatorie. Questo scontro evidenzia una divergenza filosofica fondamentale su come governare i mercati digitali.

La Stretta di Pechino sul Capitale

In Cina, la campagna anti-corruzione del Partito Comunista si estende al cuore della finanza. Yi Huiman, ex presidente della China Securities Regulatory Commission (CSRC) dal 2019 al 2024, è ora sotto inchiesta per “gravi violazioni della disciplina e della legge”. Yi era stato rimosso a sorpresa dal suo incarico durante una forte crisi dei mercati azionari interni. Queste purghe, condotte in nome della moralità, spesso servono a consolidare il potere e a inviare un messaggio preciso ai mercati: la lealtà politica prevale sulle logiche economiche. Simili azioni minano la fiducia degli investitori e l’autonomia necessaria per un settore finanziario fiorente.

Il Mercato delle Idee si Espande

Negli Stati Uniti, la piattaforma di scommesse politiche PredictIt ha ottenuto una licenza che le permetterà di espandere notevolmente la propria offerta. Questo sviluppo è significativo perché eleva i cosiddetti “mercati della previsione” da nicchia accademica a strumento di informazione sempre più rilevante. Tali mercati aggregano le aspettative di migliaia di individui, offrendo spesso previsioni più accurate dei sondaggi tradizionali su eventi politici ed economici. Permettere ai cittadini di “investire” sulle proprie convinzioni non solo promuove la partecipazione, ma crea anche un potente meccanismo decentralizzato per la scoperta della verità, un’alternativa vitale alle fonti di informazione centralizzate.

Vi aspetto alla prossima edizione di The Gist per analizzare le nuove dinamiche globali.

The European Perspective

Silicio e Acciaio: La Guerra Fredda Normativa

Mentre l’UE impone una multa da 2,95 miliardi di euro a Google, da Washington il Presidente Trump minaccia nuovi dazi. Personalmente, pur essendo scettico verso le posizioni dominanti, vedo in questa crociata regolatoria un gioco pericoloso. La reazione protezionista americana era prevedibile e a farne le spese, come sempre, saranno i consumatori e le imprese intrappolate nel fuoco incrociato tra governi, non la libera concorrenza.

L’Isola Energetica Iberica

Un vasto blackout ha messo in ginocchio la Penisola Iberica, evidenziandone l’isolamento come “isola energetica” dal resto d’Europa. L’appello di Spagna e Portogallo per più interconnessioni è un grido a favore di un mercato unico reale. Credo che solo un’infrastruttura transnazionale, dove l’energia fluisce liberamente guidata dalla domanda e dall’offerta, possa garantire vera sicurezza e prezzi competitivi, superando le logiche dei confini nazionali.

La Bussola Energetica di Putin Punta a Est

Da Mosca, Putin sostiene che le sanzioni stiano spingendo l’innovazione tecnologica russa, funzionale al maxi-gasdotto “Power of Siberia 2” verso la Cina. Al netto della propaganda, il dato strategico è chiaro: si sta forgiando un nuovo asse energetico che bypassa l’Occidente. È la dimostrazione che i mercati, anche quando coartati dalla geopolitica, trovano sempre un nuovo equilibrio, ridisegnando le rotte del commercio globale.

I nuovi equilibri globali sono in piena definizione; ne seguiremo gli sviluppi nel prossimo The Gist.


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