The European Perspective
Guerra Fredda Commerciale 2.0
La pressione economica su Mosca sta subendo una metamorfosi. Osservo come l’amministrazione Trump stia ora spingendo i Paesi del G7, il gruppo delle principali democrazie industrializzate, a imporre dazi punitivi su Cina e India per i loro continui acquisti di petrolio russo. Washington propone tariffe che potrebbero arrivare fino al 100%, un’azione che mira a prosciugare le risorse finanziarie del Cremlino. Un portavoce del Tesoro USA ha dichiarato che tali acquisti “stanno finanziando la macchina da guerra di Putin”. Questo segna un cambio di passo, spostando il focus da sanzioni dirette a un meccanismo di pressione commerciale indiretta, che per noi europei potrebbe avere conseguenze complesse sulla stabilità dei mercati energetici globali.
Atlantico Diviso: Dazi contro Sanzioni
Tuttavia, noto una divergenza di vedute tra le due sponde dell’Atlantico. Mentre Washington predilige strumenti commerciali aggressivi come i dazi, che sono essenzialmente tasse sulle importazioni, l’Unione Europea rimane più cauta. Bruxelles si è finora concentrata su pacchetti di sanzioni mirate a specifiche entità finanziarie e imprese che supportano lo sforzo bellico russo. Questa differenza di approccio non è solo tattica: riflette una filosofia diversa. Da un lato, la forza bruta del mercato; dall’altro, un approccio più legalistico e mirato. La riluttanza europea a colpire partner commerciali importanti come Cina e India con tariffe elevate è palpabile, temendo possibili ritorsioni e rischi economici.
L’Incertezza come Nuova Norma
Questa nuova fase di pressione economica, guidata dagli Stati Uniti, introduce un’ulteriore variabile di instabilità per le imprese e i consumatori europei. Sebbene l’obiettivo di limitare le capacità della Russia sia condiviso, l’uso massiccio di tariffe rischia di frammentare ulteriormente il commercio globale. Personalmente, ritengo che interventi così pesanti sui mercati, per quanto motivati da necessità geopolitiche, creino distorsioni i cui effetti a lungo termine sono difficili da prevedere. L’incertezza generata da queste politiche commerciali aggressive potrebbe diventare la vera sfida per la pianificazione economica e gli investimenti nel nostro continente, costringendo le aziende europee a navigare in acque sempre più turbolente.
Vedremo come si evolveranno queste tensioni commerciali nella prossima edizione di The Gist.
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