La Grande Delusione sul Lavoro
Invece della tanto discussa “grande dimissione”, in Francia emerge una “grande delusione” tra i lavoratori. Secondo gli economisti Christine Erhel e Bruno Palier, il problema non è la mancanza di volontà di lavorare, ma un profondo scollamento tra le aspettative dei dipendenti e la realtà di un management troppo verticale e poco flessibile. Questa analisi, a mio avviso, non riguarda solo la Francia ma fotografa una tendenza europea: la richiesta di maggiore autonomia e di un senso nel proprio operato. Il benessere individuale e l’efficienza economica non sono in conflitto, anzi, si rafforzano a vicenda quando si libera il potenziale delle persone.
Un Ministro Virtuale per un Governo Reale?
L’Albania compie un passo audace, quasi fantascientifico, nominando “Diella”, un’intelligenza artificiale, come ministro per la gestione degli appalti pubblici. Il primo ministro Edi Rama promette che questa entità virtuale renderà il processo “100% libero dalla corruzione”. Se da un lato l’innovazione al servizio della trasparenza è sempre da accogliere con favore, dall’altro mi chiedo quali siano le reali garanzie e le responsabilità legali di un ministro non umano. Potrebbe essere un’efficace mossa per snellire la burocrazia e combattere la corruzione, un obiettivo cruciale per l’integrazione europea del paese, oppure rischia di diventare un puro esercizio di facciata tecnologica.
La Battaglia delle Idee: Oltre il Campo Militare
Mentre la NATO, l’alleanza difensiva che lega Europa e Nord America, rafforza il suo fianco orientale con l’operazione “Eastern Sentry” in risposta all’incursione di droni russi in Polonia, un’altra guerra, più silenziosa, è già in corso. La Russia intensifica la sua guerra ibrida, cercando di destabilizzare le nostre società influenzando i dibattiti su temi come l’immigrazione e il clima. Questo evidenzia la fragilità delle democrazie liberali se non sanno difendere il proprio discorso pubblico. Come suggerisce il filosofo Michael J. Sandel, non basta rispondere con argomenti puramente economici; serve che la sinistra impari a “parlare il linguaggio del patriottismo”, offrendo una visione positiva e inclusiva della comunità nazionale per contrastare i nazionalismi xenofobi.
I prossimi mesi ci diranno se queste strategie, tecnologiche e ideologiche, sapranno rafforzare le nostre società.
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