2025-09-13 • Messico alza i dazi auto al 50% per Paesi senza FTA, col

Morning Intelligence – The Gist

Il fatto più dirompente nelle ultime 24 ore è la decisione di Città del Messico di innalzare al 50 % i dazi su auto importate da Paesi senza FTA, colpendo soprattutto la Cina. La misura – massimo consentito dal WTO – arriva mentre Pechino copre quasi il 50 % delle vendite di EV in Messico e dopo che BYD ha raddoppiato i volumi nel 2025. (reuters.com)

Non è solo protezionismo difensivo: è un gesto di “rilocalizzazione forzata” che risponde alla pressione USA, timorosa che le catene cinesi aggirino i propri dazi passando per il vicino del T-MEC. L’ultima volta che il Messico piegò le tariffe a Washington fu nel 1993, quando l’adesione al NAFTA ridisegnò l’automotive nordamericano; oggi però la Cina vale quasi il 10 % dell’export globale d’auto, e il rischio di ritorsioni è più alto.

Gli investitori leggono già gli effetti: Tesla e BYD perdono terreno a Città del Messico, mentre GM e Ford – protette dal decreto del 2003 che azzera i dazi se producono localmente – guadagnano. Questa asimmetria potrebbe accelerare la frammentazione della supply-chain, alzando i prezzi regionali dei veicoli del 3-5 % secondo stime Banco Base.

“Il commercio funziona quando le regole sono condivise, non quando vengono imposte con la forza”, avverte l’economista Dani Rodrik.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Saturday, September 13, 2025

the Gist View

Il fatto più dirompente nelle ultime 24 ore è la decisione di Città del Messico di innalzare al 50 % i dazi su auto importate da Paesi senza FTA, colpendo soprattutto la Cina. La misura – massimo consentito dal WTO – arriva mentre Pechino copre quasi il 50 % delle vendite di EV in Messico e dopo che BYD ha raddoppiato i volumi nel 2025. (reuters.com)

Non è solo protezionismo difensivo: è un gesto di “rilocalizzazione forzata” che risponde alla pressione USA, timorosa che le catene cinesi aggirino i propri dazi passando per il vicino del T-MEC. L’ultima volta che il Messico piegò le tariffe a Washington fu nel 1993, quando l’adesione al NAFTA ridisegnò l’automotive nordamericano; oggi però la Cina vale quasi il 10 % dell’export globale d’auto, e il rischio di ritorsioni è più alto.

Gli investitori leggono già gli effetti: Tesla e BYD perdono terreno a Città del Messico, mentre GM e Ford – protette dal decreto del 2003 che azzera i dazi se producono localmente – guadagnano. Questa asimmetria potrebbe accelerare la frammentazione della supply-chain, alzando i prezzi regionali dei veicoli del 3-5 % secondo stime Banco Base.

“Il commercio funziona quando le regole sono condivise, non quando vengono imposte con la forza”, avverte l’economista Dani Rodrik.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Salute Pubblica in Transizione

Il drastico ridimensionamento dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi solleva interrogativi che vanno ben oltre i confini americani. Se da un lato è innegabile che il sistema sanitario USA mostrasse da tempo profonde criticità, la mossa di indebolire un’istituzione chiave per la salute globale appare come un azzardo. Per decenni, il CDC ha avuto un ruolo centrale nella sicurezza sanitaria internazionale. A mio avviso, questo vuoto di potere spingerà inevitabilmente altri attori, sia statali che privati, a farsi avanti, aprendo forse la strada a un modello di gestione delle crisi sanitarie più decentralizzato e competitivo.

I Capitali Guardano Oltre l’Occidente

I mercati finanziari sembrano prezzare un nuovo equilibrio di potere economico. Secondo le previsioni di Bank of America, a partire dal 2026 i mercati emergenti sono destinati ad attrarre un flusso crescente di capitali, a testimonianza di un progressivo disinteresse per gli asset statunitensi. Questo non è un semplice dato tecnico, ma il segnale di una rinnovata fiducia nella stabilità e nella capacità di crescita di queste economie. Dal mio punto di vista, si tratta di un’evoluzione positiva, in cui i capitali si muovono liberamente verso le migliori opportunità, premiando il merito e la buona governance al di fuori dei tradizionali poli occidentali.

Un Visto per Pochi

L’Unione Europea si prepara a raccomandare una stretta significativa sulle norme per il rilascio di visti ai cittadini russi. Dietro questa decisione si cela una realtà di interscambio ancora forte: solo nel 2024, sono stati rilasciati oltre mezzo milione di visti Schengen a richiedenti russi. Questo irrigidimento segna un’ulteriore restrizione alla libertà di movimento e al contatto tra società civili. Credo che isolare intere popolazioni, anziché individui specifici, sia una strategia miope che rischia di rafforzare le narrative autoritarie invece di favorire il prezioso e insostituibile scambio di idee.

Il quadro globale è in continua evoluzione; vi aspetto alla prossima edizione di The Gist per analizzarne insieme i futuri sviluppi.

The European Perspective

La Grande Delusione sul Lavoro

Invece della tanto discussa “grande dimissione”, in Francia emerge una “grande delusione” tra i lavoratori. Secondo gli economisti Christine Erhel e Bruno Palier, il problema non è la mancanza di volontà di lavorare, ma un profondo scollamento tra le aspettative dei dipendenti e la realtà di un management troppo verticale e poco flessibile. Questa analisi, a mio avviso, non riguarda solo la Francia ma fotografa una tendenza europea: la richiesta di maggiore autonomia e di un senso nel proprio operato. Il benessere individuale e l’efficienza economica non sono in conflitto, anzi, si rafforzano a vicenda quando si libera il potenziale delle persone.

Un Ministro Virtuale per un Governo Reale?

L’Albania compie un passo audace, quasi fantascientifico, nominando “Diella”, un’intelligenza artificiale, come ministro per la gestione degli appalti pubblici. Il primo ministro Edi Rama promette che questa entità virtuale renderà il processo “100% libero dalla corruzione”. Se da un lato l’innovazione al servizio della trasparenza è sempre da accogliere con favore, dall’altro mi chiedo quali siano le reali garanzie e le responsabilità legali di un ministro non umano. Potrebbe essere un’efficace mossa per snellire la burocrazia e combattere la corruzione, un obiettivo cruciale per l’integrazione europea del paese, oppure rischia di diventare un puro esercizio di facciata tecnologica.

La Battaglia delle Idee: Oltre il Campo Militare

Mentre la NATO, l’alleanza difensiva che lega Europa e Nord America, rafforza il suo fianco orientale con l’operazione “Eastern Sentry” in risposta all’incursione di droni russi in Polonia, un’altra guerra, più silenziosa, è già in corso. La Russia intensifica la sua guerra ibrida, cercando di destabilizzare le nostre società influenzando i dibattiti su temi come l’immigrazione e il clima. Questo evidenzia la fragilità delle democrazie liberali se non sanno difendere il proprio discorso pubblico. Come suggerisce il filosofo Michael J. Sandel, non basta rispondere con argomenti puramente economici; serve che la sinistra impari a “parlare il linguaggio del patriottismo”, offrendo una visione positiva e inclusiva della comunità nazionale per contrastare i nazionalismi xenofobi.

I prossimi mesi ci diranno se queste strategie, tecnologiche e ideologiche, sapranno rafforzare le nostre società.


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