Segnali contrastanti dalla Cina
L’economia cinese invia segnali divergenti che, a mio avviso, meritano un’attenta analisi. Da un lato, i dati ufficiali mostrano un rallentamento: la produzione industriale di agosto è cresciuta solo del 5,2%, il ritmo più lento dall’agosto 2024. Questo indebolimento della domanda si riflette sui mercati, dove il gigante dei giocattoli Pop Mart ha visto le sue azioni quotate a Hong Kong crollare del 9%. Dall’altro, in un’apparente ventata di dinamismo imprenditoriale, il colosso tecnologico Tencent sta preparando la sua prima offerta obbligazionaria in quattro anni, cercando capitali freschi per alimentare la crescita.
L’asse nucleare anglo-americano
Sul fronte energetico e geopolitico, osservo con interesse il nuovo accordo sull’energia nucleare siglato tra Stati Uniti e Regno Unito. Questa mossa strategica, svelata prima della visita di stato del presidente Trump, non è solo una questione di cooperazione tecnologica. A mio parere, rappresenta una scelta pragmatica volta a rafforzare la sicurezza energetica e l’indipendenza da attori globali meno affidabili. È un passo che privilegia la stabilità e l’innovazione a lungo termine, elementi fondamentali per mercati liberi e resilienti.
Il campanello d’allarme del debito francese
Sebbene l’attenzione sia spesso rivolta altrove, il declassamento del rating del credito della Francia da parte di Fitch ad A+ è un evento da non sottovalutare. La reazione immediata dei mercati, con un calo dei futures sui titoli di stato decennali, è la prova di come l’aumento del debito pubblico e la polarizzazione politica minino la fiducia degli investitori. Questo, per me, non è un problema meramente francese, ma un monito globale sull’importanza della disciplina fiscale per garantire la stabilità economica.
I prossimi sviluppi daranno maggiori indicazioni sulla direzione dei mercati globali; li analizzeremo nella prossima edizione di The Gist.
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