Apnea sociale: il prezzo nascosto del fine settimana
Sembra che i nostri fine settimana, spazi sacri dedicati al riposo e alla socialità, abbiano un costo inatteso per la nostra salute. Un recente studio, che ha analizzato i dati di oltre 70.000 persone, ha coniato il termine “apnea sociale” per descrivere un picco nella gravità dell’apnea notturna durante il weekend. La probabilità di soffrire di questo disturbo, che causa interruzioni della respirazione durante il sonno, è del 18% più alta il sabato rispetto al mercoledì. A mio avviso, questi dati non suggeriscono la necessità di regolamentare le nostre vite, ma ci invitano a una maggiore consapevolezza: le nostre scelte individuali, come modificare gli orari del sonno, consumare alcolici o fumare, hanno conseguenze dirette e misurabili sul nostro benessere.
L’idillio infranto dell’Argentina di Milei
La storia d’amore tra gli investitori internazionali e il presidente argentino Javier Milei sembra essere giunta a una brusca conclusione. Dopo l’euforia iniziale per le sue promesse di liberalizzazione economica, il mercato azionario argentino sta vivendo un momento buio. L’indice Merval, che rappresenta le principali aziende del paese, ha registrato un crollo di circa il 30% dall’inizio dell’anno, posizionando la borsa di Buenos Aires come la peggiore al mondo nel 2025. Dal mio punto di vista, questa inversione di tendenza, innescata da una sconfitta elettorale a Buenos Aires, è un duro promemoria di come la fiducia degli investitori sia volatile e di come le riforme orientate al mercato, anche quando necessarie, affrontino un percorso irto di ostacoli politici e incertezze.
Migranti venezuelani, il paradosso americano
Negli Stati Uniti, la comunità venezuelana si trova in un limbo angosciante, intrappolata tra il sostegno all’amministrazione Trump per la sua linea dura contro il regime di Maduro e la paura di perdere le proprie tutele migratorie. Una recente sentenza federale ha permesso il rinnovo dello Status di Protezione Temporanea (TPS), uno scudo che consente a centinaia di migliaia di persone di vivere e lavorare legalmente, ma la battaglia legale è stata estenuante. Trovo particolarmente potente l’amarezza racchiusa in una frase che circola tra i migranti: “Abbiamo votato per cacciare Maduro, non per cacciare i venezuelani dagli Stati Uniti”. Questa situazione espone l’intrinseca contraddizione di politiche che, nel tentativo di esercitare pressione su un regime autoritario, finiscono per penalizzare proprio le persone che da quel regime sono fuggite.
Tensioni ai confini d’Europa e oltre
Le tensioni geopolitiche continuano a pulsare ai confini del nostro continente e nel vicinato. Il ministero della Difesa russo ha negato recisamente che tre dei suoi caccia MiG-31 abbiano violato lo spazio aereo dell’Estonia, un alleato NATO, definendolo un “volo di routine”. Episodi come questo mantengono alta l’allerta lungo il fianco orientale dell’Alleanza. Nel frattempo, in Medio Oriente, la situazione a Gaza si aggrava. L’esercito israeliano ha chiuso quasi tutte le vie di fuga verso sud, preparandosi a un’offensiva di “violenza senza precedenti”. Personalmente, trovo inquietante che, mentre si profila una crisi umanitaria, un ministro israeliano stia già pianificando la costruzione di immobili nelle aree settentrionali che verranno abbandonate, mostrando una preoccupante disconnessione dalla realtà umana del conflitto.
Esploreremo le implicazioni di questi e altri sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
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