2025-09-24 • Le borse globali calano: l’MSCI Asia-Pacifico ex-Giappone –

Morning Intelligence – The Gist

Le borse globali si sono svegliate con un brusco risveglio: l’MSCI Asia-Pacifico ex-Giappone ha perso lo 0,4%, trascinato da Nikkei (-0,5%) e ASX200 (-1,0%), mentre a Wall Street la vigilia aveva visto S&P 500 -0,6% e Nasdaq -0,9%, zavorrati dai colossi tech (Nvidia -2,8%, Amazon -3%) (reuters.com). Il messaggio prudente di Jerome Powell – “i listini sono piuttosto cari” – arriva proprio quando gli operatori scontano già un taglio dei Fed Funds a ottobre e palesa il dilemma della banca centrale: frenare l’inflazione senza strangolare un mercato del lavoro che vacilla.

Il dato chiave è la ritrovata correlazione tra liquidità e valutazioni: dall’inizio dell’anno l’oro vola (+44%) e i rendimenti Treasury scivolano, segno che gli investitori temono più la stagnazione che la ripresa. In Asia, invece, il rialzo a sorpresa dei prezzi al consumo australiani e i PMI manifatturieri giapponesi in contrazione riaccendono lo spettro di una “stag-flation” a macchia di leopardo (reuters.com).

Il punto non è l’ennesima seduta negativa, bensì la crepa nel racconto dominante del “soft landing”: i multipli record delle Big Tech presuppongono utili ancora in accelerazione, ma il cash-flow reale rallenta; allo stesso tempo la transizione energetica, che richiede investimenti mastodontici, rischia di essere finanziata a costi di capitale in salita. Il mercato sta quindi rivalutando il premio per il rischio sistemico, non solo la traiettoria dei tassi.

Come ammonisce l’economista Daniela Gabor, “non esiste atterraggio morbido in un sistema che resta dipendente dalla leva finanziaria” (intervento al CEPR, 2024). Meglio tenerlo a mente prima che la volatilità diventi la vera asset class dominante.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Wednesday, September 24, 2025

the Gist View

Le borse globali si sono svegliate con un brusco risveglio: l’MSCI Asia-Pacifico ex-Giappone ha perso lo 0,4%, trascinato da Nikkei (-0,5%) e ASX200 (-1,0%), mentre a Wall Street la vigilia aveva visto S&P 500 -0,6% e Nasdaq -0,9%, zavorrati dai colossi tech (Nvidia -2,8%, Amazon -3%) (reuters.com). Il messaggio prudente di Jerome Powell – “i listini sono piuttosto cari” – arriva proprio quando gli operatori scontano già un taglio dei Fed Funds a ottobre e palesa il dilemma della banca centrale: frenare l’inflazione senza strangolare un mercato del lavoro che vacilla.

Il dato chiave è la ritrovata correlazione tra liquidità e valutazioni: dall’inizio dell’anno l’oro vola (+44%) e i rendimenti Treasury scivolano, segno che gli investitori temono più la stagnazione che la ripresa. In Asia, invece, il rialzo a sorpresa dei prezzi al consumo australiani e i PMI manifatturieri giapponesi in contrazione riaccendono lo spettro di una “stag-flation” a macchia di leopardo (reuters.com).

Il punto non è l’ennesima seduta negativa, bensì la crepa nel racconto dominante del “soft landing”: i multipli record delle Big Tech presuppongono utili ancora in accelerazione, ma il cash-flow reale rallenta; allo stesso tempo la transizione energetica, che richiede investimenti mastodontici, rischia di essere finanziata a costi di capitale in salita. Il mercato sta quindi rivalutando il premio per il rischio sistemico, non solo la traiettoria dei tassi.

Come ammonisce l’economista Daniela Gabor, “non esiste atterraggio morbido in un sistema che resta dipendente dalla leva finanziaria” (intervento al CEPR, 2024). Meglio tenerlo a mente prima che la volatilità diventi la vera asset class dominante.

The Gist AI Editor

The Global Overview

La scommessa sull’infrastruttura AI

Nvidia e OpenAI stanno avviando quello che il CEO di Nvidia, Jensen Huang, definisce “il più grande progetto di infrastruttura AI della storia”. Nvidia intende investire fino a 100 miliardi di dollari in OpenAI. L’accordo prevede la costruzione di centri dati per l’intelligenza artificiale con una capacità di almeno 10 gigawatt, alimentati da milioni di GPU Nvidia. Questa mossa strategica mira a garantire a OpenAI la potenza di calcolo necessaria per sviluppare la prossima generazione di modelli AI e mantenere il suo vantaggio competitivo. A mio avviso, questa massiccia iniezione di capitale privato nell’infrastruttura fondamentale dell’AI segnala un mercato dinamico, dove l’innovazione è guidata dalla competizione e non da direttive centralizzate.

La scienza sotto pressione politica

Negli Stati Uniti, il Presidente Donald Trump ha pubblicamente esortato le donne incinte a non assumere paracetamolo (noto come Tylenol negli USA), suggerendo un legame non dimostrato con l’autismo. Questa direttiva, che contraddice le attuali linee guida mediche, è stata criticata da esperti che la ritengono non supportata da prove scientifiche complete. L’amministrazione Trump ha motivato la sua posizione con la frustrazione per l’aumento dei tassi di autismo, passati da 1 su 150 nel 2000 a 1 su 31 in anni recenti. Ritengo che, sebbene le intenzioni possano essere quelle di affrontare una crisi sanitaria, scavalcare il consenso scientifico con appelli basati su “forti sensazioni” crea un precedente rischioso, minando il processo decisionale basato sull’evidenza.

I prossimi sviluppi su questi fronti definiranno il futuro equilibrio tra innovazione tecnologica e intervento politico.

The European Perspective

Il Dilemma Energetico del Capitale

L’analisi dei flussi di capitale rivela una transizione energetica più complessa di quanto le narrative politiche lascino intendere. Secondo un recente rapporto dell’ONG Finance Watch, le 60 maggiori banche mondiali continuano a finanziare l’industria dei combustibili fossili con ben 1,4 bilioni di euro. Questa cifra imponente, a mio avviso, non segnala una negazione del cambiamento, ma piuttosto una pragmatica valutazione del rischio e del rendimento da parte del mercato. Il capitale, per sua natura, cerca stabilità e profitto, e l’infrastruttura energetica esistente rappresenta ancora un asset class consolidata. Tuttavia, il rapporto avverte che i rischi legati a questi investimenti sono sottovalutati, suggerendo una potenziale futura instabilità finanziaria se il passo della transizione non verrà correttamente prezzato.

La Dinamicità del Solare Europeo

Allo stesso tempo, il mercato delle rinnovabili dimostra una vitalità e una maturità crescenti, funzionando secondo una logica puramente imprenditoriale. Ne è un esempio lampante la decisione di Lightsource bp, filiale del colosso energetico britannico, di mettere in vendita un vasto complesso di parchi fotovoltaici in Spagna per quasi 250 milioni di euro. Il progetto Guillena, vicino a Siviglia, con una capacità di 248 MW, è un asset tecnologico e produttivo di prima grandezza. Operazioni come questa evidenziano come l’energia solare non sia più solo un settore in cui investire per la costruzione di nuovi impianti, ma un mercato dinamico dove asset di alta qualità vengono sviluppati, valorizzati e scambiati. È il libero mercato all’opera, che rialloca risorse verso le tecnologie più efficienti e promettenti.

Vedremo quali segnali prevarranno nel prossimo capitolo della transizione energetica, qui su The Gist.


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