2025-09-24 • Washington offre a Buenos Aires $20 miliardi, spingendo asset argentini in alto. L

Evening Analysis – The Gist

Buonasera,

Washington ha appena offerto a Buenos Aires una ciambella da 20 miliardi di dollari fra linea-swap e possibili acquisti di bond, spingendo peso, azioni e titoli argentini ai massimi da tre mesi. Il segretario al Tesoro Scott Bessent parla di “alleanza strategica” con il presidente libertario Javier Milei, mentre l’ETF Global X Argentina avanza del 4 % e il bond 2030 supera 75 cent/$. (reuters.com)

Il rally, però, maschera fondamentali fragili: riserve nette a 6 miliardi contro 95 miliardi di debito in valuta estera e un peso ancora sopravvalutato che gli analisti vorrebbero svalutato di almeno il 30 %. (ft.com) La cura-swap ricorda i salvataggi “stop-and-go” degli anni 90: liquidità USA oggi, dolorosa regolazione domani.

Per Washington l’operazione è geoeconomia pura: contenere l’influenza cinese in Sud America e premiare un partner ideologicamente affine. Ma centralizzare così tanto rischio sovrano nelle mani del Tesoro USA ridisegna la governance finanziaria globale: se lo zio Sam può comprare bond emergenti a discrezione, quale ruolo resta a FMI e Banca Mondiale?

In breve, il sostegno americano sposta il contagocce, non la bilancia. Senza riforme del tasso di cambio e un piano industriale che vada oltre il “chainsaw economics”, l’Argentina rischia di trovarsi, parafrasando Hyman Minsky, “stabile finché è instabile”. Come avverte Amartya Sen: “Lo sviluppo è libertà, ma la libertà senza solide fondamenta economiche può evaporare”.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Wednesday, September 24, 2025

the Gist View

Buonasera,

Washington ha appena offerto a Buenos Aires una ciambella da 20 miliardi di dollari fra linea-swap e possibili acquisti di bond, spingendo peso, azioni e titoli argentini ai massimi da tre mesi. Il segretario al Tesoro Scott Bessent parla di “alleanza strategica” con il presidente libertario Javier Milei, mentre l’ETF Global X Argentina avanza del 4 % e il bond 2030 supera 75 cent/$. (reuters.com)

Il rally, però, maschera fondamentali fragili: riserve nette a 6 miliardi contro 95 miliardi di debito in valuta estera e un peso ancora sopravvalutato che gli analisti vorrebbero svalutato di almeno il 30 %. (ft.com) La cura-swap ricorda i salvataggi “stop-and-go” degli anni 90: liquidità USA oggi, dolorosa regolazione domani.

Per Washington l’operazione è geoeconomia pura: contenere l’influenza cinese in Sud America e premiare un partner ideologicamente affine. Ma centralizzare così tanto rischio sovrano nelle mani del Tesoro USA ridisegna la governance finanziaria globale: se lo zio Sam può comprare bond emergenti a discrezione, quale ruolo resta a FMI e Banca Mondiale?

In breve, il sostegno americano sposta il contagocce, non la bilancia. Senza riforme del tasso di cambio e un piano industriale che vada oltre il “chainsaw economics”, l’Argentina rischia di trovarsi, parafrasando Hyman Minsky, “stabile finché è instabile”. Come avverte Amartya Sen: “Lo sviluppo è libertà, ma la libertà senza solide fondamenta economiche può evaporare”.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Guerra Asimmetrica e Petrolio

La tecnologia a basso costo sta alterando gli equilibri geostrategici. Gli avvisi di attacchi con droni ucraini hanno bloccato le operazioni di caricamento in due porti petroliferi chiave della Russia sul Mar Nero. Infrastrutture critiche come il terminal di Novorossiysk, hub cruciale per le esportazioni russe, dimostrano la loro vulnerabilità di fronte a tattiche innovative. Dal mio punto di vista, questo episodio non è solo una nota a margine del conflitto, ma l’evidenza di come l’innovazione decentralizzata possa sfidare la potenza statale convenzionale. L’impatto potenziale sulla produzione e sui prezzi globali del greggio evidenzia come la guerra tecnologica asimmetrica sia diventata un fattore macroeconomico da non sottovalutare.

Il Futuro Africano è Tech

Mentre alcuni analisti si concentrano sui rischi, Bill Gates, attraverso la sua fondazione, identifica la Nigeria come il fulcro del successo futuro dell’Africa. Questa non è una scommessa basata sulla semplice filantropia, ma un’analisi lucida del potenziale del Paese. Con una popolazione che secondo le stime delle Nazioni Unite è proiettata a superare quella degli Stati Uniti entro il 2050, e un’età mediana di soli 18 anni, la Nigeria è un serbatoio di capitale umano. Il suo vivace ecosistema tecnologico, alimentato da crescenti investimenti di venture capital, è il vero motore della trasformazione. Credo che il futuro del continente non sarà scritto dagli aiuti internazionali, ma dall’energia imprenditoriale e dall’innovazione che prosperano in contesti di mercato sempre più aperti.

Le implicazioni di queste tendenze sono ancora tutte da scoprire.

The European Perspective

Geopolitica e Mercati Tecnologici

La Borsa di Milano ha mostrato le due facce della medaglia industriale europea. Da un lato, ho osservato con interesse il balzo del 4,55% di Leonardo, gigante della tecnologia per la difesa. Questo rialzo segue le rassicurazioni del Presidente USA Donald Trump sulle forniture militari alla NATO, un segnale di come le dinamiche geopolitiche possano premiare direttamente l’innovazione tecnologica del nostro continente. All’opposto, lo scivolone di Stellantis (-3,49%), costretta a sospendere la produzione in sei stabilimenti europei, evidenzia le difficoltà di un settore in piena e complessa transizione tecnologica.

La Guerra dei Dazi al Carbonio

La retorica politica spesso si scontra con la realtà dei dati. Secondo una nuova ricerca, il tanto discusso dazio europeo sul carbonio, tecnicamente noto come CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), costerà alle aziende statunitensi circa 351 milioni di euro entro il 2034. Si tratta di una cifra quasi dieci volte inferiore ai 4,7 miliardi di dollari all’anno paventati da Donald Trump. Personalmente, vedo in questo meccanismo un tentativo, seppur complesso, di far giocare tutti secondo le stesse regole ambientali, basandosi su dati misurabili anziché su minacce protezionistiche.

Stabilità sul Fronte Energetico

Un segnale positivo arriva dal mercato energetico, dove il prezzo del gas naturale ha chiuso in calo sotto i 32 euro per megawattora (MWh) sulla piazza di Amsterdam (TTF), il principale riferimento europeo. Questa discesa dell’1,12% nei contratti per ottobre suggerisce una crescente stabilità. A mio avviso, questo dimostra la resilienza e la capacità di adattamento del mercato, che sta progressivamente diversificando le fonti di approvvigionamento e riducendo la dipendenza da singoli fornitori, un pilastro per la nostra sicurezza economica.

Lo Stato di Diritto Sotto Pressione

Dalla Bulgaria giunge un appello che non possiamo ignorare. Il sindaco di Varna, Blagomir Kotsev, dal carcere ha esortato l’Unione Europea a esercitare “maggiore pressione” sul governo di Sofia per fermare quella che definisce una deriva autoritaria. La sua detenzione è diventata un test cruciale per lo stato di diritto nel paese. Ritengo che la tutela delle libertà individuali e delle istituzioni democratiche liberali all’interno dei confini dell’UE sia una priorità assoluta, un monito a non dare mai per scontati i nostri valori fondanti.

Vedremo come si evolveranno questi scenari nella prossima edizione di The Gist.


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