2025-09-27 • I profitti industriali cinesi crescono del 20,4% ad agosto. Pech

Morning Intelligence – The Gist

Il rimbalzo dei profitti industriali cinesi – +20,4 % su base annua in agosto e +0,9 % nell’intero periodo gennaio-agosto – segnala più di un semplice refolo ciclico. Dopo otto mesi di deflazione alla produzione, Pechino è riuscita a far “raffreddare” la guerra dei prezzi nell’auto elettrica e a diluire l’emorragia immobiliare, senza varare lo stimolo monstre che molti davano per inevitabile. I dati ufficiali del NBS mostrano che le imprese private (+3,3 %) e quelle a capitale estero (+0,9 %) tornano in area positiva, mentre i colossi statali restano in calo (-1,7 %) – una redistribuzione silenziosa del margine che ridisegna la gerarchia produttiva. (reuters.com)

Per i mercati globali la lezione è duplice. Primo: la Cina mantiene spazio di manovra – un taglio dei tassi Fed nel 2026 libererebbe ulteriore ossigeno fiscale a Pechino. Secondo: l’offerta cinese resta iper-competitiva; l’export di solare e batterie, nonostante i dazi USA-UE, sovraccarica la disinflazione occidentale ma esaspera i falchi del protezionismo. Chi invoca catene “friend-shored” dovrebbe chiedersi se può permettersi supply-shock contrari proprio mentre l’industria europea entra in stagnazione tecnica.

Come ammonisce Mariana Mazzucato, «creare valore significa anche decidere chi lo cattura» – una frase che oggi risuona sia nei corridoi di Zhongnanhai sia a Bruxelles.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Saturday, September 27, 2025

the Gist View

Il rimbalzo dei profitti industriali cinesi – +20,4 % su base annua in agosto e +0,9 % nell’intero periodo gennaio-agosto – segnala più di un semplice refolo ciclico. Dopo otto mesi di deflazione alla produzione, Pechino è riuscita a far “raffreddare” la guerra dei prezzi nell’auto elettrica e a diluire l’emorragia immobiliare, senza varare lo stimolo monstre che molti davano per inevitabile. I dati ufficiali del NBS mostrano che le imprese private (+3,3 %) e quelle a capitale estero (+0,9 %) tornano in area positiva, mentre i colossi statali restano in calo (-1,7 %) – una redistribuzione silenziosa del margine che ridisegna la gerarchia produttiva. (reuters.com)

Per i mercati globali la lezione è duplice. Primo: la Cina mantiene spazio di manovra – un taglio dei tassi Fed nel 2026 libererebbe ulteriore ossigeno fiscale a Pechino. Secondo: l’offerta cinese resta iper-competitiva; l’export di solare e batterie, nonostante i dazi USA-UE, sovraccarica la disinflazione occidentale ma esaspera i falchi del protezionismo. Chi invoca catene “friend-shored” dovrebbe chiedersi se può permettersi supply-shock contrari proprio mentre l’industria europea entra in stagnazione tecnica.

Come ammonisce Mariana Mazzucato, «creare valore significa anche decidere chi lo cattura» – una frase che oggi risuona sia nei corridoi di Zhongnanhai sia a Bruxelles.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Tensione USA-Colombia

Una mossa diplomatica tanto rara quanto assertiva: Washington ha annunciato che revocherà il visto del presidente colombiano Gustavo Petro. La decisione segue le dichiarazioni di Petro a New York, durante le quali ha esortato i soldati americani a “disobbedire agli ordini” del presidente Trump. Sebbene la libertà di espressione sia un principio cardine, utilizzarla per incitare alla disobbedienza le forze armate di una nazione alleata rappresenta, dal mio punto di vista, un superamento di limiti diplomatici critici, con conseguenze potenzialmente gravi per la stabilità delle relazioni bilaterali in un’area strategica.

La Crisi Solare Americana

Il mercato non perdona le distorsioni politiche. Pine Gate Renewables, importante sviluppatore del settore solare, sta valutando la bancarotta. Le difficoltà dell’industria solare statunitense sono state collegate alle politiche anti-rinnovabili, ai dazi e agli alti costi di finanziamento. Questo scenario evidenzia come l’interventismo statale, sia tramite sussidi che attraverso barriere protezionistiche, crei un ecosistema instabile che penalizza l’innovazione e la sostenibilità economica delle imprese, anche in settori considerati promettenti. La lezione è chiara: il capitale cerca stabilità e regole certe, non favori politici.

Dati Cinesi in Controtendenza

Pechino celebra una vittoria apparente: i profitti industriali in Cina sono balzati del 20,4% ad agosto su base annua, invertendo mesi di calo. Il governo attribuisce il successo alle campagne nazionali per ridurre l’eccesso di capacità produttiva. Se da un lato il dato sembra positivo, dall’altro sorge il dubbio sulla sostenibilità di una crescita pilotata dall’alto. Le campagne statali, per loro natura, rischiano di premiare attori inefficienti ma politicamente connessi, soffocando la concorrenza di mercato che è il vero motore dell’efficienza e dell’innovazione a lungo termine.

Il quadro globale resta complesso; vi terrò aggiornati sulle prossime evoluzioni.

The European Perspective

Germania: stretta sui rimpatri

Dopo anni di blocco, il governo tedesco intende riavviare i rimpatri verso la Siria, focalizzandosi inizialmente sui criminali. Il Ministro degli Interni, Alexander Dobrindt, ha dichiarato di voler raggiungere un accordo con Damasco entro la fine dell’anno per gestire i rimpatri di persone senza diritto di soggiorno. Personalmente, ritengo che distinguere tra chi si integra e lavora e chi invece non ha diritto all’asilo sia un passo pragmatico e necessario per una politica migratoria sostenibile, che bilanci l’accoglienza con la sicurezza e il rispetto delle regole.

Bruxelles contro il veto ungherese

L’Unione Europea sta studiando un meccanismo per aggirare il veto dell’Ungheria e destinare 140 miliardi di euro, derivanti da asset russi congelati, all’Ucraina. Data la cronica ostruzione del primo ministro ungherese Viktor Orbán, i giuristi dell’UE stanno cercando di far approvare il “Prestito di Riparazione” per Kyiv con una maggioranza qualificata anziché all’unanimità. È una mossa che vedo come un tentativo di non permettere a un singolo stato membro di paralizzare la politica estera dell’Unione su questioni così cruciali, riaffermando un principio di solidarietà europea che non può essere ostaggio di interessi particolari.

Moldavia: democrazia sotto pressione

A pochi giorni da elezioni parlamentari decisive, la commissione elettorale della Moldavia ha escluso un partito filo-russo, “Herz Moldaus” (Cuore della Moldavia), dalla competizione. La decisione è arrivata in seguito ad accuse di irregolarità nel finanziamento. Questo evento evidenzia la crescente tensione geopolitica nella regione e la lotta della Moldavia per mantenere il proprio percorso pro-europeo, un segnale che, a mio avviso, dimostra la necessità di vigilare contro le ingerenze esterne che minano la sovranità democratica delle nazioni.

USA: possibile svolta sulle armi a Kyiv

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è mostrato aperto alla possibilità di consentire all’Ucraina di utilizzare armi americane a lungo raggio per colpire obiettivi in territorio russo. Durante un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Selenskyj, Trump non ha dato un consenso definitivo, ma la sua apertura segna un potenziale, significativo cambio di strategia nel conflitto. Da liberale, credo che fornire a una nazione sovrana i mezzi per difendersi efficacemente sia fondamentale, e questo sviluppo potrebbe alterare drasticamente gli equilibri sul campo.

Nuovi scenari si profilano all’orizzonte; li esploreremo insieme nella prossima edizione di The Gist.


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