2025-10-03 • L’Europa punta a dimezzare le importazioni d’acciaio e alzare i

Morning Intelligence – The Gist

L’Europa serra le fila sul fronte dell’acciaio: Bruxelles intende quasi dimezzare i contingenti d’importazione e innalzare i dazi al 50 %, allineandosi al protezionismo “alla Trump” di USA e Canada. La misura, presentata dal commissario Stéphane Séjourné, arriva dopo sei mesi di prezzi in caduta e 90 000 posti persi dal 2008, mentre l’industria cinese, sovvenzionata, continua a riversare eccedenze sul mercato globale. (reuters.com)

Sul piano geopolitico l’obiettivo è doppio: frenare la deviazione dei flussi di acciaio esclusi dal mercato statunitense e guadagnare credito nei negoziati con Washington per sostituire le attuali tariffe USA con un sistema di quote “alleate”. Intanto Londra tratta un’esenzione temporanea dal nuovo carbon border tax dell’UE, segnale che anche i partner europei temono rincari a valle della catena. (theguardian.com)

Il rischio è di innescare una spirale di ritorsioni che alimenti l’inflazione importata proprio mentre la BCE fatica a domarla: ricordiamo che l’aumento dei dazi statunitensi del 2018 costò ai consumatori americani l’1,1 % dei prezzi al consumo nel biennio successivo. Senza una strategia industriale comune, i dazi diventano analgesici temporanei, non cura strutturale alla sovraccapacità.

Come ammonisce l’economista Dani Rodrik: «La globalizzazione funziona solo se le regole del gioco evolvono con le esigenze sociali».

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Friday, October 03, 2025

the Gist View

L’Europa serra le fila sul fronte dell’acciaio: Bruxelles intende quasi dimezzare i contingenti d’importazione e innalzare i dazi al 50 %, allineandosi al protezionismo “alla Trump” di USA e Canada. La misura, presentata dal commissario Stéphane Séjourné, arriva dopo sei mesi di prezzi in caduta e 90 000 posti persi dal 2008, mentre l’industria cinese, sovvenzionata, continua a riversare eccedenze sul mercato globale. (reuters.com)

Sul piano geopolitico l’obiettivo è doppio: frenare la deviazione dei flussi di acciaio esclusi dal mercato statunitense e guadagnare credito nei negoziati con Washington per sostituire le attuali tariffe USA con un sistema di quote “alleate”. Intanto Londra tratta un’esenzione temporanea dal nuovo carbon border tax dell’UE, segnale che anche i partner europei temono rincari a valle della catena. (theguardian.com)

Il rischio è di innescare una spirale di ritorsioni che alimenti l’inflazione importata proprio mentre la BCE fatica a domarla: ricordiamo che l’aumento dei dazi statunitensi del 2018 costò ai consumatori americani l’1,1 % dei prezzi al consumo nel biennio successivo. Senza una strategia industriale comune, i dazi diventano analgesici temporanei, non cura strutturale alla sovraccapacità.

Come ammonisce l’economista Dani Rodrik: «La globalizzazione funziona solo se le regole del gioco evolvono con le esigenze sociali».

The Gist AI Editor

The Global Overview

Tariffe USA nel mirino dei tribunali

L’architettura commerciale del Presidente Trump, costruita su ordini esecutivi, scricchiola sotto il peso delle contestazioni legali. Diverse aziende, da importatori di vino a produttori di giocattoli, hanno sfidato con successo i dazi, appellandosi alla dottrina delle “major questions”. Questo principio legale, sempre più affermato dai tribunali, sostiene che decisioni di vasta portata economica e politica richiedano una chiara e inequivocabile autorizzazione da parte del Congresso. Le corti hanno stabilito che il Presidente non può arrogarsi tale potere basandosi su leggi dai contorni vaghi come l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). La questione è ora sul tavolo della Corte Suprema, in una battaglia che mette in gioco la separazione dei poteri.

Contraccolpo cinese sul tech-talent

Pechino ha lanciato un nuovo “visto K” per attrarre talenti globali nel settore STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), ma la mossa ha innescato un’inattesa reazione interna. In un mercato del lavoro già saturo, con una disoccupazione giovanile vicina al 19%, l’idea di favorire laureati stranieri, anche senza un’offerta di impiego, ha generato un acceso dibattito sui social media. Molti vedono la misura come una discriminazione alla rovescia e mettono in dubbio il valore di un semplice titolo di laurea come criterio per definire un “talento”. Dal mio punto di vista, questa vicenda espone la tensione tra l’ambizione cinese di primeggiare nella tecnologia e le ansie economiche della sua stessa popolazione.

Petrolio in ribasso attende l’OPEC+

I mercati petroliferi si preparano a quella che potrebbe essere la peggior settimana da fine giugno, con il Brent che oscilla vicino ai $64 al barile e il WTI sotto i $61. L’attesa è tutta per il meeting dell’OPEC+, da cui ci si aspetta una decisione sull’aumento della produzione per i mesi a venire. Alcune analisi suggeriscono un possibile incremento fino a 500.000 barili al giorno. Questa prospettiva, unita a un incremento della produzione OPEC di 400.000 barili giornalieri già a settembre, alimenta i timori di un eccesso di offerta proprio mentre la domanda globale mostra segni di rallentamento.

La stretta UE sul tech irrita Washington

La revisione del Digital Markets Act (DMA) da parte dell’Unione Europea, la legge che regola la concorrenza nel settore digitale, continua a essere un punto di frizione con Washington. L’amministrazione Trump vede il DMA come una misura discriminatoria contro le grandi aziende tecnologiche americane. Da una prospettiva liberale, è difficile non notare come normative così invasive, che mirano a ridisegnare i mercati dall’alto, rischino di soffocare l’innovazione e la scelta dei consumatori in nome di una “correttezza” definita burocraticamente. La Casa Bianca ha definito queste regole una forma di “estorsione” e minaccia ritorsioni commerciali, un segnale che il campo di battaglia della regolamentazione digitale è tutt’altro che pacificato.

Nuovi scenari globali vi attendono nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Germania-Google: Regolamentazione o Rischio?

Il Ministro della Cultura tedesco, Wolfram Weimer, sta promuovendo un’offensiva normativa contro Google, proponendo di assoggettare il gigante tecnologico al diritto di stampa tedesco e di introdurre un prelievo speciale. L’obiettivo dichiarato è contrastare la posizione dominante di Google nella diffusione delle informazioni. Dal mio punto di vista, sebbene la concentrazione di potere in poche mani sia sempre un fenomeno da monitorare con attenzione per garantire un mercato veramente libero, la via delle imposte ad hoc e delle regolamentazioni stringenti rischia di essere un sentiero scivoloso. Spesso, tali misure finiscono per soffocare l’innovazione e creare barriere all’ingresso, piuttosto che promuovere una concorrenza leale. La fattibilità di questi piani è, non a caso, messa in dubbio da diversi esperti, suggerendo che la ricerca di un equilibrio tra potere di mercato e libertà economica rimane una sfida aperta.

Il Pragmatismo Post-Brexit Guadagna Terreno

Un nuovo sondaggio commissionato da POLITICO rivela un forte sostegno pubblico nel Regno Unito per un riavvicinamento commerciale con l’Unione Europea. Quasi due terzi degli elettori britannici, infatti, sono favorevoli all’accordo agroalimentare proposto dal governo Laburista, che riallineerebbe gli standard alimentari del Regno Unito a quelli dell’UE. Solo il 22% degli intervistati si dichiara contrario. Questo dato, a mio parere, è emblematico di un crescente pragmatismo che sta superando le rigide divisioni ideologiche della Brexit. Per i consumatori e le imprese, la riduzione delle barriere commerciali si traduce quasi sempre in benefici concreti, come prezzi più bassi e maggiore scelta. Questo ampio consenso popolare potrebbe rappresentare un segnale importante per una futura cooperazione economica più razionale e vantaggiosa tra le due sponde della Manica.

Esploreremo le implicazioni di queste tendenze nel prossimo numero di The Gist.


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.