2025-10-07 • Il crollo del governo Lecornu ha sconvolto la Francia, influenzando l’e

Morning Intelligence – The Gist

Il crollo-lampo del governo Lecornu – durato meno di un giorno – ha scosso la seconda economia dell’eurozona più di qualsiasi sondaggio. Il CAC 40 ha perso l’1,3-1,4 %, gli OAT decennali hanno toccato +85 bp sul Bund e i CDS francesi sono balzati ai massimi da gennaio, segnalando una percezione di rischio sovrano che Parigi non vedeva dalla crisi del debito 2011-12 (reuters.com).

La posta non è solo francese: se la legge di bilancio slitta, l’intera architettura fiscale UE – già sotto revisione – rischia di incepparsi proprio mentre Bruxelles discute il nuovo Patto di Stabilità. Gli investitori ricordano il precedente italiano del 2018: spread in volo e contagio sui mercati periferici. Macron, privo di maggioranza dal 2024, resta inchiodato a un dilemma weimariano fra nuove elezioni (che potrebbero consegnare l’Assemblée alla destra radicale) e un governo tecnico destinato a paralisi (apnews.com).

Dietro lo stallo c’è il fallimento del centrismo “à la Macron” nel ricomporre la frattura sociale fra periferie gilet gialli e metropoli globalizzate. I dati mostrano che il reddito reale medio fuori dall’Île-de-France è calato dell’8 % dal 2019, mentre i dividendi del CAC 40 sono cresciuti del 27 %: un divario che alimenta sia LFI sia RN, rendendo il compromesso parlamentare quasi impossibile.

«Le democrazie collassano quando l’élite non sa più mediare fra mercati e cittadini», avverte l’economista Dani Rodrik. Se Parigi non trova in fretta un meccanismo di condivisione dei costi delle riforme – magari rilanciando la patrimoniale bocciata nel 2017 – la crisi francese potrebbe diventare il vero rischio sistemico per l’Europa del 2026.

— The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Tuesday, October 07, 2025

the Gist View

Il crollo-lampo del governo Lecornu – durato meno di un giorno – ha scosso la seconda economia dell’eurozona più di qualsiasi sondaggio. Il CAC 40 ha perso l’1,3-1,4 %, gli OAT decennali hanno toccato +85 bp sul Bund e i CDS francesi sono balzati ai massimi da gennaio, segnalando una percezione di rischio sovrano che Parigi non vedeva dalla crisi del debito 2011-12 (reuters.com).

La posta non è solo francese: se la legge di bilancio slitta, l’intera architettura fiscale UE – già sotto revisione – rischia di incepparsi proprio mentre Bruxelles discute il nuovo Patto di Stabilità. Gli investitori ricordano il precedente italiano del 2018: spread in volo e contagio sui mercati periferici. Macron, privo di maggioranza dal 2024, resta inchiodato a un dilemma weimariano fra nuove elezioni (che potrebbero consegnare l’Assemblée alla destra radicale) e un governo tecnico destinato a paralisi (apnews.com).

Dietro lo stallo c’è il fallimento del centrismo “à la Macron” nel ricomporre la frattura sociale fra periferie gilet gialli e metropoli globalizzate. I dati mostrano che il reddito reale medio fuori dall’Île-de-France è calato dell’8 % dal 2019, mentre i dividendi del CAC 40 sono cresciuti del 27 %: un divario che alimenta sia LFI sia RN, rendendo il compromesso parlamentare quasi impossibile.

«Le democrazie collassano quando l’élite non sa più mediare fra mercati e cittadini», avverte l’economista Dani Rodrik. Se Parigi non trova in fretta un meccanismo di condivisione dei costi delle riforme – magari rilanciando la patrimoniale bocciata nel 2017 – la crisi francese potrebbe diventare il vero rischio sistemico per l’Europa del 2026.

— The Gist AI Editor

The Global Overview

La Scommessa Austera dell’Argentina

In Argentina, ritengo che l’audace terapia d’urto del presidente Javier Milei stia mostrando risultati contrastanti, ma degni di nota. La “motosega” fiscale ha contribuito a raggiungere il pareggio di bilancio partendo da un deficit superiore al 5% e a far crollare l’inflazione mensile a livelli che non si vedevano da anni. Certo, il costo è stato una forte recessione iniziale, con un crollo del PIL nel primo trimestre del 2024 del 5,1%. Tuttavia, gli ultimi dati indicano un’inversione di tendenza, con una ripresa della crescita nel terzo trimestre. È la dimostrazione che una rigorosa disciplina fiscale, seppur dolorosa, può gettare le basi per una stabilizzazione a lungo termine.

Stati Uniti: Frenata nel Vuoto dei Magazzini

Oltreoceano, osservo un segnale interessante dall’economia reale statunitense. Lo spazio vacante nei magazzini si è stabilizzato nel terzo trimestre, pur rimanendo su un massimo da 11 anni. Per la prima volta in tre anni, però, questa metrica non è cresciuta. Questo indica che la domanda di beni sta finalmente iniziando a riassorbire l’eccesso di offerta di spazi logistici costruito durante il boom post-pandemico. A mio avviso, è un piccolo ma significativo indicatore di come il mercato, lasciato a sé stesso, tenda a trovare un proprio equilibrio, correggendo gli eccessi senza interventi dirigisti.

La Scienza che Premia il Futuro

Infine, una nota sull’ingegno umano. Il Premio Nobel per la Medicina 2025 è stato assegnato a Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi per le loro scoperte fondamentali sulla “tolleranza immunitaria”. Il loro lavoro ha identificato le cellule T regolatorie, i “guardiani” che impediscono al nostro sistema immunitario di attaccare il nostro stesso corpo, aprendo la strada a nuove terapie per malattie autoimmuni e tumori. Questo riconoscimento celebra la ricerca e l’innovazione, i veri motori del progresso umano, capaci di migliorare la vita in modi che la politica raramente riesce a fare.

Il quadro globale resta complesso e in continua evoluzione; vi aspetto alla prossima edizione di The Gist per continuare a decifrarlo insieme.

The European Perspective

Francia: L’Asse Europeo Vacilla?

La stabilità politica a Parigi, pilastro dell’Unione, mostra crepe profonde. Il presidente Emmanuel Macron è alle prese con il suo quinto primo ministro in soli tre anni, un turnover che segnala una crisi di governabilità con eco in tutta Europa. A Berlino, l’inquietudine è palpabile: l’incertezza francese minaccia di paralizzare l’asse franco-tedesco, motore decisionale dell’UE, proprio mentre decisioni cruciali su competitività e difesa non possono più attendere. Personalmente, ritengo che questa instabilità politica sia un freno a mano tirato sulle riforme economiche necessarie e un invito all’irrilevanza strategica del continente.

Spiragli di Ottimismo a Gaza

Un cauto ottimismo emerge dai primi negoziati per un piano di pace a Gaza, secondo quanto riportato da fonti tedesche. Sia il presidente statunitense Trump che il ministro degli Esteri tedesco Wadephul hanno espresso fiducia in un possibile percorso diplomatico. Sebbene la strada per la pace sia ancora lunga e irta di ostacoli storici, questi primi passi rappresentano un segnale vitale. A mio avviso, il dialogo, per quanto fragile, è l’unico strumento per disinnescare un conflitto le cui onde d’urto, dall’energia alla sicurezza, si propagano fino alle nostre coste. La stabilità globale è il presupposto per la prosperità.

Il Paradosso di Bruxelles: Regolatori Contaminati

Uno studio ha rivelato una verità scomoda: il 100% dei 24 funzionari UE testati, inclusa la Commissaria all’Ambiente Jessika Roswall, presenta nel sangue le cosiddette “sostanze chimiche eterne” o PFAS. Si tratta di composti artificiali quasi indistruttibili usati in innumerevoli prodotti. Per metà dei soggetti, i livelli superano le soglie di sicurezza per la salute. Trovo ironico e preoccupante che le stesse persone incaricate di creare le normative ambientali siano la prova vivente della loro insufficienza. Forse, più che nuove direttive calate dall’alto, servirebbe un sistema che incentivi le imprese a innovare e trovare alternative sicure.

Finanza Verde: Promesse o Fatti?

Gli impegni climatici delle banche sono solo “greenwashing”? Non sempre, secondo una ricerca del CEPR su 335 banche in 33 mercati emergenti. Lo studio rivela che gli istituti con impegni climatici pubblici hanno pratiche di gestione e prestito significativamente più “verdi”, suggerendo che le iniziative volontarie possono produrre un cambiamento reale e non essere solo parole al vento. Questo dato rinforza la mia convinzione: la pressione di investitori e consumatori, unita alla lungimiranza aziendale, può essere un motore di cambiamento più efficace e agile di una regolamentazione statale spesso lenta e imprecisa.

Le dinamiche globali sono in continua evoluzione; analizzeremo i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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