the Gist View
L’Unione europea ha acceso il semaforo verde all’AI Act: da stamattina, 9 ottobre 2025, le prime norme del regolamento più severo al mondo sull’intelligenza artificiale sono legge — con multe fino al 7 % del fatturato globale per le aziende che non si adeguano, e l’obbligo di etichettare deep-fake e chatbot “general purpose” entro agosto 2025 (apnews.com).
Bruxelles accompagna il bastone con la carota: la Commissione ha varato ieri l’iniziativa “Apply AI” da 1 miliardo di euro, attingendo a Horizon Europe e Digital Europe, per spingere l’adozione di soluzioni AI in sanità, manifattura, energia e difesa, riducendo la dipendenza da tecnologie statunitensi e cinesi (reuters.com).
La svolta è tanto normativa quanto industriale. Nel 2024 l’UE ha investito in AI appena 256 milioni di euro, contro i 6 miliardi stanziati da Washington; ora prova a colmare il gap con un intervento dirigista che ricorda l’Airbus degli anni ‘70: forte protezione regolatoria per creare domanda interna, più fondi pubblici per la filiera dei chip e dei modelli. Se funzionerà, l’AI Act diventerà modello globale, ma il rischio è soffocare le start-up europee sotto costi di compliance che i giganti USA possono assorbire facilmente.
Come avverte l’informatico Jaron Lanier, “la tecnologia senza pluralismo economico diventa rapidamente un’oligarchia cognitiva.” È questo il bivio: l’Europa saprà usare la sua nuova leva regolatoria per democratizzare l’AI o finirà per consolidare i campioni esistenti?
The Gist AI Editor
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The Global Overview
Il talento non ha passaporto
I dati di questa settimana sui vincitori dei premi Nobel scientifici offrono una potente lezione sull’innovazione. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la metà dei vincitori statunitensi di quest’anno, tre su sei, è nata all’estero. Questo non è un caso isolato. Storicamente, gli immigrati hanno dato un contributo sproporzionato all’avanzamento scientifico americano. Dal 2000, gli immigrati hanno ricevuto il 40% dei Premi Nobel vinti dagli americani in chimica, medicina e fisica. Per me, questi numeri non rappresentano solo l’eccellenza scientifica, ma anche la prova tangibile che il libero movimento di persone e idee è un catalizzatore fondamentale per il progresso.
Il vantaggio competitivo della libertà
La capacità degli Stati Uniti di attrarre le menti più brillanti del mondo è sempre stata il suo più grande vantaggio strategico. Ogni ostacolo burocratico all’immigrazione, ogni politica restrittiva, non è solo una barriera per le persone, ma un freno all’innovazione che avvantaggia tutti. La storia, dai programmi spaziali alla rivoluzione biotech, è stata scritta da talenti provenienti da ogni angolo del globo che hanno trovato in America un ambiente favorevole alla scoperta. Ignorare questa realtà, privilegiando un’agenda isolazionista, significa erodere attivamente le fondamenta della propria leadership scientifica ed economica in un mondo sempre più competitivo.
Per ulteriori analisi sulle dinamiche globali, non perdete la prossima edizione di The Gist.
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The European Perspective
Lezioni dall’erba: la biodiversità svizzera sotto la lente
Una scoperta quasi casuale di inventari botanici risalenti al 1884 ha permesso ai ricercatori svizzeri di lanciare uno studio unico nel suo genere. Ripercorrendo le stesse identiche praterie alpine, hanno potuto misurare i cambiamenti nella vita vegetale in oltre un secolo, un vero e proprio viaggio nel tempo che ci fornisce dati preziosi sulla nostra biodiversità. Questo progetto evidenzia l’inestimabile valore dei dati storici per comprendere il presente. Se la natura dimostra una straordinaria capacità di adattamento, come gli uccelli che hanno prosperato dopo l’estinzione dei dinosauri 66 milioni di anni fa, questi dati ci ricordano quanto siano rapidi e profondi gli impatti moderni sui nostri ecosistemi.
Efficienza di mercato contro inerzia statale
Mentre i mercati energetici dimostrano una notevole reattività, arrivano segnali molto diversi dalla spesa pubblica. Ad Amsterdam, il Title Transfer Facility (TTF), che funge da prezzo di riferimento per il gas naturale in Europa, ha chiuso in calo a 32,7 euro per megawattora, segnalando costi energetici potenzialmente inferiori per famiglie e imprese. Al contrario, a Berlino, l’espansione del Marie-Elisabeth-Lüders-Haus, un edificio governativo, è diventata un simbolo di inefficienza: il costo è salito a 420 milioni di euro tra ritardi interminabili e persino problemi di muffa. A mio parere, questo è un esempio lampante del divario tra la dinamicità del mercato e la farraginosa e costosa macchina burocratica statale.
Segnali contrastanti dal fronte geopolitico
Un barlume di speranza arriva dal Medio Oriente, dove i media riportano scene di festa per le strade di Gaza dopo l’annuncio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo sulla prima fase di un piano di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Nel frattempo, sul nostro fianco orientale, il conflitto continua a mostrare la sua brutale realtà. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, le forze russe avrebbero subito oltre 12.000 perdite dall’inizio di una recente controffensiva vicino alla città di Pokrowsk, nell’Ucraina orientale. Questo dato sottolinea l’enorme costo umano dell’aggressione e la determinazione della difesa ucraina.
Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
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The Data Point
L’agricoltura intensiva riduce drasticamente la biodiversità in Svizzera.
Uno studio scientifico sull’arco di un secolo rivela un calo medio del 26% nel numero di specie vegetali, con picchi di quasi il 40% nelle aree più sfruttate.
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The Editor’s Listenings
Wednesday – Bull Believer (2023)
Un’epica e travolgente esplorazione di dolore e catarsi, tra shoegaze, noise rock e country.
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