2025-10-13 • Trump e Xi si incontreranno a Seul il 29 ottobre per discutere delle tensioni

Evening Analysis – The Gist

«La danza dei dazi ha un nuovo palcoscenico: Seul». Oggi Washington ha confermato che Donald Trump e Xi Jinping si incontreranno il 29 ottobre a margine dell’APEC, nonostante l’ultima impennata di tensione commerciale – minaccia statunitense di tariffe al 100 % in risposta ai controlli cinesi sulle terre rare, crollo dell’S&P 500 del 2 % e fuga di capitali asiatici (reuters.com).

Il vertice non riguarda solo due super-economie: l’80 % della catena globale delle terre rare transita tra i due Paesi e ogni punto di tariffa in più riduce dello 0,04 % la crescita mondiale (dati FMI 2024). La Corea del Sud, ospite dell’evento e hub dei semiconduttori, teme di essere la prima vittima collaterale; Seul ha già annunciato un pacchetto di sostegno al chip da 33 000 mld won per attutire l’onda d’urto (euronews.com).

Storicamente, ogni ciclo di escalation tariffaria USA-Cina dal 2018 si è chiuso con accordi temporanei seguiti da barriere non tariffarie più sofisticate: ci avviciniamo alla stessa dinamica, ma su tecnologie strategiche – terre rare, AI, batterie – che definiscono la sicurezza economica del XXI secolo.

«La geopolitica è l’economia con le bombe a orologeria», ricorda l’economista Branko Milanović (2023). Prepariamoci al ticchettio.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Monday, October 13, 2025

the Gist View

«La danza dei dazi ha un nuovo palcoscenico: Seul». Oggi Washington ha confermato che Donald Trump e Xi Jinping si incontreranno il 29 ottobre a margine dell’APEC, nonostante l’ultima impennata di tensione commerciale – minaccia statunitense di tariffe al 100 % in risposta ai controlli cinesi sulle terre rare, crollo dell’S&P 500 del 2 % e fuga di capitali asiatici (reuters.com).

Il vertice non riguarda solo due super-economie: l’80 % della catena globale delle terre rare transita tra i due Paesi e ogni punto di tariffa in più riduce dello 0,04 % la crescita mondiale (dati FMI 2024). La Corea del Sud, ospite dell’evento e hub dei semiconduttori, teme di essere la prima vittima collaterale; Seul ha già annunciato un pacchetto di sostegno al chip da 33 000 mld won per attutire l’onda d’urto (euronews.com).

Storicamente, ogni ciclo di escalation tariffaria USA-Cina dal 2018 si è chiuso con accordi temporanei seguiti da barriere non tariffarie più sofisticate: ci avviciniamo alla stessa dinamica, ma su tecnologie strategiche – terre rare, AI, batterie – che definiscono la sicurezza economica del XXI secolo.

«La geopolitica è l’economia con le bombe a orologeria», ricorda l’economista Branko Milanović (2023). Prepariamoci al ticchettio.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Distensione sino-americana?

Ritengo che i segnali di dialogo tra Washington e Pechino meritino un cauto ottimismo. È confermato il piano per un incontro tra il presidente Trump e Xi Jinping questo mese per discutere delle tensioni commerciali. Un allentamento delle dispute tariffarie, che vedono la Cina criticare dazi “arbitrari” imposti dagli Stati Uniti, è cruciale per la stabilità economica globale. A mio avviso, l’abbandono di politiche protezionistiche a favore di una maggiore apertura commerciale gioverebbe a entrambe le economie e ridarebbe slancio alle catene di approvvigionamento internazionali, oggi sotto pressione. La posta in gioco è alta per evitare un’ulteriore escalation che non gioverebbe a nessuno.

La sfida energetica degli USA

L’ambizione del presidente Trump di aumentare le esportazioni di gas naturale, pur volendo mantenere bassi i prezzi interni, si scontra con una realtà infrastrutturale complessa. Le previsioni indicano che le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) potrebbero raggiungere i 14,7 miliardi di piedi cubi al giorno nel 2025, un dato che conferma il ruolo leader degli USA nel settore. Tuttavia, come evidenziato dal Wall Street Journal, le infrastrutture esistenti sono un collo di bottiglia. Questa situazione dimostra come le visioni politiche debbano sempre fare i conti con i limiti fisici del mercato; senza investimenti mirati, l’obiettivo rischia di rimanere incompiuto.

Scommessa sull’Intelligenza Artificiale

La decisione del comitato per il Nobel di premiare ricerche legate all’IA funge da importante promemoria contro il pessimismo tecnologico. A mio parere, è un errore temere l’innovazione. L’intelligenza artificiale non è una minaccia, ma un potente motore di crescita e produttività. Le stime più accreditate prevedono che l’IA generativa possa aggiungere fino a 4,4 trilioni di dollari all’economia globale su base annua. Questo immenso potenziale di creazione di valore dovrebbe incoraggiare governi e imprese a favorire la ricerca e l’imprenditorialità, piuttosto che soffocarle con regolamentazioni premature.

I prossimi sviluppi saranno cruciali e li analizzeremo nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Il Nobel premia l’innovazione

Il premio Nobel per l’economia 2025 va a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt per le loro ricerche sulla crescita trainata dall’innovazione. Questo riconoscimento accademico, a mio avviso, è un potente promemoria di dove risieda la vera fonte della prosperità: non nella redistribuzione statica della ricchezza, ma nella “distruzione creativa” che alimenta il progresso. È un’importante validazione per quelle politiche che liberano le forze di imprenditori e ricercatori, i veri motori di un’economia europea dinamica, anziché imbrigliarle con eccessive regolamentazioni.

Distensione commerciale USA-Cina

Intravedo segnali positivi sul fronte delle relazioni tra Stati Uniti e Cina. Il Segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, incontrerà prossimamente la sua controparte cinese, il vice premier He Lifeng, con l’obiettivo di prevenire una nuova guerra commerciale. Per l’Europa, spesso schiacciata tra questi due giganti, la notizia è di vitale importanza. Un conflitto a colpi di dazi si traduce inevitabilmente in catene di approvvigionamento interrotte, costi maggiori per le nostre industrie e un’incertezza che paralizza gli investimenti. Un ritorno al dialogo è l’unica via pragmatica per salvaguardare il commercio globale da cui dipende la nostra stessa crescita.

Geopolitica e stabilità dei mercati

Il cessate il fuoco a Gaza e la conseguente liberazione degli ostaggi sembrano portare un’ondata di cauto ottimismo che si estende anche ad altri teatri di crisi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, infatti, si è rivolto direttamente al presidente USA Donald Trump, auspicando che la determinazione mostrata per il Medio Oriente possa servire da modello per raggiungere la pace anche in Ucraina. Dal mio punto di vista, la risoluzione di questi conflitti non è solo un imperativo umanitario, ma anche prettamente economico. La stabilità in Europa orientale e in Medio Oriente è un requisito fondamentale per tenere sotto controllo i prezzi dell’energia e garantire la sicurezza delle filiere produttive.

I prossimi sviluppi, come sempre, su The Gist.


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