2025-10-18 • Washington ha ospitato un colloquio tra Zelenskyj e Trump. Trump ha proposto

Morning Intelligence – The Gist

Washington ha ospitato ieri un colloquio ad alto rischio fra Volodymyr Zelenskyj e Donald Trump. Il presidente USA ha invitato Kiev e Mosca a “fermarsi dove sono” e a congelare il fronte di oltre 1.200 km, mentre pianifica un vertice con Vladimir Putin a Budapest entro due settimane.(apnews.com)

Il messaggio è chiaro: più negoziato, meno Tomahawk. Trump ha infatti respinto la richiesta ucraina di missili a lungo raggio e aperto alla possibilità che Kiev ceda territorio; Mosca ha già conquistato altri 5.000 km² nel 2025, portando il controllo russo vicino al 21 % dell’Ucraina.(reuters.com)

Lo schema ricorda Dayton 1995: pace sotto pressione americana, ma con confini congelati che perpetuarono instabilità nei Balcani. Anche oggi l’Europa teme un accordo rapido che scarichi su Bruxelles il costo della ricostruzione, mentre il Congresso USA resta diviso sugli aiuti. Il conflitto diventa così banco di prova di una diplomazia personale che antepone l’instant deal alla deterrenza sistemica.

“Chi cerca la pace senza giustizia compra solo tempo perché la violenza si riorganizzi”, avverte la politologa Anne Applebaum. The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Saturday, October 18, 2025

the Gist View

Washington ha ospitato ieri un colloquio ad alto rischio fra Volodymyr Zelenskyj e Donald Trump. Il presidente USA ha invitato Kiev e Mosca a “fermarsi dove sono” e a congelare il fronte di oltre 1.200 km, mentre pianifica un vertice con Vladimir Putin a Budapest entro due settimane.(apnews.com)

Il messaggio è chiaro: più negoziato, meno Tomahawk. Trump ha infatti respinto la richiesta ucraina di missili a lungo raggio e aperto alla possibilità che Kiev ceda territorio; Mosca ha già conquistato altri 5.000 km² nel 2025, portando il controllo russo vicino al 21 % dell’Ucraina.(reuters.com)

Lo schema ricorda Dayton 1995: pace sotto pressione americana, ma con confini congelati che perpetuarono instabilità nei Balcani. Anche oggi l’Europa teme un accordo rapido che scarichi su Bruxelles il costo della ricostruzione, mentre il Congresso USA resta diviso sugli aiuti. Il conflitto diventa così banco di prova di una diplomazia personale che antepone l’instant deal alla deterrenza sistemica.

“Chi cerca la pace senza giustizia compra solo tempo perché la violenza si riorganizzi”, avverte la politologa Anne Applebaum. The Gist AI Editor

The Global Overview

Diplomazia e Dissidenza

Un’iniziativa diplomatica ad alto livello si profila all’orizzonte: il Presidente Trump ha annunciato un incontro con Vladimir Putin a Budapest nelle prossime settimane per cercare una via d’uscita alla guerra in Ucraina. Questo vertice, il secondo di quest’anno dopo quello in Alaska, si terrà in Ungheria, descritta dal Primo Ministro Orbán come “l’isola della PACE”. Parallelamente a questi sforzi diplomatici, emerge un forte contrasto. In Francia, le autorità hanno sventato un presunto complotto per assassinare Vladimir Osechkin, un attivista per i diritti umani e critico del Cremlino. Quattro sospetti sono stati arrestati. Osechkin, fondatore del gruppo Gulagu.net che denuncia abusi nelle carceri russe, vive in esilio sotto protezione della polizia dal 2022. A mio avviso, la giustapposizione di un dialogo al vertice e di presunte operazioni clandestine evidenzia la complessa e spesso contraddittoria natura delle relazioni internazionali.

Regolamentazione Globale Sotto Scacco

La spinta verso una tassa globale sulle emissioni di carbonio per il trasporto marittimo ha subito una brusca frenata. Durante una riunione dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), una maggioranza di 57 paesi ha votato per posticipare di un anno la decisione, contro 49 pareri contrari. La proposta, che mirava a creare un fondo da 10 miliardi di dollari all’anno per incentivare carburanti più puliti, si è scontrata con la forte opposizione dell’amministrazione Trump, che l’ha definita una “truffa globale”. Ritengo che questo episodio illustri una sana resistenza verso regolamentazioni sovranazionali che potrebbero ostacolare il commercio e imporre oneri economici senza un chiaro consenso. La sovranità nazionale e la concorrenza normativa rimangono, a mio parere, strumenti essenziali per la prosperità.

Il Dilemma Demografico del Giappone

Il Giappone sta affrontando una crisi demografica che minaccia la sua stabilità economica. Con una popolazione che invecchia rapidamente e un tasso di natalità in calo, il paese si trova di fronte a una grave carenza di manodopera. Per contrastare questa tendenza, Tokyo sta implementando riforme per attrarre lavoratori stranieri, puntando ad accogliere fino a 820.000 lavoratori qualificati entro il 2027 attraverso l’ampliamento di programmi di visti specifici. Secondo stime del World Travel & Tourism Council, il Giappone potrebbe affrontare il più grande deficit di manodopera nel settore turistico a livello globale, con una carenza prevista del 29% entro il 2035. Questa apertura, seppur cauta, rappresenta un cambiamento significativo per una società tradizionalmente omogenea, dimostrando come le necessità del mercato possano favorire l’evoluzione sociale e culturale.

I nuovi equilibri globali sono in continua definizione; restate con noi per analizzarne i prossimi sviluppi.

The European Perspective

Fiducia nell’economia italiana

L’agenzia di rating DBRS Morningstar ha innalzato il giudizio sul debito italiano a ‘A (basso)’ da ‘BBB (alto)’, con un outlook che passa da positivo a stabile. Questo miglioramento, che di fatto rende più sicuro investire nel nostro Paese, è stato motivato dalla resilienza dimostrata dall’economia e dai progressi nel sistema bancario. Secondo il Ministro dell’Economia Giorgetti, “l’Italia torna in serie A con grande orgoglio”. A mio avviso, sebbene il debito pubblico rimanga una vulnerabilità significativa, questa promozione segnala una crescente fiducia nella stabilità e nella gestione fiscale del Paese, un passo cruciale per attrarre investimenti e favorire una crescita sostenibile.

Tensioni a Washington, incertezza per Kyiv

L’incontro tra il presidente ucraino Zelenskyj e il presidente USA Trump alla Casa Bianca si è rivelato complesso. Al centro della discussione, la richiesta di Kyiv per missili a lungo raggio Tomahawk, essenziali per colpire in profondità le retrovie russe. Trump si è mostrato tiepido, esprimendo la speranza che non ce ne sia bisogno e sottolineando la necessità di preservare gli arsenali americani. Fonti descrivono l’incontro come “non semplice” e a tratti “sgradevole”. Personalmente, ritengo che l’esitazione nel fornire armamenti decisivi in un momento così critico non solo metta a rischio la sovranità ucraina, ma invii anche un segnale di debolezza agli avversari dell’ordine liberale internazionale.

Lo sport ostaggio della politica

Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha espresso forte preoccupazione per l’esclusione degli atleti israeliani dai prossimi Mondiali di ginnastica in Indonesia, a cui è stato negato il visto d’ingresso. Il CIO ha ribadito il principio fondamentale della neutralità politica, affermando che “gli atleti non possono essere ritenuti responsabili per le decisioni politiche”. La Corte di Arbitrato per lo Sport ha respinto un ricorso israeliano. Questo episodio rappresenta una pericolosa deriva: usare lo sport come arma di pressione politica tradisce i valori di universalità e competizione leale, creando precedenti che minano le fondamenta stesse delle manifestazioni sportive internazionali.

Vi invito a seguire i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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