2025-10-20 • Il PIL cinese rallenta al 4,8%, segnalando problemi nel modello di crescita

Evening Analysis – The Gist

La frenata del PIL cinese al +4,8 % nel terzo trimestre – minimo da un anno, contro il 5,2 % del trimestre precedente – è più di un dato statistico: è l’avvisaglia di un modello di crescita basato su export e immobiliare che sta perdendo spinta. (reuters.com)

Il dato è in linea con l’obiettivo “circa 5 %” di Pechino, ma nasconde squilibri interni: investimenti immobiliari a –13,9 % a/a e vendite al dettaglio in rallentamento al +3,5 %. La domanda estera regge solo grazie alla diversificazione verso Africa e Sud-est asiatico dopo il crollo del 27 % delle spedizioni verso gli Stati Uniti, zavorrate dai dazi di Trump. In altre parole, la Cina esporta di più in Paesi che, singolarmente, consumano meno. (reuters.com)

Storicamente, crescite sotto il 5 % hanno preceduto scosse politiche interne: accadde nel 2015, quando il “mini-stimolo” fu seguito da un’ondata di proteste sul lavoro. Oggi, tuttavia, il Comitato centrale sembra puntare a investimenti hi-tech e a un’accelerazione infrastrutturale: cure palliative che rischiano di rinviare – non risolvere – il nodo della domanda domestica. Se l’economia mondiale frena al 3 %, la dipendenza cinese da surplus commerciali diventa un gioco a somma zero.

“Nei sistemi complessi la vera resilienza nasce dalla ridondanza, non dall’efficienza pura”, ricorda l’economista Mariana Mazzucato. Chi in Europa pensa di colmare il gap di crescita esportando di più in Cina farebbe bene a prendere nota.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Monday, October 20, 2025

the Gist View

La frenata del PIL cinese al +4,8 % nel terzo trimestre – minimo da un anno, contro il 5,2 % del trimestre precedente – è più di un dato statistico: è l’avvisaglia di un modello di crescita basato su export e immobiliare che sta perdendo spinta. (reuters.com)

Il dato è in linea con l’obiettivo “circa 5 %” di Pechino, ma nasconde squilibri interni: investimenti immobiliari a –13,9 % a/a e vendite al dettaglio in rallentamento al +3,5 %. La domanda estera regge solo grazie alla diversificazione verso Africa e Sud-est asiatico dopo il crollo del 27 % delle spedizioni verso gli Stati Uniti, zavorrate dai dazi di Trump. In altre parole, la Cina esporta di più in Paesi che, singolarmente, consumano meno. (reuters.com)

Storicamente, crescite sotto il 5 % hanno preceduto scosse politiche interne: accadde nel 2015, quando il “mini-stimolo” fu seguito da un’ondata di proteste sul lavoro. Oggi, tuttavia, il Comitato centrale sembra puntare a investimenti hi-tech e a un’accelerazione infrastrutturale: cure palliative che rischiano di rinviare – non risolvere – il nodo della domanda domestica. Se l’economia mondiale frena al 3 %, la dipendenza cinese da surplus commerciali diventa un gioco a somma zero.

“Nei sistemi complessi la vera resilienza nasce dalla ridondanza, non dall’efficienza pura”, ricorda l’economista Mariana Mazzucato. Chi in Europa pensa di colmare il gap di crescita esportando di più in Cina farebbe bene a prendere nota.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Sud America: Petrolio e Pesos

In Brasile, la compagnia energetica statale Petrobras ha finalmente ottenuto il via libera per l’esplorazione petrolifera vicino alla foce del Rio delle Amazzoni, vincendo un braccio di ferro durato anni con le autorità ambientali. A mio avviso, si tratta di una vittoria del pragmatismo economico per garantire la futura produzione di greggio del paese, dato che i giacimenti esistenti dovrebbero raggiungere il picco intorno al 2030. Intanto, in Argentina, il mercato dà una lezione diversa: il peso continua a svalutarsi nonostante gli interventi del Tesoro USA per sostenerlo. Questa situazione, per me prevedibile, dimostra come le forze di mercato superino la pianificazione statale, creando una sfida cruciale per l’agenda liberale del presidente Javier Milei.

Wall Street: il Rischio Nascosto

Il fallimento del fornitore di ricambi auto First Brands sta creando nervosismo nel settore bancario. JPMorgan, pur non essendo direttamente esposta, avverte che i costi di finanziamento stanno aumentando a causa delle crescenti preoccupazioni sui legami poco trasparenti con il “private capital”, ovvero i grandi fondi di investimento che operano al di fuori dei mercati pubblici. L’amministratore delegato Jamie Dimon ha usato una metafora efficace: “Quando vedi uno scarafaggio, probabilmente ce ne sono altri”. Questo episodio evidenzia, a mio parere, i rischi sistemici che possono annidarsi in aree della finanza meno regolamentate e poco trasparenti.

Canada: Utili da Record

In controtendenza rispetto alle turbolenze finanziarie, dal Canada arrivano segnali di robusta salute societaria. Secondo le previsioni di Scotiabank, una delle principali banche del paese, gli utili delle maggiori società quotate potrebbero aver raggiunto un nuovo record nel terzo trimestre. Questo dato suggerisce che, in alcune delle principali economie mondiali, i fondamentali aziendali rimangono solidi e capaci di guidare la crescita, offrendo una prospettiva di stabilità in un contesto globale altrimenti incerto.

Scopri i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Europa, addio al gas russo

I ministri dell’Energia dell’UE hanno approvato una legge per cessare le importazioni di gas russo entro la fine del 2027. La decisione, presa a maggioranza qualificata, ha superato l’opposizione di Ungheria e Slovacchia, ancora dipendenti da Mosca. A mio avviso, è un passo cruciale per la sicurezza energetica del continente. Svincolarsi da fornitori legati a regimi autoritari rafforza la nostra autonomia strategica, un obiettivo che richiederà pragmatismo e investimenti mirati per non penalizzare i mercati.

Il dilemma tra sostenibilità e innovazione

Un nuovo studio rivela che 45 colossi globali del settore carne e latticini emettono più metano, un potente gas serra, dell’intera Unione Europea e del Regno Unito messi insieme, per un totale di 1,02 miliardi di tonnellate di gas serra. Di fronte a dati simili, la tentazione regolatoria è forte. Personalmente, credo che la via maestra sia l’innovazione, come dimostra l’alleanza tra l’italiana Brembo Solutions e Microsoft per accelerare la ricerca industriale con l’intelligenza artificiale. È questo il modello da incentivare, non solo divieti.

L’economia pianificata di Pechino

Mentre l’Europa naviga le complessità del mercato, la Cina definisce il suo nuovo piano quinquennale, ennesima prova di un’economia diretta dall’alto. Parallelamente, un report di intelligence statunitense segnala la preparazione di una flotta civile per una possibile azione militare contro Taiwan. Questo stretto legame tra pianificazione economica statale e ambizioni geopolitiche ci ricorda ogni giorno il valore di un’economia basata sulla libertà individuale e su alleanze tra democrazie.

I prossimi sviluppi, come sempre, nel prossimo numero di The Gist.


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