Svolta a Tokyo
L’elezione di Sanae Takaichi a primo ministro del Giappone sta galvanizzando i mercati finanziari, con l’indice Nikkei 225 che ha raggiunto un nuovo massimo storico a 49.316,06 punti. Gli investitori scommettono sul cosiddetto “Takaichi trade”, confidando in una politica di spesa pubblica e nel mantenimento di una politica monetaria accomodante. Questa ventata di ottimismo si fonda sulle sue promesse di riforme economiche ambiziose, nazionalismo tecnologico e, soprattutto, di modernizzazione del settore della difesa. Dal mio punto di vista, questa traiettoria potrebbe segnalare un riallineamento strategico significativo per una delle principali potenze asiatiche.
Pechino: segnali di ripresa?
Mentre il Giappone vive un momento di euforia, dalla Cina emergono segnali di stabilizzazione economica. Secondo il CEO di L’Oréal, Nicolas Hieronimus, il mercato cinese mostra “chiari segni di ripresa dei consumi”, sebbene più lentamente del previsto. Il suo omologo in Cina, Vincent Bionay, ha ribadito la fiducia nel Paese, affermando che “investire in Cina significa investire nel futuro”. Personalmente, ritengo che queste dichiarazioni, provenienti da un colosso dei beni di consumo, offrano un barometro cruciale sullo stato di salute della seconda economia mondiale, suggerendo una resilienza che molti osservatori avevano frettolosamente archiviato.
La corsa ai minerali critici
La competizione per le risorse strategiche si intensifica. L’Unione Europea ha annunciato l’intenzione di creare scorte di materie prime critiche, una mossa che fa seguito alla decisione della Cina di limitare le esportazioni di magneti a base di terre rare. Questa iniziativa rientra nel Critical Raw Materials Act, che mira a ridurre la dipendenza strategica da singoli fornitori, in particolare dalla Cina, che controlla oltre il 90% della lavorazione globale delle terre rare. Dal mio punto di vista, questa non è solo una questione di catene di approvvigionamento; è il riflesso di una crescente frammentazione geoeconomica, dove l’accesso alle risorse diventa uno strumento di potere.
Il quadro geopolitico è in continua evoluzione; vi invito a seguirne gli sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
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