Diplomazia e droni: l’asse transatlantico alla prova
L’offensiva ucraina, sostenuta dalla tecnologia missilistica europea come i vettori franco-britannici Storm Shadow, sta colpendo obiettivi strategici in Russia, tra cui un impianto chimico nella regione di Bryansk. Questo sviluppo evidenzia l’importanza cruciale della tecnologia militare avanzata nel conflitto. In questo contesto, l’incontro tra il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, e il presidente statunitense Donald Trump a Washington assume un’importanza strategica. La discussione, incentrata sulla guerra in Ucraina, segnala un tentativo di coordinare le strategie occidentali in un momento in cui le iniziative diplomatiche per un vertice tra Trump e Putin appaiono in stallo. Per me è chiaro che l’Europa deve costruire una propria autonoma capacità di deterrenza.
Intelligence europea: un fronte comune digitale
Parallelamente allo sforzo bellico, l’Europa sta rafforzando la sua architettura di sicurezza interna. Le agenzie di intelligence dei Paesi membri stanno intensificando la collaborazione, superando decenni di reciproca diffidenza. Questo cambiamento epocale è una risposta diretta ai dubbi sulla continuità della condivisione di informazioni da parte degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, che a marzo aveva bruscamente interrotto la trasmissione di dati dal campo di battaglia a Kyiv. A mio avviso, questa è una conseguenza inevitabile e positiva: la necessità sta spingendo l’Europa a sviluppare una propria sovranità strategica anche nel campo, tecnologicamente cruciale, dell’intelligence.
Commercio e tecnologia: il caso del formaggio britannico
Sul fronte commerciale, l’accordo post-Brexit tra Regno Unito e Giappone, firmato cinque anni fa da Liz Truss, non sta dando i frutti sperati per i produttori di formaggio britannici. Nonostante l’azzeramento dei dazi, le esportazioni faticano a decollare. Il fattore determinante è tecnologico-finanziario: da quando è stato siglato l’accordo, la sterlina si è apprezzata del 47% rispetto allo yen. Questo significa che, al di là delle tariffe, i prodotti britannici sono diventati quasi una volta e mezza più costosi per i consumatori giapponesi, annullando di fatto i benefici dell’accordo. Un esempio lampante di come la finanza digitale e i tassi di cambio possano erigere barriere più alte di quelle doganali.
Giganti dei media: il futuro dello streaming in bilico
Il mondo dell’intrattenimento, dominato dalla tecnologia dello streaming, è in fermento. Warner Bros. Discovery ha confermato di aver ricevuto offerte di acquisto non sollecitate e sta ora valutando “alternative strategiche”, inclusa la vendita dell’intera società o di sue divisioni. Il mercato ha reagito con un rialzo del titolo, segnalando l’enorme valore percepito di asset come HBO, i DC Studios e l’intero catalogo cinematografico e televisivo. Una potenziale consolidazione di questa portata potrebbe ridisegnare drasticamente il panorama dei media globali, con impatti diretti sulla scelta e sui costi per i consumatori europei. Personalmente, guardo a queste manovre con un certo scetticismo, temendo una riduzione della concorrenza.
Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
Lascia un commento