Venti di cambiamento in America
Dagli Stati Uniti arrivano segnali contrastanti che, a mio avviso, l’Europa dovrebbe monitorare attentamente. Da un lato, Kamala Harris, dopo la sconfitta contro Donald Trump nel 2024, ha dichiarato alla BBC di “non aver chiuso” con la politica, alludendo a una possibile ricandidatura. Dall’altro, il Presidente Trump si prepara a incontrare il leader cinese Xi Jinping al vertice APEC (Cooperazione Economica Asia-Pacifico), aprendo a possibili “concessioni” per allentare la guerra commerciale. Questo pragmatismo potrebbe ridefinire gli equilibri globali, con impatti diretti sulle nostre economie, che vivono di export e di catene del valore integrate.
La rinascita dell’atomo europeo
In Europa, assistiamo a un ritorno pragmatico dell’energia nucleare, una scelta che personalmente ritengo inevitabile. La spinta arriva dalla necessità di garantire forniture stabili di fronte alle incertezze geopolitiche e alla fame di energia dell’intelligenza artificiale. La domanda crescente dei data center, infatti, sta costringendo molti Paesi a riconsiderare i piani di phase-out e a investire in nuove centrali o nell’estensione della vita di quelle esistenti. Questa riscoperta dell’atomo come fonte di energia a basse emissioni di carbonio e affidabile 24/7 segna un punto di svolta per l’indipendenza e la competitività energetica del nostro continente.
Scontro sulla giustizia in Italia
In Italia, la riforma della giustizia voluta dal governo sta innescando un duro scontro con la magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha annunciato una campagna referendaria contro la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, sostenendo che la riforma “altera l’assetto costituzionale”. Il timore, espresso da figure come il procuratore Nicola Gratteri, è che l’obiettivo sia indebolire l’indipendenza dei PM, trasformandoli in burocrati. A mio parere, la questione tocca un nervo scoperto dell’equilibrio tra poteri, fondamentale in ogni democrazia liberale.
Addio a una regina iconica
Lontano dai giochi di potere, la Thailandia piange la scomparsa dell’ex regina Sirikit, morta a 93 anni. Madre dell’attuale re, è stata una figura di grande popolarità e un’icona di stile, spesso paragonata a Jacqueline Kennedy. La sua lunga vita ha attraversato decenni di profondi cambiamenti, lasciando un’eredità di impegno filantropico e un forte legame con il suo popolo, che ora la ricorda con un anno di lutto.
Vi invito a seguire i prossimi sviluppi su questi fronti nella prossima edizione di The Gist.
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