2025-10-29 • La caduta di el-Fasher in Darfur ha permesso alle RSF di compiere atroc

Evening Analysis – The Gist

La caduta di el-Fasher, ultimo baluardo dell’esercito sudanese in Darfur, ha liberato la mano alle Rapid Support Forces (RSF) per compiere esecuzioni sommarie di civili, assalti a ospedali e blocchi ai corridoi umanitari. Testimonianze, immagini satellitari di Yale e ONG mediche parlano di centinaia di corpi lasciati nelle strade e di oltre 26 000 persone in fuga solo negli ultimi due giorni; in totale il conflitto ha già provocato più di 40 000 morti e 14 milioni di sfollati – la peggiore crisi umanitaria al mondo secondo l’ONU. (reuters.com)

Questa escalation non è un fulmine a ciel sereno: dal 2023 i Janjaweed, riciclati in RSF, hanno raffinato il loro modello d’affari – oro darfuriano, droni importati dagli Emirati, mercenari esportati in Libia – dimostrando che le milizie moderne non vivono più di predazione locale ma di integrazione nei circuiti globali di capitale, armi e disinformazione. (apnews.com)

Il rischio ora è duplice: una spartizione de-facto del Sudan, come accadde al Sud Sudan nel 2011, e la normalizzazione di crimini di massa fuori dai riflettori, mentre Occidente e BRICS litigano su Ucraina e Gaza. I mercati reagiscono poco: il Darfur non produce semiconduttori né green-metals. Ma l’instabilità in un Paese di 49 milioni di abitanti contiguo al Mar Rosso mina rotte energetiche e ambizioni infrastrutturali cinesi (Belt & Road) al pari di qualsiasi crisi nello stretto di Hormuz. (reuters.com)

“Quando l’orrore diventa routine, l’economia morale del mondo cola a picco.” – Lina Attalah, giornalista egiziana.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Wednesday, October 29, 2025

the Gist View

La caduta di el-Fasher, ultimo baluardo dell’esercito sudanese in Darfur, ha liberato la mano alle Rapid Support Forces (RSF) per compiere esecuzioni sommarie di civili, assalti a ospedali e blocchi ai corridoi umanitari. Testimonianze, immagini satellitari di Yale e ONG mediche parlano di centinaia di corpi lasciati nelle strade e di oltre 26 000 persone in fuga solo negli ultimi due giorni; in totale il conflitto ha già provocato più di 40 000 morti e 14 milioni di sfollati – la peggiore crisi umanitaria al mondo secondo l’ONU. (reuters.com)

Questa escalation non è un fulmine a ciel sereno: dal 2023 i Janjaweed, riciclati in RSF, hanno raffinato il loro modello d’affari – oro darfuriano, droni importati dagli Emirati, mercenari esportati in Libia – dimostrando che le milizie moderne non vivono più di predazione locale ma di integrazione nei circuiti globali di capitale, armi e disinformazione. (apnews.com)

Il rischio ora è duplice: una spartizione de-facto del Sudan, come accadde al Sud Sudan nel 2011, e la normalizzazione di crimini di massa fuori dai riflettori, mentre Occidente e BRICS litigano su Ucraina e Gaza. I mercati reagiscono poco: il Darfur non produce semiconduttori né green-metals. Ma l’instabilità in un Paese di 49 milioni di abitanti contiguo al Mar Rosso mina rotte energetiche e ambizioni infrastrutturali cinesi (Belt & Road) al pari di qualsiasi crisi nello stretto di Hormuz. (reuters.com)

“Quando l’orrore diventa routine, l’economia morale del mondo cola a picco.” – Lina Attalah, giornalista egiziana.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Nvidia, il primo titano da 5.000 miliardi

L’ascesa di Nvidia a prima azienda al mondo con una capitalizzazione di mercato di 5.000 miliardi di dollari è un segnale inequivocabile. A mio avviso, non è solo una vittoria per l’azienda, ma per l’intero ecosistema dell’innovazione che opera con meno vincoli possibili. La domanda insaziabile per i suoi sistemi di intelligenza artificiale, unita alla prospettiva di un accesso rinnovato al mercato cinese, sta alimentando una crescita che supera le previsioni più ottimistiche. Questo traguardo dimostra come la specializzazione e l’audacia imprenditoriale possano ridefinire interi settori economici, creando un valore che i modelli di pianificazione centrale non potrebbero mai replicare.

Boeing, la dura realtà dell’innovazione

In netto contrasto, la notizia che Boeing ha registrato un onere di quasi 5 miliardi di dollari a causa dei ritardi del suo nuovo modello 777X serve da monito. La prima consegna è ora posticipata al 2027, evidenziando le enormi complessità e i rischi intrinseci dei grandi progetti industriali. Mentre i mercati premiano il successo fulmineo di Nvidia, puniscono con altrettanta efficienza i ritardi e le inefficienze operative. Questo dualismo è, in fondo, il meccanismo che spinge al miglioramento continuo e alla responsabilità, un correttivo molto più efficace di qualsiasi supervisione burocratica.


Le dinamiche del mercato globale non si fermano mai; ci ritroveremo qui per la prossima analisi di The Gist.

The European Perspective

Assalto di Lobby a Bruxelles

A Bruxelles si sta consumando una vera e propria corsa all’oro del lobbying, con i giganti della tecnologia in prima linea. Secondo un recente studio di due ONG, le spese delle aziende tech per influenzare le politiche dell’UE sono aumentate in modo vertiginoso, raggiungendo i 151 milioni di euro all’anno. Aziende come Amazon, Microsoft e Meta hanno potenziato i loro budget di milioni, nel tentativo, a mio avviso, di plasmare una legislazione digitale che sia il più favorevole possibile ai loro modelli di business. Questa attività di pressione si traduce in una media di oltre un incontro al giorno con funzionari della Commissione, una frequenza che solleva interrogativi sulla reale capacità dei regolatori di operare in modo indipendente.

Il Dilemma Regolatorio Europeo

L’Unione Europea si trova di fronte a un bivio: da un lato, l’ambizione di diventare un hub globale per l’innovazione; dall’altro, un’inclinazione a regolamentare ogni aspetto della vita economica e civile, come dimostra la recente decisione di limitare i nitriti nelle carni lavorate. Sebbene la sicurezza alimentare sia importante, mi chiedo se questa iper-regolamentazione non rischi di soffocare proprio quell’imprenditorialità che dichiariamo di voler promuovere. L’approccio dell’UE alla tecnologia, con normative complesse come il Digital Services Act e l’AI Act, pur partendo da buone intenzioni, potrebbe involontariamente creare barriere per le startup europee, lasciando il campo libero proprio a quei colossi che hanno le risorse per navigare la burocrazia di Bruxelles.

L’Attrattiva Digitale dell’Europa

Mentre a Bruxelles si discute di regole e budget, nei Balcani occidentali l’Unione Europea è ancora vista come un faro di speranza e un modello di futuro. Per leader come la presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, e il primo ministro albanese, Edi Rama, l’adesione all’UE rappresenta una prospettiva di stabilità e progresso. In questo contesto, credo che il mercato unico digitale e l’ecosistema di innovazione europeo rappresentino una delle più potenti leve di “soft power” a nostra disposizione. Offrire a questi paesi un accesso graduale al nostro spazio digitale potrebbe non solo accelerare le loro riforme, ma anche rafforzare l’influenza di un modello liberale e democratico in una regione strategicamente cruciale.

La Lezione Economica dal Regno Unito

Oltre la Manica, il dibattito politico nel Regno Unito tra il governo di Keir Starmer e l’opposizione guidata da Kemi Badenoch si concentra su un’economia che fatica a crescere. La performance economica del Regno Unito, caratterizzata da una crescita stagnante dello 0,3% negli ultimi mesi e da una produttività debole, offre una lezione preziosa. A mio parere, dimostra che senza un ambiente normativo snello, una tassazione competitiva e un’apertura all’innovazione, anche le economie più avanzate rischiano di arenarsi. Per l’Europa, questo dovrebbe essere un monito a non dare per scontata la propria prosperità e a coltivare con coraggio le fonti della crescita, a partire dal settore tecnologico.

Restate con noi per seguire come queste dinamiche si svilupperanno nella prossima edizione di The Gist.


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