Assalto di Lobby a Bruxelles
A Bruxelles si sta consumando una vera e propria corsa all’oro del lobbying, con i giganti della tecnologia in prima linea. Secondo un recente studio di due ONG, le spese delle aziende tech per influenzare le politiche dell’UE sono aumentate in modo vertiginoso, raggiungendo i 151 milioni di euro all’anno. Aziende come Amazon, Microsoft e Meta hanno potenziato i loro budget di milioni, nel tentativo, a mio avviso, di plasmare una legislazione digitale che sia il più favorevole possibile ai loro modelli di business. Questa attività di pressione si traduce in una media di oltre un incontro al giorno con funzionari della Commissione, una frequenza che solleva interrogativi sulla reale capacità dei regolatori di operare in modo indipendente.
Il Dilemma Regolatorio Europeo
L’Unione Europea si trova di fronte a un bivio: da un lato, l’ambizione di diventare un hub globale per l’innovazione; dall’altro, un’inclinazione a regolamentare ogni aspetto della vita economica e civile, come dimostra la recente decisione di limitare i nitriti nelle carni lavorate. Sebbene la sicurezza alimentare sia importante, mi chiedo se questa iper-regolamentazione non rischi di soffocare proprio quell’imprenditorialità che dichiariamo di voler promuovere. L’approccio dell’UE alla tecnologia, con normative complesse come il Digital Services Act e l’AI Act, pur partendo da buone intenzioni, potrebbe involontariamente creare barriere per le startup europee, lasciando il campo libero proprio a quei colossi che hanno le risorse per navigare la burocrazia di Bruxelles.
L’Attrattiva Digitale dell’Europa
Mentre a Bruxelles si discute di regole e budget, nei Balcani occidentali l’Unione Europea è ancora vista come un faro di speranza e un modello di futuro. Per leader come la presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, e il primo ministro albanese, Edi Rama, l’adesione all’UE rappresenta una prospettiva di stabilità e progresso. In questo contesto, credo che il mercato unico digitale e l’ecosistema di innovazione europeo rappresentino una delle più potenti leve di “soft power” a nostra disposizione. Offrire a questi paesi un accesso graduale al nostro spazio digitale potrebbe non solo accelerare le loro riforme, ma anche rafforzare l’influenza di un modello liberale e democratico in una regione strategicamente cruciale.
La Lezione Economica dal Regno Unito
Oltre la Manica, il dibattito politico nel Regno Unito tra il governo di Keir Starmer e l’opposizione guidata da Kemi Badenoch si concentra su un’economia che fatica a crescere. La performance economica del Regno Unito, caratterizzata da una crescita stagnante dello 0,3% negli ultimi mesi e da una produttività debole, offre una lezione preziosa. A mio parere, dimostra che senza un ambiente normativo snello, una tassazione competitiva e un’apertura all’innovazione, anche le economie più avanzate rischiano di arenarsi. Per l’Europa, questo dovrebbe essere un monito a non dare per scontata la propria prosperità e a coltivare con coraggio le fonti della crescita, a partire dal settore tecnologico.
Restate con noi per seguire come queste dinamiche si svilupperanno nella prossima edizione di The Gist.
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