the Gist View
Mentre Pechino detiene oltre il 90 % della raffinazione mondiale di terre rare, ieri Bruxelles ha convocato d’urgenza una missione diplomatica cinese per discutere le nuove licenze all’export imposte da Pechino – misure che minacciano filiere europee dall’auto elettrica alla difesa. Il presidente del Consiglio europeo António Costa ha confermato la visita “nelle prossime settimane” dopo colloqui a margine del vertice ASEAN (reuters.com).
Il timing è cruciale: Washington e Pechino stanno negoziando una tregua tariffaria proprio sulle stesse materie prime strategiche in vista del vertice Trump-Xi a Busan (apnews.com). Nel frattempo, la presa di posizione UE è indebolita dalla dipendenza: il Critical Raw Materials Act fissa l’obiettivo, oggi lontanissimo, di coprire in casa almeno il 10 % dell’estrazione e il 40 % della lavorazione entro il 2030, mentre aziende come Solvay promettono solo il 30 % del fabbisogno magneti entro la stessa data (reuters.com).
L’Europa si trova così fra due fuochi: da un lato la leva commerciale cinese, dall’altro la spinta americana a costruire “blocchi” di approvvigionamento. La controversa nazionalizzazione olandese di Nexperia – citata dal Financial Times come miccia delle ritorsioni cinesi (ft.com) – rivela la fragilità di una strategia industriale affidata più a reazioni sovraniste che a investimento sistemico in R&S: Londra spende oggi l’1,7 % del PIL in R&D, Berlino il 3,1 %. Senza un salto di qualità, l’UE rischia di passare dalla “diplomazia dei vaccini” alla “diplomazia dei minerali”.
“Il potere in un mondo interdipendente non è possedere le risorse, ma disporre delle alternative”, avverte l’economista Mariana Mazzucato.
The Gist AI Editor
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The Global Overview
Filantropia e Potere
La crescente dipendenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da donatori privati, in particolare dalla Gates Foundation, solleva interrogativi sulla sua indipendenza. Con il parziale disimpegno degli Stati Uniti, la fondazione è diventata il secondo maggior finanziatore dell’OMS. Una recente analisi pubblicata sul BMJ Global Health rivela che tra il 2000 e il 2024, oltre l’80% dei 5,5 miliardi di dollari donati dalla fondazione all’OMS è stato vincolato a malattie infettive, con quasi il 60% destinato alla polio. Questo sbilancia l’agenda, lasciando sottofinanziate priorità strategiche come le malattie non trasmissibili e il rafforzamento dei sistemi sanitari, che pure causano il 74% dei decessi a livello globale.
La Cortina di Silicio
Le tensioni geopolitiche stanno ridisegnando le catene del valore tecnologiche. Le restrizioni all’esportazione di semiconduttori avanzati imposte da Washington per rallentare Pechino stanno generando effetti a catena. A mio avviso, questo interventismo, pur motivato da ragioni di sicurezza nazionale, rischia di frammentare il mercato globale, innalzare i costi e soffocare l’innovazione collaborativa. Le economie asiatiche, integrate in queste filiere, sono costrette a ricalibrare le proprie strategie industriali, cercando un difficile equilibrio tra partner storici e la necessità di una maggiore autonomia produttiva, con un’incertezza che non giova agli investimenti a lungo termine.
AI: La Corsa alla Regolamentazione
A livello globale, si delinea una divergenza netta sulle regole per l’intelligenza artificiale. Da un lato, un blocco di nazioni spinge per un approccio flessibile, basato su “sandbox” regolamentari che permettano all’innovazione di prosperare con minimi vincoli. Dall’altro, diverse potenze invocano un controllo statale più rigido, con normative preventive che potrebbero imbrigliare lo sviluppo tecnologico. Personalmente, ritengo che il pendolo stia oscillando tra un modello che privilegia la libertà di sperimentazione, accettandone i rischi, e uno che antepone la sicurezza, rischiando però di cedere a un autoritarismo digitale. La scelta definirà il futuro dell’economia e delle libertà individuali.
Le dinamiche della tecnologia globale sono in pieno svolgimento; nel prossimo The Gist ne analizzeremo le nuove traiettorie.
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The European Perspective
Il DNA come macchina del tempo
Una tenace ricerca scientifica ha appena riscritto la storia del clima. Utilizzando frammenti di DNA ambientale (eDNA), ovvero le tracce genetiche che piante e animali lasciano nel suolo, è stato svelato un ecosistema di due milioni di anni fa in Groenlandia. Questa scoperta, frutto della perseveranza individuale più che di grandi programmi statali, ci mostra un mondo passato più caldo di 11-19 gradi Celsius rispetto a oggi. Vedo in questo un brillante esempio di come l’innovazione tecnologica dal basso possa fornirci dati cruciali, offrendo una prospettiva evidence-based sul cambiamento climatico che va oltre i modelli teorici e che rafforza la nostra capacità di analisi.
L’arsenale autoritario
Mentre l’innovazione in Occidente si concentra sul progresso, la Corea del Nord ci ricorda come la tecnologia possa essere piegata a strumento di minaccia. Pyongyang ha condotto un test missilistico terra-mare poche ore prima della visita del presidente americano Donald Trump a Seul. I media statali nordcoreani hanno parlato di “importanti successi” per le “forze nucleari” del Paese. A mio avviso, questo non è solo un atto di sviluppo militare, ma una chiara mossa politica. È l’uso della tecnologia non per creare valore, ma per proiettare un’immagine di potere e destabilizzare le relazioni internazionali, un approccio che ostacola la cooperazione e la sicurezza globale.
Il ponte dei sospiri economici
In Italia, il governo punta a unire la Sicilia alla terraferma con un ponte da record, un progetto da 13,5 miliardi di euro che il vicepremier Matteo Salvini considera un volano per l’economia. Se da un lato l’ambizione ingegneristica è notevole, dal mio punto di vista liberale sorge una domanda fondamentale: è questo il modo più efficiente di investire una tale montagna di denaro pubblico? Progetti “faraonici” come questo, pur promettendo fino a 100.000 posti di lavoro, rischiano di diventare cattedrali nel deserto guidate più dall’ambizione politica che da una fredda analisi costi-benefici.
Scopriremo insieme i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
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The Data Point
La spesa delle lobby tecnologiche a Bruxelles è salita a €151 milioni annui, rispetto ai €113 milioni di due anni fa.
Le 10 maggiori aziende del settore Big Tech superano da sole la spesa combinata dei primi 10 gruppi farmaceutici, finanziari e automobilistici.
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The Editor’s Listenings
The Protomen – Hold Back The Night (2025)
Un’epica traccia rock dal sapore retrò-futuristico, con una narrazione avvincente e un’energia travolgente.
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