Economia Europea: Stabilità e Stagnazione
La Banca Centrale Europea, l’istituzione che governa la politica monetaria dell’euro, ha lasciato invariato il suo tasso d’interesse di riferimento. Questa decisione, in un contesto di crescita economica dello 0,2% nel terzo trimestre, segnala una cauta fiducia nella capacità dell’economia di gestire l’inflazione senza bisogno di frenate brusche. In pratica, il costo del denaro per banche, imprese e cittadini non aumenta. Tuttavia, il quadro non è uniforme: la Germania, tradizionale motore industriale del continente, registra una stagnazione del suo Prodotto Interno Lordo, l’indicatore che misura la ricchezza prodotta. Una nota positiva arriva dal mercato energetico, dove il prezzo del gas naturale è sceso a circa 31 euro per Megawattora, un dato che promette un alleggerimento delle bollette per famiglie e industrie.
L’Effetto Boomerang di Bruxelles
In Olanda, l’ex peso massimo della Commissione Europea, Frans Timmermans, ha rassegnato le dimissioni da leader dell’alleanza tra Laburisti e Verdi Sinistra dopo un risultato elettorale deludente. La sua vicenda, a mio parere, è un potente promemoria di come l’influenza guadagnata nelle istituzioni europee non si traduca automaticamente in successo politico a livello nazionale. Anzi, l’elettorato può percepire l’agenda di Bruxelles come distante o eccessivamente ideologica, trasformando un prestigioso curriculum europeo in un ostacolo quasi insormontabile quando ci si confronta con le priorità, e le ansie, dei cittadini nel proprio paese.
Realpolitik Energetica e Tecnologica
Il pragmatismo sembra dominare l’agenda geopolitica europea. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha incontrato a Istanbul il presidente turco Erdoğan, sottolineando come la partnership con Ankara sia “senza alternative” per affrontare questioni cruciali come la gestione dei flussi migratori e le relazioni economiche. Parallelamente, la strategia industriale del continente mostra segni di fragilità. La principale lobby europea del settore solare, SolarPower Europe, ha riammesso tra i suoi membri il colosso tecnologico cinese Huawei dopo aver ricevuto minacce di azioni legali. Questo episodio solleva interrogativi sulla reale autonomia strategica europea di fronte alla pressione economica di grandi corporation, specialmente quando sono legate a governi con agende geopolitiche distanti dai nostri principi di democrazia liberale.
Vi aspetto al prossimo The Gist per analizzare insieme i futuri sviluppi.
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