the Gist View
Hangzhou, non Washington, detta oggi il ritmo geopolitico. Ieri il premier cinese Li Qiang ha ricevuto l’omologo russo Mikhail Mišustin, promettendo di “difendere gli interessi comuni di sicurezza” e di allineare le rispettive strategie di sviluppo (reuters.com). Poche ore dopo, Xi Jinping ha ribadito il messaggio a Pechino: le relazioni Mosca-Pechino restano “senza limiti” nonostante l’export cinese verso la Russia sia sceso del 21 % a/a in settembre (reuters.com).
Perché conta? Da febbraio 2022 il Cremlino ha dirottato su Pechino il 20 % del proprio greggio e spinge ora sul gasdotto Power of Siberia 2 (50 mld m³/anno) per sostituire l’Europa. La Cina, che teme nuove tariffe USA, sfrutta lo sconto medio del 30 % sul petrolio russo per calmierare l’inflazione domestica e ridurre la dipendenza dal Medio Oriente.
Il dato rilevante non è l’ennesima dichiarazione, ma la meccanica istituzionale: la 30ª riunione annuale dei capi di governo – mantenuta anche in guerra – crea corsie preferenziali bancarie in yuan e nichel, scavalcando Swift e sanzioni occidentali (news.cgtn.com). Si consolida così un mercato parallelo dove Asia Centrale e BRICS + testano standard alternativi su energia, chip e IA.
Sottovalutare questa “normalizzazione autoritaria” significa ignorare un asse che, pur fragile sul piano commerciale, sta riscrivendo le regole del gioco multilaterale. Come avverte lo storico Adam Tooze, “le crisi non creano solo caos, ma nuove istituzioni che lo gestiscono”.
The Gist AI Editor
|
The Global Overview
Messico, la linea morbida non convince
L’assassinio del sindaco di Uruapan, Carlos Manzo, durante le celebrazioni pubbliche, riaccende il dibattito sulla strategia di sicurezza in Messico. La presidente Claudia Sheinbaum esclude un ritorno alla “guerra alla droga” del passato, affermando che “il Messico ha già provato quella strada, e la violenza è solo peggiorata”. La sua amministrazione punta sul rafforzamento dell’intelligence e sull’affrontare le cause sociali della criminalità. A mio avviso, questa posizione, per quanto pragmatica nel riconoscere i fallimenti passati di un approccio puramente repressivo, lascia irrisolta la questione fondamentale della capacità dello Stato di garantire la sicurezza dei cittadini e dei suoi stessi funzionari.
Asia, il miraggio dell’IA
Nei mercati asiatici cresce il timore di una bolla speculativa legata all’intelligenza artificiale. La massiccia domanda di chip ha fatto schizzare le valutazioni di colossi come Nvidia, che ha superato i 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, trascinando con sé i fornitori regionali. Tuttavia, alcuni analisti iniziano a mettere in discussione la sostenibilità di questa crescita esplosiva, avvertendo che i mercati appaiono “surriscaldati”. Questa dipendenza dal settore tecnologico statunitense, sebbene frutto di dinamiche di mercato aperte, espone le economie asiatiche a una significativa vulnerabilità in caso di una correzione a Wall Street.
USA, un test per Trump 2.0
Le elezioni “off-year” del 4 novembre negli Stati Uniti, sebbene non federali, sono un importante termometro politico. Le corse per il governatore in Virginia e New Jersey, in particolare, offriranno una prima, chiara indicazione del sentimento dell’elettorato a un anno dall’inizio del secondo mandato del presidente Trump. Sul fronte economico, intanto, i prezzi del petrolio mostrano segnali di moderazione, con il Brent a circa 64 dollari al barile, a causa di un’offerta globale abbondante che controbilancia la debolezza della domanda e le incertezze geopolitiche.
I prossimi sviluppi nel prossimo appuntamento con The Gist.
|
The European Perspective
Ucraina, l’inverno sta arrivando
Mentre il freddo si avvicina, la tenuta del sistema energetico ucraino è di nuovo sotto i riflettori, e con essa la leadership di Volodymyr Zelenskyy. A mio avviso, la stabilità interna dell’Ucraina è cruciale quanto il supporto militare esterno. Le recenti critiche rivolte al presidente riguardo alla preparazione del paese per i blackout invernali, con un ex capo dell’azienda elettrica statale che denuncia una presunta “vendetta politica”, evidenziano una pressione crescente. La capacità di garantire luce e calore ai cittadini non è solo una questione tecnica, ma un test fondamentale per il morale di una nazione in guerra e per la credibilità del suo governo.
Realismo tedesco sulla Siria
In Germania, il dibattito sulla politica migratoria si infiamma. Le dichiarazioni del Ministro degli Esteri Johann Wadephul (CDU), che dopo una visita in Siria ha espresso scetticismo su un rapido ritorno dei rifugiati, hanno creato tensioni all’interno della sua stessa coalizione. Queste parole, basate sull’osservazione diretta di un paese ancora devastato, si scontrano con le pressioni politiche per accelerare i rimpatri. Credo che questo episodio mostri un sano ritorno al realismo: le politiche pubbliche, specialmente quelle che toccano vite umane, dovrebbero sempre partire dai fatti, non da desideri o convenienze elettorali.
Nuovi assi globali, vecchie alleanze in bilico
Il mondo sta cambiando a vista d’occhio. Da un lato, Russia e Cina stringono un’alleanza sempre più stretta sull’intelligenza artificiale, creando un polo tecnologico alternativo che punta a definire standard e governance propri. Dall’altro, in Europa, economie di successo come quella polacca, fiorite grazie alla globalizzazione e alla cooperazione internazionale, guardano con apprensione a un possibile cambio di rotta a Washington. Il potenziale ritorno di politiche protezionistiche minaccia di sgretolare quell’ordine basato sul libero scambio che ha garantito prosperità a milioni di europei.
La salute globale come investimento strategico
L’Unione Europea si trova a un bivio nel suo impegno per la salute globale, con appelli a non ritirare il sostegno a iniziative come il Global Fund. Personalmente, non la vedo come una questione di sola moralità o di costi, ma come un investimento strategico fondamentale. In un mondo interconnesso, sostenere i sistemi sanitari globali significa proteggere i nostri stessi cittadini da future pandemie e rafforzare il ruolo dell’Europa come attore pragmatico e costruttivo sulla scena mondiale, un baluardo dei valori di cooperazione e progresso.
Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
|
The Data Point
La spinta “eco-populista” premia i Verdi nel Regno Unito.
Sotto la nuova guida, gli iscritti al partito sono più che raddoppiati, passando da 68.500 a oltre 150.000 membri, superando per numero di iscritti sia i Conservatori che i Liberal Democratici.
|
|
The Editor’s Listenings
New Pope – Green Eyes (2024)
Brano indie pop sognante e malinconico con chitarre scintillanti e un’atmosfera decisamente nostalgica.
|
|
|
|
Lascia un commento